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LUCIA MARCUCCI

LUCIA MARCUCCI

Archivi tag: Scrittura

Nove stanze / Nine rooms

22 giovedì Dic 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Un messaggio quanto più è ordinato e comprensibile tanto più è prevedibile: ma in questo caso – poesie visive – la banalità del messaggio delle immagini dei rotocalchi e degli slogans della pubblicità è cambiata da un intervento esterno che come gesto viene a modificarne il significato. Se l’informazione è legata all’originalità e alla non-probabilità ci accorgiamo che certi particolari elementi di disordine accrescono l’informazione che apparirà di una inconsueta forma comunicativa per il modo singolare di usare il segnale (immagine/slogan) e dirottarne il senso. I mass-media vanno considerati come un insieme di stimoli presignificanti ed usati appunto perché già codificati come tali. Agendo su questo «sistema» con delle connotazioni di valore emozionale (accostamenti insoliti, ribaltamento dei «valori costituiti», ecc.), abbiamo lo scarto dalla norma e il raggiungimento di un certo quoziente entropico. Il messaggio si fa ambiguo e offre al fruitore molteplici referenze e relazioni.

Lucia Marcucci – 2. La fede (1972)

The more ordered and comprehensible a message is, the more predictable it is: but in this case – visual poems – the banality of the message of the images of the magazines and of the advertising slogans has changed by an external intervention which as a gesture modifies its meaning. If the information is linked to originality and non-probability, we realize that certain particular elements of disorder increase the information that will appear in an unusual form of communication due to the singular way of using the signal (image/slogan) and diverting its meaning. The mass media must be considered as a set of presignifying stimuli and used precisely because they are already codified as such. By acting on this “system” with connotations of emotional value (unusual combinations, overturning of “constituted values”, etc.), we have the deviation from the norm and the achievement of a certain entropic quotient. The message becomes ambiguous and offers the user multiple references and relationships.

Lucia Marcucci – Nove stanze – Sampietro Editore, 1972

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 51

04 domenica Dic 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

C’era stato in tempi lontani un capitano di lungo corso che solcava i mari da un anno all’altro senza mai toccare terra in un moto perpetuo di cui egli era ben soddisfatto, non sarebbe vissuto senza il rollio continuo che lo cullava da quando era salpato negli anni della sua giovinezza. La sua vita era stata piena di avventure: gli incontri straordinari non erano mancati; uno speciale e indimenticabile fu l’apparizione di una grande piovra cieca da un occhio vicino alla fossa delle Marianne. Il grande mollusco si eresse davanti alla nave mostrando tutti i suoi dieci lunghi tentacoli, agitandoli piuttosto veementemente e spalancando minaccioso il suo unico occhio; i componenti della nave rimasero immobili, ipnotizzati dalla potenza allucinatoria della visione, terrorizzati da ciò che sarebbe potuto accadere di lì a pochi secondi ma nulla accadde sennonché l’improvvisa sparizione del mostro come se a un tratto qualcuno avesse spento il video. Il mare circostante non fu minimamente agitato anzi, apparve liscio come olio e nero come la pece. Altre furono le avventure che segnarono la vita del capitano, molti reality show, soap opera e serial simili a quant’altro le nostre artificiali scene di teleidiotismo ci propinano, ma al suddetto capitano accadevano realmente e realmente aveva brividi, terrore, ferite, spargimento di sangue, vittorie e sconfitte. Il rollio della sua nave leniva i colpi fisici, psicologici e i vari traumi che nelle drammatiche battaglie riportava, le onde lunghe del mare lo cullavano dolcemente nei giorni e nelle notti, all’infinito.

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 50

15 martedì Nov 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Athánatos è stata sostituita da Thánatos, la parola dunque diviene acefala per la nostra eterna disperazione e i mass media ne vanno pazzi. Ogni giorno il dio video con il suo occhio lucente squarcia il semibuio della stanza e propina cataste di cadaveri sanguinolenti, torvi assassini, disastri naturali e no, spettacolosi funerali con grandi scrosci di applausi, la folla assetata di drammi. Il teatro è lì, a portata di stomaco, la ricerca del sangue continua nei programmi naturalistici: tigri, leoni, iene, dinghi, lupi, iguane, corvi, pulcini di aquila e chi ne ha più ne metta, sbranano a profusione le varie prede mostrando all’obbiettivo ravvicinato i brandelli di carne e le ossa in via di essere spolpate. Thánatos a gogò! Non mancano i racconti e le ricerche storiche sulle torture inflitte nei millenni con particolari dimostrazioni di incredibili inventive raccapriccianti. Queste ultime rimandano a musei disponibili degli attrezzi ad hoc, frequentatissimi, anzi gli unici che hanno l’incasso in attivo. Il sinistro applauso è la faccia della medaglia che risuona stridente o appagante nelle contraddizioni dei nostri piaceri, culti, abitudini e consumi. Di applausi si muore, si rigonfia, si imputridisce, si incarognisce: il dio video ne trabocca, rigurgita e vomita lo spellamento idiota di mani, mani non comandate dal cervello, mani rimbecillite dalla consuetudine; il silenzio spaventa, il silenzio è pensiero perciò sospetto, meglio il clamore becero, il rumore non lascia spazio e appaga le pecore che non si accorgono del vuoto cadendo una dopo l’altra nell’abisso.

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 49

26 mercoledì Ott 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Per molto tempo sono andata proustianamente a dormire molto presto accorgendomi piano piano di perdere moltissime ore di vita, realizzato ciò con sofferenza ho cominciato a fare l’alba e solo quando il sole spuntava con un, pur fievole, raggio mi coricavo chiudendo le finestre con molta cura, attenta agli spiragli di luce che non dovevano assolutamente filtrare; così riuscivo a dormire fino a quando il sole già stava per riabbassarsi all’orizzonte. Dopodiché pigramente preparavo una succulenta cena ché doveva rimpinzarmi fino all’alba successiva. Questo comportamento durava da molti anni e ormai ne ero infastidita talmente che non riuscivo più a mangiare alimenti naturali ma solo scatolette e pastiglie energetiche: mi esaltavano i colori delle suddette ultime allineate su un panno nero e che via via sceglievo in una successione tale da farle sembrare una composizione d’arte. D’improvviso cambiai comportamento: impasticcata di forti e soprattutto colorati sonniferi ricominciai ad andare a dormire al tramonto per svegliarmi all’alba; la ruota della mia vita si capovolgeva e correva velocemente, alternavo la notte e il giorno, il giorno e la notte con discreta disinvoltura, tale e quale un acrobata sul filo. Durante lo stravagante periodo avvenne la mia conversione al dio Ra e continua tuttora in maniera forte, mi tiene stravolta e convinta come una menade delirante, ne sono inrantata da capo a piedi; di notte, si fa per dire, passo e ripasso negli angusti corridoi delle varie piramidi beandomi del tanfo e della poca aria che lì si respira ma, paragonata allo smog delle città è, convenientemente, tutta salute. Mi capita anche di pensare alla nave, in questo caso si potrebbe aggiungere dei folli, che imbarcherà la mia nuda animella per trasportarla nell’isola degli dei.

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 48

06 giovedì Ott 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

La sciamana vola in qua e in là distraendosi spesso dal suo stravagante itinerario per seguire qualche uccello migratorio e posandosi di quando in quando sul più prossimo nido di cicogna che le capita d’incontrare, si liscia le poche penne che ormai le rimangono anche sull’antico copricapo, reperto quasi archeologico della sua stirpe, molto amato ché più di tanto non potrà avere, ormai nulla le resta delle sue origini nordiche nate nelle lontane steppe siberiane. La sua progenie in illo tempore si trasferì nella Prussia dove lasciò molto delle antiche tradizioni dei medicine men, cosicché fece un potpourri di sciamaneria varia lasciandoci anche un bel po’ di piume. Non solo piume ma soprattutto sangue, sangue nelle tante guerre che dovettero affrontare i suoi biondi avi, divenuti via via più rimbambiti e implumi, torturati da rimorsi, perdite di denaro, perdite di stemmi e baronie. Le varie sciamane della discendenza, nate ricoperte del bianco grasso, camicia placentaria indicante la vocazione, tennero tutte alta la fama della famiglia compiendo vari miracoli, premonizioni e guarigioni ma tuttavia le disgrazie funestarono numerose gli eredi nei secoli che si succedettero; l’ultima disgrazia più eclatante fu la partecipazione di un giovane rampollo all’attentato fallito verso uno spietato dittatore per cui quel ramo della famiglia fu sterminato.
Quando la sciamana si rammenta di ciò vola improvvisamente basso e rischia di perdere, strisciando sulle antenne televisive paraboliche e no, le ultimissime penne che ancora ricoprono il suo corpo.

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 47

16 venerdì Set 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Scoiattolo rosso o scoiattolo grigio? I monaci sembrano convinti di essere monaci ma il rosso è in via d’estinzione per il sopraggiungere di quello grigio ed è inutile predicare bene razzolando male anche se sono convinti di essere monaci. Ogni paragone sarebbe puramente casuale: meglio non farlo perché ci potremmo accorgere che c’è ed è terrificante e ormai senza rimedio: i due scoiattoli sono della stessa specie ma di razze diverse! Quello grigio è americano, il rosso inglese ed è il più debole, delicato, abituato alla tranquillità dell’isola; l’altro, giunto da clima e ambiente più ostile è molto aggressivo e forte: uccide senza pietà il rosso che soccombe neanche tanto lentamente. I monaci stanno tentando di proteggerlo ma troppo tardi si sono accorti di questa incompatibilità quando la popolazione dei grigi stava riproducendosi in abbondanza; tutti i rimedi sono falliti, il rosso, fra breve, non ci sarà più.

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 46

27 sabato Ago 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Il primo fra tutti i non esseri in realtà è il poeta, mortale, nutrito di pessimismo, disordinato e pigro, che si genera da sé stesso e anche se la sua materia grigia si fosse voluta separare dal corpo brutto e volgare avrebbe finito col dissolversi e dissiparsi nell’allungamento della logorrea scriptoria, nelle pagine riempite di versi diversi ma ripetitivi, nel coglioneggiamento delle volute neobarocche e insomma sempre neo neo neo. Triste e perennemente alla ricerca del tempo perduto, fuori dalla realtà, avulso dalla contemporaneità, vagamente infelice ché la vera tragedia è di altri, a lui rimangono le briciole di un po’ di tutto, vaga, sempre con il sorrisino mesto, nel limo del sottobosco credendo di vedere di tanto in tanto il sole ma è solo il riflesso sbiadito del vetro di una finestra che si è aperta per caso. Il coraggio gli manca quasi per respirare… ruba piccole composizioni dalle sue memorie scolastiche ed è già un tentativo fuori dell’ordinario: ha osato! Osa! Ma la composizione ricade presto nelle righe e nelle rime rimate monotone, grigie, claudicanti. Il peggio deve ancora arrivare: aspetta il Nobel, presuntuoso di sé e irrimediabilmente cretino, ogni anno trepidante per il premio che non giunge mai, continua imperterrito a scrivere nei suoi fogli senza bordo e senza storia.

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 45

07 domenica Ago 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

A nulla sono valsi i richiami attuati dai libri parlanti della tradizione mandingo, le musiche dei guerriglieri Tuareg della Mauritania e dintorni, il folk urbano quale il fado e il flamenco, i canti tuvani della steppa siberiana, i canti greci, lituani e brasiliani! Tutto ciò non è servito perché l’uomo ha continuato e continua a commettere quantità infinite di errori relativi alla convinzione che la civiltà si raggiunga attraverso la raffinatezza della Techne trascurando l’elaborazione dei codici personali, dando per scontato che la ripetizione accademica sia il miglior modo per impadronirsi della conoscenza e della memoria, volendo procedere con le spalle al sicuro, non tentando minimamente un atto coraggioso di avanzamento sia nella politica sia nell‘arte, puntando unicamente sulla scienza, neanche provando a guardare umilmente le altre forme di cultura molto distanti dalla cosiddetta occidentale. Baldanzoso, presuntuoso e protervo s’incammina per la strada più pericolosa da percorrere: quella ripida della torre d’avorio, che proprio non è più possibile proteggere. Il terrore s’impadronisce di tutti noi, nudi e inermi di fronte al diverso che avanza e ci sommerge… allora montiamo sulla tigre e cavalchiamo sorreggendosi ai pochi pelacci che ancora rimangono alla povera spelacchiata in via d’estinzione!

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 44

18 lunedì Lug 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

L’incipit è sempre stato per lo scrittore un vero problema: deve cambiarlo, deve personalizzarlo, deve essere più originale, vario al massimo, inusuale, straordinario, stupefacente, inaspettato, ambiguo tale da solleticare la curiosità, promettente chissà quali trame, accattivante, incantevolmente magico, ammaliante; ogni promessa è un debito! Purtroppo nella maggior parte dei casi tutte queste promesse non sono mantenute e il seguito è una solenne delusione. Lo scrittore deve farci continuamente la sua cruenta battaglia e spesso non risulta vincitore, anzi quasi sempre, soccombe: per la gioia dei lettori, per la pigrizia e per l’invidia dei medesimi. Può darsi che l’avvio sia entusiasmante come: “l’alba di un rosa acceso profumava di verbena… il vento diffondeva piccoli mucchi di petali… il tramonto orlava di cremisi le nuvole all’orizzonte… l’uomo riverso sul davanzale colava sangue dalle orecchie… le grida gioiose delle ragazze si alzavano fino a raggiungere i piani nobili… era intenso l’odore dei cibi a base di pesce… il lento ondeggiare del mare al chiarore della luna… il dio supremo benediceva i fedeli inginocchiati… stando così le cose non abbiamo altro da aggiungere… quanto all’uomo il cui bene coesiste con il male… la folla si spingeva in una folle corsa alla ricerca di un tozzo di pane… il profumo di violetta persisteva immutato”. Lo scrittore ha sfogliato tutti i suoi reperti letterari alla ricerca di ulteriori spunti ma invano riuscirà a cavarsela dignitosamente, di frequente sarà angustiato da un persecutorio dolore di stomaco e da un conseguente alito cattivo. Non sarà confortato dalle vendite consolatorie e dagli indici di ascolto come se fosse, per puro caso, anche uno spiker–performan.

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 43

28 martedì Giu 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Uno dei re di Babilonia fu Nabopolassar che è rimasto nella storia per aver istituito un modo particolare di pagamento delle tasse evase anche a quel tempo dalla maggioranza dei sudditi: egli decretò su ogni persona un espediente, si direbbe ora di tipo bancario, che consisteva nel timbrare o marchiare qualsiasi cosa il malcapitato possedesse cosicché anche il minimo scambio veniva registrato a suo nome dopodiché niente poteva sfuggire all’occhio vigile del balzelliere. Questi si moltiplicarono, divennero così numerosi che si pose il problema dell’ulteriore aumento dei tributi per pagare tutta la categoria; i poveri babilonesi marchiati a fuoco e strizzati come stracci non sapevano più a che santo votarsi: molti si gettarono in un fiume limitrofo al regno, altri dall’altissima torre stessa, altri ancora optarono per essere gettati come pasto in bocca ai coccodrilli perché gli eredi avrebbero avuto uno sconto sui balzelli futuri. A tutto questo fece seguito una cruenta guerra contro gli Assiri, ma il popolo così stremato e affamato non reagì più di tanto e si fece sgozzare e crocifiggere quasi non alzando un dito… Nabopolassar fu decisamente sconfitto, le sue immense ricchezze razziate, i suoi dignitari impalati, i villaggi incendiati, le donne violentate. Da tale distruzione passarono molti anni prima che potesse risorgere una qualche parvenza di civiltà, i popoli si integrarono lentamente, e lentamente avvenne quella sincronia di etnie chiamata assiro-babilonese e il capo o meglio il re fu Sennacherib.

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Lucia Marcucci – Poesia Visiva

La mia poetica consiste, attraverso la parola e il segno, nella rielaborazione letteraria e pittorica, ma soprattutto critica, dei mass media (immagini, slogans, linguaggi variamente persuasori e mistificatori del sistema sociale contemporaneo).

My poetics consists, through the word and the sign, in the literary and pictorial, but above all critical, reworking of the mass media (images, slogans, variously persuasive and mystifying languages ​​of the contemporary social system).

Ma poétique consiste, à travers le mot et le signe, dans le remaniement littéraire et pictural, mais surtout critique, des médias de masse (images, slogans, langages diversement persuasifs et mystifiants du système social contemporain).

Meine Poetik besteht mittels Wort und Zeichen aus der literarischen und bildnerischen, vor allem aber kritischen Aufarbeitung der Massenmedien (Bilder, Parolen, unterschiedlich überzeugende und mystifizierende Sprachen des zeitgenössischen Gesellschaftssystems).

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