Per molto tempo sono andata proustianamente a dormire molto presto accorgendomi piano piano di perdere moltissime ore di vita, realizzato ciò con sofferenza ho cominciato a fare l’alba e solo quando il sole spuntava con un, pur fievole, raggio mi coricavo chiudendo le finestre con molta cura, attenta agli spiragli di luce che non dovevano assolutamente filtrare; così riuscivo a dormire fino a quando il sole già stava per riabbassarsi all’orizzonte. Dopodiché pigramente preparavo una succulenta cena ché doveva rimpinzarmi fino all’alba successiva. Questo comportamento durava da molti anni e ormai ne ero infastidita talmente che non riuscivo più a mangiare alimenti naturali ma solo scatolette e pastiglie energetiche: mi esaltavano i colori delle suddette ultime allineate su un panno nero e che via via sceglievo in una successione tale da farle sembrare una composizione d’arte. D’improvviso cambiai comportamento: impasticcata di forti e soprattutto colorati sonniferi ricominciai ad andare a dormire al tramonto per svegliarmi all’alba; la ruota della mia vita si capovolgeva e correva velocemente, alternavo la notte e il giorno, il giorno e la notte con discreta disinvoltura, tale e quale un acrobata sul filo. Durante lo stravagante periodo avvenne la mia conversione al dio Ra e continua tuttora in maniera forte, mi tiene stravolta e convinta come una menade delirante, ne sono inrantata da capo a piedi; di notte, si fa per dire, passo e ripasso negli angusti corridoi delle varie piramidi beandomi del tanfo e della poca aria che lì si respira ma, paragonata allo smog delle città è, convenientemente, tutta salute. Mi capita anche di pensare alla nave, in questo caso si potrebbe aggiungere dei folli, che imbarcherà la mia nuda animella per trasportarla nell’isola degli dei.
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