In un’Italia in pieno fermento da boom economico e che vibra assieme ad altri paesi per i movimenti studenteschi e pacifisti del ’68, gli artisti e le artiste non potevano certo esprimersi secondo i mezzi tradizionali, ma rispondono a questo movimento con un nuovo linguaggio tecnologico e puntando su una nuova definizione di interdisciplinarità. La parola acquista attenzione e diventa non solo un veicolo, ma si fa oggetto che può essere usato da chiunque – in particolare anche da chi prima ne era priva – e in spazi sempre diversi. È una parola poetica, perché poesis produce spazi, immagini, opere ma è anche altro. Una congiunzione semplice – e – ne amplia le possibilità. Poesie e no vede diverse albe nel 1963 in particolare una versione in un teatro di Livorno gestito da un padre gesuita. Si tratta di una performance in cui una giovane Lucia Marcucci che vive pienamente gli effetti del secondo dopoguerra, assieme a Giuseppe Chiari e Sylvano Busotti che ne curano la musica, Antonio Bueno, Lamberto Pignotti ed Eugenio Miccini con la regia di Enrico Sirello, mette in scena una poesia-spettacolo. Seguiranno altre presentazioni in giro per l’Italia, e altri interpreti-attori si aggiungeranno (per esempio Emilio Isgrò). In scena, oltre ai brani alternati da poesie, citazioni letterali e pubblicità raccolte in copioni, si aggiungono diversi oggetti, ma anche dei poster tecnologici di Marcucci che verranno strappati nel corso della performance. Il collage visivo e sonoro di Poesie e no, è da una parte una sorta di innesto della ricerca del linguaggio sulla scia della tradizione dada e futurista attuata dal Gruppo ’70, di cui Lucia Marcucci è stata parte. Ma è anche espressione dell’indole “non lineare” dell’artista che, come si legge nella sua biografia, afferma “le abitudini mi annoiano, sapere già cosa potrà succedere mi irrita, ho bisogno di pensieri avventurosi, anche nelle piccole cose di tutti i giorni”.
Lucia Marcucci – Passione e miliardi (1966) – Collezione Museion, Archivio di Nuova Scrittura
Poesie e no diventa così il titolo della mostra dedicata a Lucia Marcucci, nata a Firenze nel 1933, dove ancora vive, in occasione del suo novantesimo compleanno. Un focus che ripercorrere attraverso alcuni preziosi documenti originali provenienti dal suo archivio, l’attività di scrittrice e di membro fondativo del collettivo fiorentino Gruppo 70, fino alla sua attività artistica intrapresa in maniera indipendente sul linguaggio e la poesia visiva quando oramai il gruppo si sciolse e altri incontri caratterizzarono il percorso di Marcucci, come quello con Romana Loda o Mirella Bentivoglio. In questo senso la “e” presente nel titolo della mostra e nel titolo della serie di performance che si tennero dal 1963 al 1967, testimonia questo mescolamento tra cultura “alta” e cultura “bassa”, tra linguaggio letterario e quello della quotidianità e dei mezzi di comunicazione di massa, tra testo e immagine, tra pittura e collage, tra donna oggetto e donna che diventa soggetto, tragicità e ironia. In questo percorso attraverso il ventennio 1960-1970 di produzione di Lucia Marcucci, che fa eco in maniera esemplare alle ricerche del nucleo più ampio di opere, edizioni e ricerche dell’Archivio di Nuova Scrittura donato da Paolo della Grazia alle collezioni di Museion e MART, un accento particolare è dato alla modalità con cui l’artista ha lavorato con la parola. Per questo motivo oltre alle opere più iconiche di Marcucci quali sono i collage, la sua attività di scrittrice e di performer è portata nella mostra sullo stesso piano. Trovano così spazio le riviste con i suoi contributi, da “Tèchne” fondata da Eugenio Miccini come laboratorio dello sperimentalismo verbo-visivo, “Marcatrè” rivista di cultura contemporanea legata al Gruppo 63 a “Lotta Poetica”, fondata da Sarenco e Paul De Vree con l’obiettivo di diffondere la poesia visiva e le più recenti sperimentazioni poetiche a livello internazionale. Inoltre, le sue poesie pubblicate anche in altre raccolte, gli strumenti che hanno permesso la creazione delle cinepoesie e i bozzetti preparatori per le successive tele emulsionate o i cartelli stradali veri e propri ready-made modificati a favore della poesia. L’esplorazione della parola nelle sue diverse declinazioni parte sempre e comunque da un inequivocabile atteggiamento critico e contestatore, a volte marcatamente militante eppure, sempre ironico e libero. Queste caratteristiche hanno ispirato il display della mostra curato dallo studio grafico bruno di Venezia, che volutamente definisce uno spazio per poi attuare uno spostamento e una fuoriuscita.
Lucia Marcucci – Il paesaggio falso (1976)
Si collocano invece in un’altra parentesi temporale più vicina ai giorni nostri, le opere esposte al Piccolo Museion– Cubo Garutti. Si tratta di immagini iconiche della storia dell’arte stampate su tela e arricchite da interventi pittorici che giocano con queste immagini ampliando la loro espropriazione da parte della cultura di massa.
The exhibition L’Offesa at Ar/Ge Kunst reinterprets some of the works of artist Lucia Marcucci (Florence, 1933) created since the 1960s, exploring the verbo-visual side of aural poetry, cine-poetry and non-linear editing techniques, also through the contribution of a number of contemporary voices (Wissal Houbabi, Elena Biserna and Annamaria Ajmone with Laura Agnusdei).
It was 1964 when artist Lucia Marcucci (Florence, 1933) created the work Il fidanzato in fuga: a collage on cardboard depicting three freestanding spacesuits, as if attached to clothes hangers, bodyless. The collage reads: “Paradiso extraterrestre della donna, il fidanzato in fuga nello spazio” (“A woman’s extra-terrestrial paradise: a boyfriend on the run in space”). An ironic and provocatory phrase, denouncing the condition of contemporary women and showcasing their need for freedom and transgression, from within a society obsessed with scientific and technological progress and during the time in constant ascent towards the ‘conquest’ of space. The following year, as part of Gruppo ’70, with Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti and Antonio Bueno, Lucia Marcucci put up posters and then ripped them, including the poster L’Offesa, during their poetry shows Poesie e no (1964–1967). These were a series of multimedia happenings featuring poems as well as non-literary material. The events, particularly Poesie and no 3 (1965), drew on a range of languages – poetry readings, newspaper columns, slogans, extracts from novels, experimental film screenings and other ephemeral and volatile actions – to the music of Giuseppe Chiari. It was all put together within a Cubist-style collage of words and recitals, clips, scraps and offcuts, moving away from the linear construction of content.
Lucia Marcucci stood out by virtue of her table-turning of the poetic word, which became part of the feminist struggles in the 1960s. What the artist defines as “returning the lexicon to sender” means exploiting language with irony to pursue a critical redemption of stereotypes, of gender and the assumptions regulating representation of the female body, and of the forms and habits imposed upon it by capitalist society. like in Lucia Marcucci’s work, the word is brought back to the streets, squares and venues where civic relations might established, and bodies along with them.
On the occasion of the artist’s ninetieth birthday, the exhibition L’Offesa at Ar/Ge Kunst retraces some of the artist’s works from the 1960s up to the 1990s on loan from the Lucia Marcucci Archive and the Frittelli Arte Contemporanea. The exhibition re-examines how speech, advertising, media and paper were questioned in the 1960s and 1970s through militant practices intensifying verbal and bodily presence.
The exhibition L’Offesa at Ar/Ge Kunst also develops a critical reflection on the contemporary sphere by placing some of Lucia Marcucci’s works in dialogue with the voices of other artists. The artist Wissal Houbabi brings an audio-visual and installation work into the space of dissent and struggles in today’s society; Elena Biserna with the scores of The Resounding Flâneuse and the Feminist Steps walk (9–10 June 2023, Bolzano), explores the (auditory) experiences of the nocturnal city from a gender perspective. And as part of Bolzano Danza, the dancer Annamaria Ajmone and the musician Laura Agnusdei present Bleah!!! (20–21 July 2023, Parco dei Cappuccini, Bolzano): a performance that blends gesture and sound, working on assemblages and table-turning of the temporal, spatial and authorial levels. On this occasion, a number of unknown texts by Lucia Marcucci will be published as part of Ar/Ge Kunst’s publishing series Novellas.
The Ar/Ge Kunst show is further complemented by the exhibition Lucia Marcucci. Poesie e no at Bolzano’s Museion, curated by Frida Carazzato. The two solo shows revolve around the experience that gave rise to the Poesie e no happenings. The collage of visual and linguistic signs that characterises this series of performances allows the two institutions to explore two complementary strands of Marcucci’s work: on the one hand the investigation of language starting with the critique of consumer society that finds space in Museion, and on the other, the presence of the word and body in social militancy, through the interpretation further implemented by other contemporary voices in the Ar/Ge Kunst show.
On the occasion of the two exhibitions, the visual communication workshop (Exhibition Graphic Design: processes of cultural practice) of the Faculty of Design and Art of the Free University of Bolzano (lecturer and workshop leader Elisa Pasqual, with Gianluca Camillini and Gerhard Glüher), has developed seven communication projects that expand on themes found in the work of Lucia Marcucci and the Gruppo ’70 in a contemporary key. The workshop-exhibition will open on 9 June at 6 pm at the Free University of Bolzano.
This focus on Marcucci’s work is complemented by the exhibition Ri-Materialisation of Language at the Fondazione Antonio dalle Nogare, which hosts some of her works. On 09.06. at 20 there will be a talk by the artist Nora Turato inside this exhibition.
09.06 at 6.30 pm, opening of the exhibition Lucia Marcucci,L’Offesa at Ar/Ge Kunst
09.06 and 10.06 at 9 pm, collective walk Elena Biserna, Feminist Steps (max 15 people, pre-booking required by writing to: info@argekunst.it) at Ar/Ge Kunst
13.07 at 7 pm, dialogic guided tour by both the Museion and Ar/Ge Kunst curators
20.07 and 21.07 at 8 pm, performance by Annamaria Ajmone and Laura Agnusdei as part of Bolzano Danza (Parco dei Cappuccini, Bolzano)
21.07 at 5 pm, talk with Annamaria Ajmone and Laura Agnusdei, with guided tour of the exhibition
Lucia Marcucci – Il fidanzato in fuga (1964)
Die Ausstellung L’Offesa in der Ar/Ge Kunst wirft einen neuen Blick auf mehrere seit den 1960er-Jahren entstandene Werke der Künstlerin Lucia Marcucci (*1933, Florenz), die sich mit verbo-visuellen Aspekten der auditiven Poesie, der Kinopoesie und nicht-linearer Montagetechniken auseinandersetzen. In diesem Zusammenhang werden auch die Beiträge einiger Stimmen der Gegenwart vorgestellt (Wissal Houbabi, Elena Biserna und Annamaria Ajmone mit Laura Agnusdei).
Im Jahr 1964 gestaltete Lucia Marcucci auf Karton die Collage Il fidanzato in fuga. Darauf dargestellt sind drei aufrecht stehende Raumanzüge, die aufgehängt sind wie Marionetten, aber ohne Körper. Collagiert ist zu lesen: „Paradiso extraterrestre della donna, il fidanzato in fuga nello spazio“ (Das außerirdische Paradies der Frau, der Verlobte auf der Flucht ins All) Ein so ironischer wie provokanter Satz, der die Befindlichkeit der zeitgenössischen Frau spiegelt und ihren Anspruch auf Freiheit und Überschreitung in einer Gesellschaft betont, die besessen war von Wissenschaft, Technologie und Fortschritt und sich zur damaligen Zeit in einem kontinuierlichen Aufstieg hin zur „Eroberung“ des Weltraums wähnte. Im darauffolgenden Jahr hängte die Künstlerin – als Teil des Gruppo ’70 – zusammen mit Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti und Antonio Bueno Plakate auf, nur um sie anschließend zu zerreißen, so geschehen etwa mit der Arbeit L’Offesa im Zuge ihrer gemeinsam aufgeführten Poesie-Spektakel Poesie e no (1964–1967). Dabei handelte es sich um eine Reihe multimedialer Happenings unter Einbeziehung von Gedichten sowie Matrixmaterialien außerliterarischer Herkunft. Im Rahmen dieser Veranstaltungen, allen voran Poesie e no 3 (1965), verbanden sich verschiedene Formen von Sprache: das Vorlesen von Gedichten, Zeitungskolumnen, Slogans und Romanauszügen mit der Vorführung experimenteller Filme und weiteren ebenso flüchtigen wie vergänglichen Aktionen zur Musikbegleitung Giuseppe Chiaris. Dies alles fügte sich zu einer kubistischen Collage, bestehend aus Wörtern und Rezitationen, Ausschnitten, Fragmenten, Schnipseln und Überbleibseln, die sich von einer linearen Konstruktion der Inhalte entfernen.
Lucia Marcuccis Werk zeichnet sich durch eine Umkehrung des poetischen Wortes aus, die auch Eingang in die feministischen Kämpfe der 1960er-Jahren fand. Wenn die Künstlerin davon spricht, „das Lexikon an den Absender zurückzusenden“, so bedeutet das, über einen ironischen und kritischen Gebrauch von Sprache eine Befreiung von Geschlechterstereotypen, von Annahmen über die Darstellung des weiblichen Körpers ebenso wie von aufoktroyierten Praktiken und Gewohnheiten der kapitalistischen Gesellschaft zu erreichen. Lucia Marcucci bringt das Wort wieder auf Straßen und Plätze, in Leben und Orte, an denen Zivilbürgerschaft stattfindet, und mit ihr der Körper.
Anlässlich des 90. Geburtstags der Künstlerin zeigt die Ar/Ge Kunst in der Ausstellung L’Offesa mehrere Werke Marcuccis aus den 1960er- bis 1990er-Jahren, die von ihrem Archiv sowie der Frittelli Arte Contemporanea (Florenz) als Leihgaben zu Verfügung gestellt wurden. Die Schau stellt vor Augen, wie Sprache, Werbung, Medien und Papier in den 1960er- und 1970er-Jahren von einer militanten Praxis auf den Prüfstand gestellt wurden, die auf verbale und physische Gegenwart setzte.
Darüber hinaus unternimmt die Ausstellung L’Offesa eine kritische Reflexion aus aktueller Warte, indem sie einige Werke Lucia Marcuccis in einen Dialog mit den Stimmen anderer Künstler*innen stellt. So bringt etwa Wissal Houbabi eine audiovisuelle Installation in den Raum des Dissenses und der Kämpfe unserer heutigen Gesellschaft ein; Elena Biserna erkundet mithilfe der Partituren The Resounding Flâneuse und dem Spaziergang Feminist Steps (9./10. Juni 2023, Bozen) die (Hör-)Erfahrungen der nächtlichen Stadt aus einer geschlechtsbezogenen Perspektive; und im Rahmen von Bolzano Danza zeigen die Tänzerin Annamaria Ajmone und die Musikerin Laura Agnusdei die Geste und Klang verbindende Partitur Bleah!!! (20./21. Juli 2023, Kapuzinerpark, Bozen), die mit Assemblagen und dem Durchbrechen zeitlicher, räumlicher wie auktorialer Zusammenhänge arbeitet. Aus diesem Anlass veröffentlicht die Ar/Ge Kunst auch einige bislang unveröffentlichte Texte Lucia Marcuccis in der Publikationsreihe Novellas.
Die Ausstellung in der Ar/Ge Kunst wird ergänzt durch die von Frida Carazzato kuratierte Schau Lucia Marcucci. Poesie e no im Museion in Bozen. Beide Einzelpräsentationen kreisen um Erfahrungen, die zur Entstehung des Happenings Poesie e no geführt haben. Die mehrfach aufgeführte Performance zeichnet sich durch eine collageartige Nebeneinanderstellung visueller und sprachlicher Zeichen aus und wird für beide Einrichtungen zum Ausgangspunkt, um jeweils komplementäre Stränge von Marcuccis Œuvre zu beleuchten: So findet die in einer Kritik an der Konsumgesellschaft wurzelnde Untersuchung von Sprache ihren Raum im Museion, während die Gegenwart von Wort und Körper im Aktivismus eine Re-Lektüre auch durch zeitgenössische Stimmen in der Ar/Ge Kunst erfährt.
Anlässlich beider Ausstellungen hat zudem der Workshop für visuelle Kommunikation „Grafikdesign für Ausstellungen: Prozesse kultureller Praxis“ (geleitet von der Dozentin Elisa Pasqual in Zusammenarbeit mit Gianluca Camillini und Gerhard Glüher) an der Fakultät für Design und Künste der Freien Universität Bozen sieben Kommunikationsprojekte entwickelt, die Themen im Werk Lucia Marcuccis und des Gruppo ‘70 aus heutiger Sicht aufgreifen. Die Workshop-Ausstellung eröffnet am 9. Juni um 18 Uhr in der Freien Universität Bozen.
Der Fokus auf Marcuccis Werk wird zudem ergänzt durch die Ausstellung Re-Materialisierung der Sprache in der Fondazione Antonio Dalle Nogare, in der auch einige Werke der Künstlerin zu sehen sind. In diesem Rahmen findet am 09.06. um 20 Uhr ein Vortrag der Künstlerin Nora Turato statt.
Kuratiert von Francesca Verga und Zasha Colah
Ar/Ge Kunst, Bolzano/Bozen, 09.06. – 29.07.2023
Programm:
09.06.2023 18:30 Uhr Eröffnung der Ausstellung Lucia Marcucci. L’Offesa in der Ar/Ge Kunst
09.06.2023 und 10.06. 21:00 Uhr Walk Feminist Steps von Elena Biserna (max. 15 Personen, Anmeldung erforderlich unter: info@argekunst.it) in der Ar/Ge Kunst
13.07.2023 19:00 Uhr Dialogführung mit den Kuratorinnen des Museion und der Ar/Ge Kunst
20.07.2023 und 21.07. 20:00 Uhr Performance von Annamaria Ajmone und Laura Agnusdei im Rahmen von Bolzano Danza (Kapuzinerpark, Bozen)
21.07.2023 17:00 Uhr Gespräch mit Annamaria Ajmone und Laura Agnusdei sowie Führung durch die Ausstellung
In der Museion Passage wird anlässlich des 90. Geburtstags von Lucia Marcucci, einer führenden Vertreterin der visuellen Poesie in Italien, die Ausstellung Poesie e no gezeigt. Werke der Künstlerin befinden sich unter anderem in der Sammlung des Archivio di Nuova Scrittura, das Paolo della Grazia dem Museion und dem Museum Mart 2020 als Schenkung übergeben hat. Bei der Museion Passage handelt es sich um einen kostenfrei zugänglichen Raum für die Präsentation von Sammlungswerken, der die Verbindung zur Region stärken soll.
Die Ausstellung beleuchtet Marcuccis künstlerische Forschung und Experimente der 1960er- und 1970er-Jahren anhand ihrer Werke ebenso wie zahlreicher theoretischer und poetischer Schriften. Die Arbeiten stammen aus dem Mart, dem Privatarchiv der Künstlerin sowie dem Archivio di Nuova Scrittura, das Teil der Museumssammlung ist. Der Fokus auf Lucia Marcucci fügt sich in die kontinuierlich vom Museion unternommene Forschung zu den Künstler*innen seiner Sammlung ein: Dazu gehört auch, die gegenwärtige Relevanz ihrer Werke sowie die verschiedenen durch sie begründeten künstlerischen und interdisziplinären Verbindungen aufzuzeigen.
Marcuccis Werke erzählen vom Italien der Nachkriegszeit, von einer Gesellschaft, die von wirtschaftlichem Aufschwung, sozialer und politischer Neuordnung sowie gegen Ende der 1960er-Jahre zudem von Studierendenprotesten und dem Aufkommen feministischer Bewegungen geprägt war. In diesem Klima fanden viele Künstler*innen unter dem Einsatz neuer Techniken zu unkonventionellen Ausdrucksweisen und begründeten innovative Formen von Interdisziplinarität, die sich auch in den Werken Marcuccis spiegeln.
Der Titel der Ausstellung – Poesie e no – geht zurück auf eine Aufführung von Gedichten Lamberto Pignottis und Eugenio Miccinis, die erstmals 1963 auf Einladung Lucia Marcuccis hin unter der Regie von Enrico Sirello stattfand. Das Happening wurde in den darauffolgenden Jahren mehrmals wiederholt. Sein Titel soll – ebenso wie jener der aktuellen Ausstellung – deutlich machen, dass Marcuccis künstlerische Praxis stets bestimmt ist von der Begegnung zwischen „hoher“ und „niederer“ Kultur, zwischen literarischer Sprache und jener des durch die Massenmedien vermittelten Alltags. Aus diesem Impetus leitet sich die tragisch-ironische Nebeneinanderstellung von Text und Bild, Malerei und Collage her.
Lucia Marcucci – Poesia (1965)
So erscheinen die Bild- und Toncollagen dieser ersten Aufführung von Poesie e no als Hommage an die dadaistisch-futuristische Tradition und ihre Auseinandersetzung mit Sprache durch den Gruppo ‘70 – ein in Florenz gegründetes Künstler*innenkollektiv, dem Lucia Marcucci angehörte – und zugleich als Ausdruck der nicht-linearen Herangehensweise der Künstlerin selbst.
Die Erkundung des geschriebenen Wortes in seinen unterschiedlichen Ausformungen nimmt ihren Ausgang in einer kritischen, protestähnlichen Haltung, die sich mitunter betont militant gibt, stets aber ironisch und frei ist. Diese Merkmale inspirierten auch die von dem Grafikstudio Bruno aus Venedig besorgte Ausstellungsgestaltung.
Die im Piccolo Museion – Cubo Garutti zu sehenden Arbeiten Marcuccis ordnen sich hingegen in eine jüngere Werkphase ein. Sie zeigen ikonische Bilder der Kunstgeschichte, wie etwa Botticellis Venus oder Leonardos Mona Lisa, die auf große Leinwände gedruckt und durch malerische, mit ihrer Aneignung durch die Massenkultur spielende Interventionen erweitert wurden.
Parallel zu der Ausstellung im Museion präsentiert zudem die Ar/Ge Kunst in Bozen die von FrancescaVerga und Zasha Colah kuratierte Schau L’Offesa.
Beide Einzelpräsentationen der Künstlerin kreisen um Erfahrungen, die zur Entstehung des Happenings Poesie e no geführt haben. Diese Reihe von Performance zeichnet sich durch eine collageartige Zusammenfügung visueller und sprachlicher Zeichen aus, die beide Einrichtungen nun zum Anlass nehmen, um komplementäre Stränge von Marcuccis Arbeit herauszustellen. Diese ist zum einen geprägt durch die im Museion thematisierte und in einer Kritik an der Konsumgesellschaft wurzelnde Untersuchung von Sprache und zum anderen durch die Gegenwart von Wort und Körper im Aktivismus, die in der Ar/Ge Kunst eine Neudeutung durch Stimmen der Gegenwart erfährt.
Aus Anlass der beiden Ausstellungen hat die Fakultät für Design und Künste der Freien Universität Bozen den Workshop für visuelle Kommunikation „Grafikdesign für Ausstellungen: Prozesse kultureller Praxis“ (Dozentin und Workshopleiterin Elisa Pasqual zusammen mit Gianluca Camillini und Gerhard Glüher) abgehalten. Hierbei wurden sieben Kommunikationsprojekte entwickelt, die Themen im Werk Lucia Marcuccis und des Gruppo ‘70 aus einer heutigen Perspektive aufgreifen. Die Workshop-Ausstellung wird am 9. Juni um 18 Uhr in der Freien Universität Bozen (Universitätsplatz 1) eröffnet und kann auch am Samstag, den 10. Juni, besucht werden.
Der Fokus auf Marcuccis Werk wird zudem ergänzt durch die Ausstellung Re-Materialisierung der Sprache in der Fondazione Antonio Dalle Nogare, in der auch einige Werke der Künstlerin zu sehen sind. In diesem Rahmen findet am 09.06. um 20 Uhr ein Vortrag der Künstlerin Nora Turato statt.
BEGLEITPROGRAMM:
– 13.07. 19.00 Uhr Führung in italienischer Sprache durch beide Ausstellungen gemeinsam mit den Kuratorinnen des Museion und der Ar/Ge Kunst
– 24.08. 17.00 – 19.00 Uhr Museion Ink – Session zum kreativen Schreiben: Anlässlich der Ausstellung Lucia Marcucci. Poseie eno unternimmt Museion Ink eine Reise ins experimentelle Schreiben und gibt den Teilnehmer*innen Gelegenheit, ihre Erfahrung der Welt festzuhalten.
Mit Roberta Pedrini. Anmeldung erforderlich unter eventbrite.it/museion oder 0471223435/13
Lucia Marcucci
Lucia Marcucci wurde 1933 in Florenz geboren, wo sie heute noch lebt und arbeitet. Gegen Ende der 1950er-Jahre begann sie, sich der Poesie unter Verwendung der Collagetechnik zu widmen. In den 1960er-Jahren wurde sie Mitglied des aus Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lamberto Pignotti, Antonio Bueno bestehenden Gruppo ’70, dem sich bei einigen Projekten auch Antonio Bueno und Ketty La Rocca anschlossen. Unter Berücksichtigung der Beziehungszusammenhänge zwischen Wort und Bild benutzt Marcucci einen doppelten verbal-visuellen Code und erschafft ebenso provokative wie respektlose Werke. Häufig werden sie noch betont durch pointierte Botschaften aus der Terminologie von Comic-Sprechblasen, die die programmatische Linie des Gruppo ‘70 in origineller Weise variieren. Dieser löste sich Ende 1968 auf, und Lucia Marcucci begründete zusammen mit weiteren visuellen Dichter*innen den Gruppo Internazionale di Poesia Visiva. Daraufhin setzte sie ihre künstlerischen Experimente fort, entwickelte aber eigenständigere und unabhängigere Themen. In ihrem Schaffen der letzten Jahre bedient sich Marcucci der Collagetechnik ebenso wie digitaler Inhalte und Werbebilder und bearbeitet Plakate, die die städtischen Randbereiche tapezieren.
Museion Passage
In dem von einer multidisziplinären Arbeitsgruppe kuratierten Raum werden Werke aus der Museumssammlung kostenfrei und unabhängig von den laufenden Ausstellungen gezeigt. Ursprünglich war die Passage als Durchgang zwischen dem historischen und dem modernen Teil der Stadt konzipiert und nutzt diesen baulichen Aspekt nun als Metapher, um einen bewussten Dialog zwischen Generationen, Praktiker*innen und Gemeinschaften anzuregen. Die Museion Passage liest die Sammlung als ein Archiv unerzählter Geschichten und als Brücke zur Gegenwart. Daher wird die Auswahl der Werke bestimmt durch Themen und Ereignisse, die unsere aktive und vielfältige Kulturlandschaft heute beeinflussen.
Cubo Garutti
„In diesem kleinen Raum werden Werke aus dem Museum für moderne und zeitgenössische Kunst in Bozen ausgestellt, damit die Bewohner*innen dieses Stadtteils sie vor Ort sehen können. Der von der Autonomen Provinz Bozen – Südtirol – Italienische Kultur in Auftrag gegebene Raum ist all jenen gewidmet, die hier vorbeikommen und einen Blick darauf werfen, und sei es nur für einen Augenblick.“ Alberto Garutti. Das im Jahr 2003 aufgestellte Piccolo Museion wurde von dem Künstler Alberto Garutti gestaltet und dient als Zweigstelle des Museion im Bozner Stadtviertel Don Bosco. Neben Werken aus der Museumssammlung werden in ihm auch eigens für den Stadtteil erarbeitete Projekte ausgestellt. Der Cubo Garutti befindet sich in der Sassaristraße 17b – Bozen.
Kuratiert von Frida Carazzato
Direktor: Bart van der Heide
Verantwortliche Bereich Organisation Sammlung/Archiv: Elena Bini
Lucia Marcucci – Passione e miliardi (1966) – Collezione Museion, Archivio di Nuova Scrittura
Museion Passage – a freely accessible space dedicated to enhancing the museum’s collection and its links with the local territory – will host Poesie e no, an exhibition that marks the 90th birthday of Italy’s leading exponent of Visual Poetry, Lucia Marcucci. The artist’s work is included in the Archivio di Nuova Scrittura, a collection donated to Museion and the Mart museum by Paolo della Grazia in 2020.
The exhibition highlights Marcucci’s artistic research and experimentation in the 1960s and 1970s, through both her works and numerous theoretical and poetic writings. The works come from the Mart, the artist’s private archive, and from the Archivio di Nuova Scrittura part of the museum collection. Museion’s focus on this figure is part of its ongoing research into the works and artists in its collection: This includes underlining the contemporary nature of their art and the different artistic and interdisciplinary connections they create.
Marcucci’s works speak about post-World War II Italy. A society characterized by an economic boom, social and political reorganization and, towards the end of the 1960s, also by student protests and feminist movements. In this climate, many artists chose to express themselves in unconventional ways with new techniques and by creating a new definition of interdisciplinarity that can be seen in the artist’s works too.
The title of the exhibition, Poesie e no, derives from a poem-show of Lamberto Pignotti and Eugenio Miccini first presented in 1963 at the invitation of Lucia Marcucci, under the direction of Enrico Sirello. The presentation was then repeated several times in the following years, with the participation of the artis herself. The title, like the entire exhibition, is intended to emphasize how Marcucci’s artistic practice has always been characterized by the encounter between ‘high’ and ‘low’ culture and between literary language and everyday life expressed through the mass media. This is the reason for its tragic but ironic combination of text and image, painting and collage.
Lucia Marcucci – A,B,C,D,… (1973)
The visual and sound collage of the first performance of Poesie e no appears, on one hand, to be a tribute to the Dada and Futurist tradition of research into language, carried out by Gruppo 70 – an artistic collective established in Florence, of which Lucia Marcucci was a member – and on the other, an expression of the artist’s non-linear approach to art.
The exploration of written word in its various declinations starts from a critical, protest-like attitude that is sometimes markedly militant, but always ironic and free. These characteristics also inspire the exhibition layout, curated by the Bruno graphics studio in Venice.
The works by Marcucci exhibited at the Piccolo Museion – Cubo Garutti, on the other hand, are located in a temporal parenthesis closer to the present day. These are iconic images from the history of art, such as Botticelli’s Venus or Leonardo’s Mona Lisa, printed on large canvases enriched by pictorial interventions that play with the images and extend their expropriation by mass culture.
The Museion exhibition runs parallel to the exhibition L’Offesaat Ar/Ge Kunst, Bozen/Bolzano, curated by Francesca Verga and Zasha Colah.
The two solo shows gravitate around the experience that gave rise to the Poesie e no happening. The collage of visual and linguistic signs that characterizes this series of performances allows the two institutions to develop complementary strands of Marcucci’s work. On one hand, there is the investigation of language, starting with the critique of consumer society on display at Museion, and on the other, the presence of the verb and body in militancy, through an interpretation, featuring contemporary voices in the exhibition at Ar/Ge Kunst.
On the occasion of the two exhibitions, the Faculty of Design and Art at the Free University of Bozen-Bolzano held the visual communication workshop “Exhibition Graphic Design: processes of cultural practice” (lecturer and workshop leader Elisa Pasqual, with Gianluca Camillini and Gerhard Glüher). During the workshop, seven communication projects were developed that interpret themes present in the work of Lucia Marcucci and the ’70s Group through a contemporary perspective. The workshop exhibition will open on 9th June at 6 p.m. at the Free University of Bozen-Bolzano (University Square 1) and can also be visited on Saturday 10th June.
This focus on Marcucci’s work is complemented by the exhibition Ri-Materialisation of Language at the Fondazione Antonio dalle Nogare, which hosts some of her works. On 09.06. at 20 there will be a talk by the artist Nora Turato inside this exhibition.
COLLATERAL PROGRAM:
– 13.07 h 7.00 pm guided tour in Italian of the two exhibitions with the curators of Museion and Ar/Ge Kunst. Subscription required on eventbrite.it/museion
– 24.08 h 5.00-7.00 pm Museion Ink – Creative writing session: To mark the exhibition Lucia Marcucci. Poseie e no, Museion Ink. is embarking on a journey into experimental writing to document the participants’ experience of the world. With Roberta Pedrini. Subscription required on eventbrite.it/museion or 0471223435/13
Lucia Marcucci
Lucia Marcucci was born in 1933 in Florence, where she still lives and works today. Towards the end of the 1950s, she began to devote herself to poetry through the technique of collage. During the 1960s, she became part of the Gruppo ’70 composed of her, Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lamberto Pignotti, and for some collaborations also of Antonio Bueno and Ketty La Rocca. The double verbal-visual code is used by Marcucci according to a cohesion between word and image with a provocative and desecrating result, often underlined by unscrupulous messages taken from the terminology of comic balloons, which constitute an original version of the programmatic lines of the Gruppo ’70. This disbanded at the end of 1968 and Lucia Marcucci, together with other visual poets, founded the Gruppo Internazionale di Poesia Visiva. From this moment on, she continued her artistic experimentation, developing more autonomous and independent themes. In the production of recent years, Marcucci uses the collage technique and digital as well as advertising images, manipulating the posters that paper the outskirts of cities.
Museion Passage
Passage is a space curated by a multidisciplinary working group that presents works from the museum collection, free of charge and independently of the other exhibitions on display. Originally conceived as a passage between the historic and modern parts of the city, Museion Passage uses this aspect of the building as a metaphor to prompt an informed dialogue between generations, practitioners and communities. The space sees the collection as an archive of unnarrated stories and bridges to the modern world. In fact, the topics and events that impact today’s active and multi-disciplinary cultural landscape will influence which works are selected.
Cubo Garutti
“In this small room, works from the Bolzano Museum of Modern and Contemporary Art will be exhibited so that the citizens of this district can see them. This work, desired by the Autonomous Province of Bolzano – Alto Adige Italian Culture, is dedicated to all those who pass by here, and stop to take a look, even for just a moment.” Alberto Garutti. Built in 2003, Piccolo Museion is a work by the artist Alberto Garutti. It is a detached branch of Museion in Bolzano’s Don Bosco district, where every year, in addition to exhibiting works from Museion’s collection, it also hosts projects conceived specifically for the district. The Garutti Cube is located in Via Sassari 17b – Bolzano.
Curated by Frida Carazzato
Director: Bart van der Heide
Head of organisation collection/archives: Elena Bini
La mostra L’Offesa ad Ar/Ge Kunst rilegge alcuni lavori dell’artista Lucia Marcucci (Firenze, 1933), realizzati a partire dagli anni Sessanta, sul versante verbo-visuale della poesia auditiva, della cinepoesia e delle tecniche di montaggio non-lineari, anche attraverso il contributo di alcune voci contemporanee (Wissal Houbabi, Elena Biserna e Annamaria Ajmone con Laura Agnusdei).
Nel 1964 Lucia Marcucci crea il lavoro Il fidanzato in fuga, un collage su cartoncino che raffigura tre tute spaziali che si reggono in piedi da sole, come agganciate a dei manichini, senza corpo. Il collage recita: Paradiso extraterrestre della donna, il fidanzato in fuga nello spazio. Una frase ironica e provocatoria che denuncia la condizione della donna contemporanea e porta avanti la sua esigenza di libertà e trasgressione, all’interno di una società ossessionata dai progressi scientifici e tecnologici e a quel tempo in costante ascesa verso la “conquista” dello spazio. L’anno seguente, Lucia Marcucci, come parte del Gruppo ’70, con Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti e Antonio Bueno, affigge manifesti per poi strapparli, come il manifesto L’Offesa, durante le loro poesie-spettacolo Poesie e no (1964-1967). Si tratta di una serie di happening multimediali contenenti poesie e materiali di matrice extra-letteraria. Questi eventi, in particolare Poesie e no 3 (1965), coinvolgevano diversi linguaggi: letture di poesie, rubriche giornalistiche, slogan, estratti di romanzi, proiezione di film sperimentali, e altre azioni effimere e volatili sotto le musiche di Giuseppe Chiari. Il tutto assemblato in un collage cubista di parole e recite, spezzoni, ritagli, scarti e rifiuti, che si allontana da una costruzione lineare dei contenuti.
Lucia Marcucci – Il fidanzato in fuga (1964)
Lucia Marcucci si è distinta per il rovesciamento della parola poetica, che è diventata parte delle lotte femministe negli anni Sessanta. Quello che l’artista definisce come “rispedire il lessico al mittente” significa portare avanti, attraverso l’apporto di ironia nel linguaggio, un riscatto critico sugli stereotipi, sul genere e gli assunti che regolavano la rappresentazione del corpo femminile, sulle forme e abitudini imposte dalla società capitalistica. L’opera di Lucia Marcucci riporta la parola nelle strade, nelle piazze, nelle vie e nei luoghi dove si svolgeva la relazione civica, e con essa i corpi.
Per il novantesimo compleanno dell’artista, la mostra L’Offesa ad Ar/Ge Kunst ripercorre alcuni lavori di Marcucci realizzati tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta in prestito dall’Archivio di Lucia Marcucci e dalla Galleria Frittelli Arte Contemporanea. La mostra affronta come la parola, la pubblicità, i media e la carta sono state messe in discussione negli anni Sessanta e Settanta attraverso una pratica militante che intensifica la presenza verbale e corporale.
La mostra L’Offesa ad Ar/Ge Kunst sviluppa inoltre una riflessione critica sulla contemporaneità mettendo alcune opere di Lucia Marcucci in dialogo con le voci di altre artiste. L’artista Wissal Houbabi porta un lavoro audio visuale e installativo nello spazio del dissenso e delle lotte antirazziali dell’attuale società; Elena Biserna con le score The Resounding Flâneuse e la passeggiata Feminist Steps (9-10 giugno 2023, Bolzano), esplora le esperienze (uditive) della città notturna da una prospettiva di genere; all’interno di Bolzano Danza, la danzatrice Annamaria Ajmone e la musicista Laura Agnusdei presentano Bleah!!! (20-21 luglio 2023, Parco dei Cappuccini, Bolzano) una partitura che mescola gesto e suono lavorando su assemblaggi e ribaltamenti sul piano temporale, spaziale, autoriale. In questa occasione, vengono pubblicati alcuni testi inediti di Lucia Marcucci nella serie di pubblicazioni di Ar/Ge Kunst Novellas.
Lucia Marcucci, Bleah!!! (1967)
La mostra ad Ar/Ge Kunst si completa con la mostra Lucia Marcucci, Poesie e no presso Museion, Bozen/Bolzano, curata da Frida Carazzato. Le due personali gravitano intorno all’esperienza che ha dato vita all’happening di Poesie e no. Il collage di segni visivi e linguistici che caratterizza questa serie di performance permette alle due istituzioni di sviluppare due filoni complementari del lavoro di Marcucci: da una parte l’indagine sul linguaggio a partire dalla critica alla società dei consumi che trova spazio a Museion, dall’altra la presenza del verbo e corpo nella militanza, attraverso una lettura attuata anche da voci contemporanee nella mostra ad Ar/Ge Kunst.
Lucia Marcucci – Io sarò, qui, poeta (1995)
In occasione delle due mostre, il laboratorio di comunicazione visiva (Exhibition Graphic Design: processes of cultural practice) della Facoltà di Design e Arti della Free Università di Bozen-Bolzano (docente e workshop leader Elisa Pasqual, con Gianluca Camillini e Gerhard Gluher), ha sviluppato sette progetti di comunicazione che espandono in chiave contemporanea temi presenti nel lavoro di Lucia Marcucci e del Gruppo ‘70. La mostra del laboratorio inaugurerà il 9 giugno alle 18:00 alla Free Università di Bozen-Bolzano.
A completamento del lavoro di Marcucci, si segnala inoltre la mostra Ri-Materializzazione del Linguaggio presso la Fondazione Antonio dalle Nogare, Bolzano, che ospita delle sue opere. Il giorno 09.06. alle ore 20.00 si svolge inoltre un talk dell’artista Nora Turato a conclusione di questa mostra.
A Museion Passage – spazio dedicato alla valorizzazione della collezione museale e al legame con il territorio, accessibile gratuitamente – inaugura la mostra dedicata a una delle maggiori esponenti italiane della Poesia Visiva, Lucia Marcucci, in occasione del suo novantesimo compleanno. L’artista è parte dell’Archivio di Nuova Scrittura, collezione donata a Museion e al Mart da Paolo della Grazia nel 2020.
Numerosi scritti teorici e poetici danno voce alle ricerche e sperimentazioni artistiche degli anni Sessanta e Settanta di Lucia Marcucci. Le opere provengono dal Mart, dalla collezione privata dell’artista, e soprattutto dall’Archivio di Nuova Scrittura parte della collezione museale. Il focus che Museion desidera dedicarle si inserisce infatti all’interno di una costante ricerca che il museo dedica alla valorizzazione della propria collezione, ai e alle sue protagoniste, evidenziandone di volta in volta la contemporaneità delle ricerche e le diverse connessioni artistiche e interdisciplinari.
Le opere di Marcucci parlano dell’Italia del secondo dopoguerra, caratterizzata dal boom economico, un riassetto sociale e politico, e, verso la fine degli anni Sessanta, anche da contestazioni studentesche e da movimenti femministi. In questo clima, molti artisti e artiste scelgono di esprimersi secondo mezzi non convenzionali, con nuove tecniche e puntando sull’interdisciplinarità, come emerge dalle opere dell’artista stessa.
Il titolo della mostra, Poesie e no, deriva da una poesia-spettacolo di Lamberto Pignotti ed Eugenio Miccini presentata in una prima versione nel 1963 su invito di Lucia Marcucci, con la regia di Enrico Sirello, e che ebbe negli anni successivi diverse presentazioni e la partecipazione dell’artista stessa. Il titolo, come tutta la mostra, vuole sottolineare come la pratica artistica di Marcucci sia sempre stata caratterizzata dall’incontro tra cultura “alta” e cultura “bassa”, tra linguaggio letterario e quotidiano espresso attraverso i mezzi di comunicazione di massa: un connubio tra testo e immagine, pittura e collage, tragicità e ironia.
Lucia Marcucci – Passione e miliardi (1966) – Collezione Museion, Archivio di Nuova Scrittura
Il collage visivo e sonoro della prima rappresentazione di Poesie e no appare da un lato come un innesto della ricerca sul linguaggio con la tradizione dada e futurista, attuata dal Gruppo ’70 – collettivo artistico nato a Firenze, di cui Lucia Marcucci è stata parte – e dall’altro come un’espressione dell’approccio non lineare dell’artista all’arte.
L’esplorazione della parola nelle sue diverse declinazioni parte da un atteggiamento critico e contestatore, a volte marcatamente militante eppure, sempre ironico e libero. Queste caratteristiche hanno ispirato anche il display della mostra, curato dallo studio grafico Bruno di Venezia.
Si collocano invece in una parentesi temporale più vicina ai giorni nostri, le opere di Marcucci esposte al Piccolo Museion – Cubo Garutti. Si tratta di immagini iconiche della storia dell’arte, come per esempio la Venere di Botticelli o la Monna Lisa di Leonardo, stampate su grandi tele arricchite da interventi pittorici che giocano con queste immagini, ampliando la loro espropriazione da parte della cultura di massa.
Lucia Marcucci – Sex (2010)
L’esposizione di Museion si completa con la mostra L’Offesa presso Ar/Ge Kunst, Bozen/Bolzano, curata da Francesca Verga e Zasha Colah.
Le due personali gravitano intorno all’esperienza che ha dato vita all’happening di Poesie e no. Il collage di segni visivi e linguistici che caratterizza questa serie di performance permette alle due istituzioni di sviluppare filoni complementari del lavoro di Marcucci: da una parte l’indagine sul linguaggio a partire dalla critica alla società dei consumi che trova spazio a Museion, dall’altra la presenza del verbo e corpo nella militanza, attraverso una lettura attuata anche da voci contemporanee nella mostra ad Ar/Ge Kunst.
In occasione delle due mostre, il laboratorio di comunicazione visiva (Exhibition Graphic Design: processes of cultural practice) della Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bozen-Bolzano (docente e workshop leader Elisa Pasqual, con Gianluca Camillini e Gerhard Glüher), ha sviluppato sette progetti di comunicazione che espandono in chiave contemporanea temi presenti nel lavoro di Lucia Marcucci e del Gruppo ‘70. La mostra del laboratorio inaugurerà il 9 giugno alle 18:00 alla Libera Università di Bozen-Bolzano (piazza Università 1) e sarà visitabile anche sabato 10 giugno.
A completamento del lavoro di Marcucci, si segnala inoltre la mostra Ri-Materializzazione del Linguaggio presso la Fondazione Antonio dalle Nogare, Bolzano, che ospita delle sue opere. Il giorno 09.06. alle ore 20:00 si svolge inoltre un talk dell’artista Nora Turato a conclusione di questa mostra.
PROGRAMMA COLLATERALE:
13.07 h 19:00 visita guidata dialogica in italiano alle due mostre con le curatrici di Museion e Ar/Ge Kunst. Iscrizione richiesta su eventbrite.it/museion
24.08 h 17:00-19:00 Museion Ink – Workshop di scrittura creativa in omaggio alla mostra Lucia Marcucci. Poesie e no. Un viaggio nella scrittura sperimentale per documentare in maniera poetica la visione del mondo dei partecipanti. Con Roberta Pedrini. È necessaria l’iscrizione su eventbrite.it/museion o telefonando allo 0471223435/13
Museion Passage
Passage è uno spazio curato da un gruppo di lavoro multidisciplinare dedicato alla presentazione di opere della collezione del museo, accessibili al pubblico gratuitamente e indipendentemente dalle mostre in corso. Concepito dagli architetti come passaggio tra la parte storica e quella moderna della città, Museion Passage utilizza questo aspetto dell’edificio come metafora per stimolare un dialogo consapevole tra generazioni, vari settori di attività e la comunità. Lo spazio guarda alla collezione come repertorio di storie non raccontate e ponte verso l’attualità. La selezione delle opere è guidata da temi ed eventi del paesaggio culturale odierno, attivo e interdisciplinare.
Cubo Garutti
“In questa piccola stanza saranno esposte opere del museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano per far sì che i cittadini di questo quartiere le possano vedere. Questa opera voluta dalla Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige cultura italiana, è dedicata a tutti quelli che passando di qui, anche per un solo istante, la guarderanno”. Alberto Garutti
Realizzato nel 2003, il Piccolo Museion è un’opera dell’artista Alberto Garutti. Si tratta di una sede distaccata di Museion nel quartiere Don Bosco di Bolzano dove ogni anno oltre a esporre opere provenienti dalla collezione di Museion, sono ospitati anche progetti concepiti espressamente per il quartiere.
A cura di Frida Carazzato
Direttore: Bart van der Heide
Responsabile organizzazione collezione/archivio: Elena Bini
Programma di Alessandra Tortosa che tratta temi storico, artistici e di costume dell’Alto Adige. Analizza i diversi aspetti culturali del nostro territorio e ne racconta la storia. Avvalendosi anche di musiche di autori locali propone itinerari naturalistici e artistici, infine presenta piccoli “tesori” dell’archivio Rai. | Rai Alto Adige Südtirol | Bolzano | 2023
Lucia Marcucci – Poesia (1965)
Due mostre dedicate a Lucia Marcucci, una delle maggiori esponenti italiane della Poesia Visiva, in occasione del suo novantesimo compleanno: al Museion e ad Ar/Ge Kunst; saranno presenti le curatrici Frida Carazzato, Francesca Verga e Zasha Colah, l’artista Wissal Houbabi e la docente della Lub Elisa Pasqual.
POESIE E NO / LUNA – PARK (1966) | Teatro Universitario – Salone degli Specchi | Venezia
POESIE e NO – A cura di Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti. Testi di Lucia Marcucci, Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lamberto Pignotti. Azione pittorica di Antonio Bueno. Teatro Universitario, Ca’ Foscari, Venezia.
LUNA – PARK – Con Baj, A. Bueno, Bugli, B. Oliva, S. Bussotti, Chiari, Del Pezzo, Guala, Loffredo, L. Marcucci, Matarese, Melani, Miccini, Moretti, Paladino, Pascali, Persico, Pignotti, Raffaele, Ximenes, G. Ziveri. Salone degli Specchi, Ca’ Giustinian, Venezia.
Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci presenta Eccentrica. Le collezioni del Centro Pecci: un percorso spiazzante, aperto al pubblico a partire dal 6 maggio 2023, che rilegge le opere raccolte dal Centro, selezionandone oltre 50 tra le circa 1200 acquisite o donate dal 1988 a oggi. Fontana,Boetti, Warhol, Richter, Kounellis, Bonvicini, Schnabel e Fumai, questi alcuni dei grandi artisti presenti nella collezione.
Per la prima volta un’ala degli spazi espositivi viene dedicata in modo permanente alla presentazione delle collezioni. Firma il progetto del display lo studio Formafantasma secondo criteri di sostenibilità e accessibilità, tematiche che ispirano l’azione di direzione artistica nella proposta del Centro. L’Ala grande Nio (dall’architettura realizzata nel 2016 da Maurice Nio) si trasforma così in un luogo ancora più inedito per vivere il Centro Pecci, raccontare Prato e conoscere l’arte contemporanea dal dopoguerra a oggi.
Artisti in esposizione: Vito Acconci, Archizoom, Stefano Arienti, Massimo Bartolini, Mirella Bentivoglio, Edo Bertoglio, Alighiero Boetti, Monica Bonvicini, Giulia Cenci, Daniela De Lorenzo, Sylvie Fleury, Lucio Fontana, Chiara Fumai, Marco Gastini, Nan Goldin, Dmitri Gutov, Ilya Kabakov, Anish Kapoor, Kinkaleri, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Nanda Lanfranco, Paul Etienne Lincoln, Jacques Lipchitz, Francesco Lo Savio, Lucia Marcucci, Silvia Mejía, Verita Monselles, Liliana Moro, Robert Morris, Mimmo Paladino, Gianni Pettena, Gerhard Richter, Julian Schnabel, Superstudio, Francesco Torrini, UFO, VALIE EXPORT, Andy Warhol.
Lucia Marcucci – Un proverbio cinese (1964)
A cura di Stefano Collicelli Cagol
Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, 6 maggio – 15 ottobre 2023
APALAZZOGALLERY è lieta di presentare Il Significato della Poesia, prima personale in galleria dell’artista Lucia Marcucci (Firenze, 1933), che apre al pubblico mercoledì 24 maggio 2023. La mostra comprende opere storiche che datano dai primi anni Settanta, fino ad arrivare a lavori recenti degli anni Duemila e a opere su carta di soggetto sacro che raramente hanno fatto la loro comparsa nelle mostre di Marcucci. Gli stendardi così come i manifesti pubblicitari creati con la tecnica del collage sono protagonisti della rinnovata critica alla società contemporanea, sfruttando l’ironia della Poesia Visiva. Sono presenti in mostra anche i celebri libri oggetto/soggetto realizzati tra gli anni Novanta e inizio anni Duemila, che si pongono a metà tra le opere su carta e l’oggetto libro, coscienti della mutazione del linguaggio. La parola, così presente nelle opere a parete di Marcucci, diventa nei libri quasi assente, per lasciare posto a colori vivissimi e a forti elementi scultorei.
Lucia Marcucci – Il significato della poesia (2006)
“Nei miei intendimenti l’opera doveva essere un “volgare” il più vicino al mondo d’oggi, un “volgare” però carico, pregnante, politicizzato, guerrigliero, scomodo. L’opera riunificatrice degli opposti ma nello stesso tempo enorme carica esplosiva, accusatrice e giustiziera. L’opera some sintesi e mistero ma generatrice di forme simboliche che possano muovere, irritare, creare scompiglio. L’opera come infiltrazione in tutte le fenditure possibili, a coprire il più piccolo pertugio. Strategia e guerriglia a coprire il possibile scoperto. Attraverso l’opera ridefinirsi infine come facenti parte di una cultura dinamica, una cultura che tagli i ponti con le tradizioni, i ruoli imposti, una cultura che tragga dal passato ciò che le possa servire per muoversi e, se il passato è maschile e classico, umanistico, illuminista, romantico, funzionalista, costruttivista, ecc., ebbene estrapoliamo ciò che serve e andiamo avanti, considerando questo “maschile rigido” come vecchio, indebolito, ripetitore del proprio riflesso, mestatore di riti e di miti che hanno già cominciato a non appartenergli più. Affondare a piene mani nella cultura e cambiarla di segno, in quella cultura pagata a caro prezzo per lo stratagemma dell’eccezionalità, della decontestualizzazione sempre effettuata; trarre da quei codici un linguaggio di segno contrario, rivisitando tutti i luoghi del martirio, rivivendo positivamente il fuoco dei roghi.” [Lucia Marcucci, 1988]