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LUCIA MARCUCCI

LUCIA MARCUCCI

Archivi tag: Scrittura

IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 55

23 giovedì Mar 2023

Posted by Lucia Marcucci in Scrittura

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Avrebbe visto veramente tutto ciò che il mondo geografico offre? A quella domanda la perplessità nei suoi occhi si tagliava greve con il coltello; eppure era orgogliosa dei suoi innumerevoli viaggi turistici corredati da annesse avventure ma all’interrogazione il vuoto cerebrale e lo sconcerto si evidenziava: come fare oramai, ché l’età era abbastanza avanzata, a colmare quelle tristi lacune? Certamente la collezione difettava di chissà quante cartoline, fotografie e souvenir che, nonostante la grave mancanza, quelle reperite si mostravano in bella vista sui vari scaffali della borghesissima, lucida e ordinatissima abitazione della poveretta. Il suo ambizioso racconto e le annesse memorie sul giro del mondo le stavano dando una grave delusione: le mancavano innumerevoli siti da visitare! Inoltre si era accorta che non aveva visto e visitato niente del suo paese; dietro l’angolo, c’era da giurarci, non sapeva quale meraviglia architettonica sorgeva, conteneva e rifletteva paradisi d’arte e sterminate biblioteche! Chincaglierie etniche incluse. Nessun passo in avanti aveva fatto il suo patrimonio culturale, la sua intelligenza era rimasta immobile, priva delle più basilari esperienze di vita vera, la sua percezione ferma alle immagini più banali, tipiche del pessimo gusto ridondante nel percorso turistico più frequentato. Le spiagge le aveva sfiorate con il piedino, l’acqua intravista così limpida e verde che era un peccato tuffarcisi, non c’era mai tempo di rilassarsi perché il tour incalzava… via, via che c’erano da scorgere tante altre cosette! Oramai gli occhioni spalancati non guizzavano vivaci ma erano opachi e stanchi di avere guardato senza capire.

© Riproduzione riservata

LA MIA OPERA / MY WORK

09 giovedì Mar 2023

Posted by Lucia Marcucci in Scrittura

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Ho molti dubbi sull’impostazione del mio “vivere”, ma non ho dubbi sulla continua mutazione e trasgressione – ludica – della mia opera.

Lucia Marcucci – Valle del Sestaione (1949)

I have many doubts about the setting of my “living”, but I have no doubts about the continuous mutation and transgression – playful – of my work.

© Riproduzione riservata

IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 54

22 mercoledì Feb 2023

Posted by Lucia Marcucci in Scrittura

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Centocinquant’anni dopo la morte di Genghis Khān, il più vasto impero della terra continuò, i discendenti mongoli, facendo tesoro dei suoi insegnamenti e delle sue strategie, seppero resistere alla pressioni soprattutto cinesi e il deserto del Gobi fu ancora, per secoli, il loro ombelico del mondo. Il mistero del Khān, che non subì mai sconfitte, arriva fino ai nostri giorni e proprio in Mongolia stanno rivalutando la sua figura storica su cui aleggia un particolare alone di deità, o meglio di sciamaneria. Molti hanno cercato la sua tomba che la leggenda vuole corredata di un favoloso tesoro ma, delusi costantemente dalle poche scoperte di scheletri improbabili perché troppo alti, troppo remoti o femminili, son rimasti sino ad ora a mani vuote ed a storia negata. Ultimo scoop il ritrovamento di alcuni resti, in un villaggio ai bordi del Gobi, sia umani che murari, indicherebbero tracce di civiltà romana, cioè una sparuta truppa di soldati romani, chissà come giunti, certo a cavallo, stanziò in quel luogo forse per anni, a riprova di ciò le fotografie di alcuni ragazzini mongoli biondi! Inoltre un numero cospicuo di scienziati avrebbero analizzato il DNA degli stessi convalidando quelle ipotesi. Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi: a quanto sembra invece se l’EROE non c’è sul momento si va a ritrovarlo nella notte dei tempi, e se non ci fosse stato s’inventa. Il tutto corredato da cavalieri e cavalli fantasma che percorrono il deserto arido e allucinatorio in folli corse e combattimenti verso un nemico che non c’è più.

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 53

01 mercoledì Feb 2023

Posted by Lucia Marcucci in Scrittura

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

A gioco fatto non si guarda per il sottile, bisogna prendere il risultato così com’è. Lo sapeva bene la Sciamana e ineluttabilmente non poteva far altro che guardare allibita quel che gli uomini terrestri avevano perpetrato e concluso. I suoi voli divenivano giorno giorno più pesanti, le sue ali faticavano a librarsi, l’aria era soffocante per tutte le polveri sottili che la impregnavano, le macchie solari si erano fatte più turbolente, i venti alisei sempre più rari. Volare per il cielo era un’impresa tutt’altro che inebriante ma restavano le cime dei ghiacciai dove l’aria rarefatta dava una leggera ubriachezza e lì la sciamana ritrovava il suo sorriso anzi le sue risate fragorose. Purtroppo nessuno la poteva sentire, nessuno la poteva vedere, solo qualche aereo frettoloso passava svelto, incurante della bianca pennuta un po’ spennacchiata, talvolta lo spostamento d’aria le toglieva qualcuna delle poche penne che ancora rimanevano sul suo corpo stanco. Non poteva fare nulla, i suoi telepoteri erano svaniti, i riti a base di fumo, sangue, danze, salitine rapide sulla scala per arrivare all’arcobaleno, smembramenti, seppellimenti e rianimazioni erano ormai solo nei suoi ricordi. Allora il gioco era proprio fatto? Qual era il risultato? Il significato dei suoi ininterrotti voli non se lo domandava, era spaventatissima di non potersi dare la risposta.

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 52

18 mercoledì Gen 2023

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Superiore a una quantità notevole di bravi, un tecnico informatico si prodigava giorno dopo giorno a riparare scanner, stampanti, computer, macchine fotografiche digitali e ogni altro repertorio inerente alle forme informatiche. Tant’è che in uno speciale momento restò incantato, ipnotizzato, basito davanti a uno di questi apparecchi infernali e, non riuscendo più a volgere lo sguardo, finì per essere un tutt’uno con la satanica macchina. Tentarono di staccarlo arrivando perfino a convocare i migliori chirurghi del momento ma non ci fu nulla da fare: era talmente incastrato e quasi incorporato in quella che era stata una stampante che risultava impossibile riuscire a separarli. La stampante aveva ripreso a stampare e non smetteva, anzi la sua funzione risultava diabolicamente perfetta: i lembi del povero corpo del tecnico erano vergati con i tanti caratteri: neretto, corsivo, bodoni, gotico… perfino colorati e diversificati nelle dimensioni, sembrava una piccola rotativa inistancabile, si riusciva persino a leggere le frasi che si evidenziavano spesso con il rosso. La frase più ricorrente era “a fare il bravo è il più bravo”. Presto iniziò a colare il sangue, la pelle della vittima era logorata sempre di più dal frenetico lavorio, cosicché divenendo sempre più sottile i vasi sanguigni schizzavano divelti. Non c’era proprio niente da fare, rimaneva una pietosa sepoltura da dare a entrambi.

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Nove stanze / Nine rooms

22 giovedì Dic 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Un messaggio quanto più è ordinato e comprensibile tanto più è prevedibile: ma in questo caso – poesie visive – la banalità del messaggio delle immagini dei rotocalchi e degli slogans della pubblicità è cambiata da un intervento esterno che come gesto viene a modificarne il significato. Se l’informazione è legata all’originalità e alla non-probabilità ci accorgiamo che certi particolari elementi di disordine accrescono l’informazione che apparirà di una inconsueta forma comunicativa per il modo singolare di usare il segnale (immagine/slogan) e dirottarne il senso. I mass-media vanno considerati come un insieme di stimoli presignificanti ed usati appunto perché già codificati come tali. Agendo su questo «sistema» con delle connotazioni di valore emozionale (accostamenti insoliti, ribaltamento dei «valori costituiti», ecc.), abbiamo lo scarto dalla norma e il raggiungimento di un certo quoziente entropico. Il messaggio si fa ambiguo e offre al fruitore molteplici referenze e relazioni.

Lucia Marcucci – 2. La fede (1972)

The more ordered and comprehensible a message is, the more predictable it is: but in this case – visual poems – the banality of the message of the images of the magazines and of the advertising slogans has changed by an external intervention which as a gesture modifies its meaning. If the information is linked to originality and non-probability, we realize that certain particular elements of disorder increase the information that will appear in an unusual form of communication due to the singular way of using the signal (image/slogan) and diverting its meaning. The mass media must be considered as a set of presignifying stimuli and used precisely because they are already codified as such. By acting on this “system” with connotations of emotional value (unusual combinations, overturning of “constituted values”, etc.), we have the deviation from the norm and the achievement of a certain entropic quotient. The message becomes ambiguous and offers the user multiple references and relationships.

Lucia Marcucci – Nove stanze – Sampietro Editore, 1972

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 51

04 domenica Dic 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

C’era stato in tempi lontani un capitano di lungo corso che solcava i mari da un anno all’altro senza mai toccare terra in un moto perpetuo di cui egli era ben soddisfatto, non sarebbe vissuto senza il rollio continuo che lo cullava da quando era salpato negli anni della sua giovinezza. La sua vita era stata piena di avventure: gli incontri straordinari non erano mancati; uno speciale e indimenticabile fu l’apparizione di una grande piovra cieca da un occhio vicino alla fossa delle Marianne. Il grande mollusco si eresse davanti alla nave mostrando tutti i suoi dieci lunghi tentacoli, agitandoli piuttosto veementemente e spalancando minaccioso il suo unico occhio; i componenti della nave rimasero immobili, ipnotizzati dalla potenza allucinatoria della visione, terrorizzati da ciò che sarebbe potuto accadere di lì a pochi secondi ma nulla accadde sennonché l’improvvisa sparizione del mostro come se a un tratto qualcuno avesse spento il video. Il mare circostante non fu minimamente agitato anzi, apparve liscio come olio e nero come la pece. Altre furono le avventure che segnarono la vita del capitano, molti reality show, soap opera e serial simili a quant’altro le nostre artificiali scene di teleidiotismo ci propinano, ma al suddetto capitano accadevano realmente e realmente aveva brividi, terrore, ferite, spargimento di sangue, vittorie e sconfitte. Il rollio della sua nave leniva i colpi fisici, psicologici e i vari traumi che nelle drammatiche battaglie riportava, le onde lunghe del mare lo cullavano dolcemente nei giorni e nelle notti, all’infinito.

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 50

15 martedì Nov 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Athánatos è stata sostituita da Thánatos, la parola dunque diviene acefala per la nostra eterna disperazione e i mass media ne vanno pazzi. Ogni giorno il dio video con il suo occhio lucente squarcia il semibuio della stanza e propina cataste di cadaveri sanguinolenti, torvi assassini, disastri naturali e no, spettacolosi funerali con grandi scrosci di applausi, la folla assetata di drammi. Il teatro è lì, a portata di stomaco, la ricerca del sangue continua nei programmi naturalistici: tigri, leoni, iene, dinghi, lupi, iguane, corvi, pulcini di aquila e chi ne ha più ne metta, sbranano a profusione le varie prede mostrando all’obbiettivo ravvicinato i brandelli di carne e le ossa in via di essere spolpate. Thánatos a gogò! Non mancano i racconti e le ricerche storiche sulle torture inflitte nei millenni con particolari dimostrazioni di incredibili inventive raccapriccianti. Queste ultime rimandano a musei disponibili degli attrezzi ad hoc, frequentatissimi, anzi gli unici che hanno l’incasso in attivo. Il sinistro applauso è la faccia della medaglia che risuona stridente o appagante nelle contraddizioni dei nostri piaceri, culti, abitudini e consumi. Di applausi si muore, si rigonfia, si imputridisce, si incarognisce: il dio video ne trabocca, rigurgita e vomita lo spellamento idiota di mani, mani non comandate dal cervello, mani rimbecillite dalla consuetudine; il silenzio spaventa, il silenzio è pensiero perciò sospetto, meglio il clamore becero, il rumore non lascia spazio e appaga le pecore che non si accorgono del vuoto cadendo una dopo l’altra nell’abisso.

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 49

26 mercoledì Ott 2022

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Per molto tempo sono andata proustianamente a dormire molto presto accorgendomi piano piano di perdere moltissime ore di vita, realizzato ciò con sofferenza ho cominciato a fare l’alba e solo quando il sole spuntava con un, pur fievole, raggio mi coricavo chiudendo le finestre con molta cura, attenta agli spiragli di luce che non dovevano assolutamente filtrare; così riuscivo a dormire fino a quando il sole già stava per riabbassarsi all’orizzonte. Dopodiché pigramente preparavo una succulenta cena ché doveva rimpinzarmi fino all’alba successiva. Questo comportamento durava da molti anni e ormai ne ero infastidita talmente che non riuscivo più a mangiare alimenti naturali ma solo scatolette e pastiglie energetiche: mi esaltavano i colori delle suddette ultime allineate su un panno nero e che via via sceglievo in una successione tale da farle sembrare una composizione d’arte. D’improvviso cambiai comportamento: impasticcata di forti e soprattutto colorati sonniferi ricominciai ad andare a dormire al tramonto per svegliarmi all’alba; la ruota della mia vita si capovolgeva e correva velocemente, alternavo la notte e il giorno, il giorno e la notte con discreta disinvoltura, tale e quale un acrobata sul filo. Durante lo stravagante periodo avvenne la mia conversione al dio Ra e continua tuttora in maniera forte, mi tiene stravolta e convinta come una menade delirante, ne sono inrantata da capo a piedi; di notte, si fa per dire, passo e ripasso negli angusti corridoi delle varie piramidi beandomi del tanfo e della poca aria che lì si respira ma, paragonata allo smog delle città è, convenientemente, tutta salute. Mi capita anche di pensare alla nave, in questo caso si potrebbe aggiungere dei folli, che imbarcherà la mia nuda animella per trasportarla nell’isola degli dei.

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 48

06 giovedì Ott 2022

Posted by Lucia Marcucci in Scrittura

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

La sciamana vola in qua e in là distraendosi spesso dal suo stravagante itinerario per seguire qualche uccello migratorio e posandosi di quando in quando sul più prossimo nido di cicogna che le capita d’incontrare, si liscia le poche penne che ormai le rimangono anche sull’antico copricapo, reperto quasi archeologico della sua stirpe, molto amato ché più di tanto non potrà avere, ormai nulla le resta delle sue origini nordiche nate nelle lontane steppe siberiane. La sua progenie in illo tempore si trasferì nella Prussia dove lasciò molto delle antiche tradizioni dei medicine men, cosicché fece un potpourri di sciamaneria varia lasciandoci anche un bel po’ di piume. Non solo piume ma soprattutto sangue, sangue nelle tante guerre che dovettero affrontare i suoi biondi avi, divenuti via via più rimbambiti e implumi, torturati da rimorsi, perdite di denaro, perdite di stemmi e baronie. Le varie sciamane della discendenza, nate ricoperte del bianco grasso, camicia placentaria indicante la vocazione, tennero tutte alta la fama della famiglia compiendo vari miracoli, premonizioni e guarigioni ma tuttavia le disgrazie funestarono numerose gli eredi nei secoli che si succedettero; l’ultima disgrazia più eclatante fu la partecipazione di un giovane rampollo all’attentato fallito verso uno spietato dittatore per cui quel ramo della famiglia fu sterminato.
Quando la sciamana si rammenta di ciò vola improvvisamente basso e rischia di perdere, strisciando sulle antenne televisive paraboliche e no, le ultimissime penne che ancora ricoprono il suo corpo.

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Lucia Marcucci – Poesia Visiva

La mia poetica consiste, attraverso la parola e il segno, nella rielaborazione letteraria e pittorica, ma soprattutto critica, dei mass media (immagini, slogans, linguaggi variamente persuasori e mistificatori del sistema sociale contemporaneo).

My poetics consists, through the word and the sign, in the literary and pictorial, but above all critical, reworking of the mass media (images, slogans, variously persuasive and mystifying languages ​​of the contemporary social system).

Ma poétique consiste, à travers le mot et le signe, dans le remaniement littéraire et pictural, mais surtout critique, des médias de masse (images, slogans, langages diversement persuasifs et mystifiants du système social contemporain).

Meine Poetik besteht mittels Wort und Zeichen aus der literarischen und bildnerischen, vor allem aber kritischen Aufarbeitung der Massenmedien (Bilder, Parolen, unterschiedlich überzeugende und mystifizierende Sprachen des zeitgenössischen Gesellschaftssystems).

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