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LUCIA MARCUCCI

LUCIA MARCUCCI

Archivi tag: Tomaso Binga

BOOKS AS ART – I libri, le artiste

27 giovedì Feb 2025

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Anna Esposito, Arte Contemporanea, Betty Danon, Contemporary Art, Elisabetta Gut, Franca Sonnino, Francesca Cataldi, Gisella Meo, Irma Blank, Ketty La Rocca, Lia Drei, Lucia Marcucci, Maria Lai, Mirella Bentivoglio, MUAAC, Paolo Cortese, Poesia Visiva, Tomaso Binga, Visual Poetry

La mostra BOOK AS ART. I libri, Le artiste, terza tappa di un progetto pluriennale promosso dal MUACC, Museo universitario delle arti e delle culture contemporanee di Cagliari in collaborazione con la Gramma_Epsilon Gallery di Atene, indaga la centralità assunta dal libro – inteso nella sua dimensione sia formale sia concettuale – nella ricerca artistica delle donne a partire dagli anni Settanta del Novecento, in particolare dalla seminale esposizione Materializzazione del linguaggio, curata da Mirella Bentivoglio nell’ambito della Biennale di Venezia del 1978. Nel titolo ideato da Bentivoglio vengono avvicinati, fondendosi, due universi, quello del Logos, il linguaggio, e quello di Mater, la materia: due contrapposte dimensioni dialoganti in singolari testimonianze poetiche.

BOOK AS ART. I libri, Le artiste

BOOK AS ART. I libri, Le artiste, a cura di Simona Campus e Paolo Cortese presenta opere di Ketty La Rocca,  Mirella Bentivoglio, Maria Lai, Elisabetta Gut, Gisella Meo,  e molte altre imprescindibili autrici della storia dell’arte contemporanea.  Le opere storiche, esposte nel tempo in alcune delle più autorevoli sedi museali nazionali e internazionali, vengono messe in relazione a realizzazioni più recenti e ai lavori di artiste di generazioni successive che continuano ad esplorare le molteplici possibilità del libro come espressione della loro arte e dell’interazione tra codice visivo e codice verbale.

Lucia Marcucci – Imago Imago (1991)

Si snoda, lungo il percorso espositivo, un ricco palinsesto di piccoli-grandi capolavori, che muove dalla fine degli anni Sessanta e i primissimi anni Settanta – al 1971 data In Principio Erat, di Ketty La Rocca, le cui immagini sono linguaggio fotografico e performativo insieme – per giungere alla più stretta contemporaneità. Molte delle opere sono fondative di un alfabeto teso a spezzare i lacci e le insidie del patriarcato, come Tempo presente, di Tomaso Binga, del 1977. Alcune furono in mostra a Venezia, nel 1978: è il caso di Leviatan, libro-scultura di Gisella Meo, e Iperipotenusa di Lia Drei. Del 1978 è il Libro scalpo di Maria Lai, elaborato a partire dal Volume-oggetto, anch’esso esposto in “Materializzazione del Linguaggio”. Del 1991 è Imago Imago, straordinario libro di Lucia Marcucci, pioniera della Poesia Visiva, rappresentata anche dal quasi coevo Afasia (1992). Altre opere, più recenti, testimoniano la vitalità delle ricerche delle autrici storiche lungo il corso del tempo, come nel caso di Francesca Cataldi e Franca Sonnino, che tornano entrambe al MUACC, Sonnino con Il Libro della Guerra, datato 2024, emblematicamente riferito al drammatico scenario internazionale dei nostri giorni. Le autrici storiche sono messe a confronto con le artiste delle più recenti generazioni e di differenti nazionalità – tra loro Astra Papachristodoulou, Maria Jole Serreli, Giulia Spernazza – esponenti dell’area concettuale, verbo-visiva e della fiber art, che continuano a esplorare, da differenti punti di vista e coerentemente con le proprie scelte di poetica, le infinite potenzialità del libro come forma di relazione, come presa di posizione e rivendicazione. Una rivendicazione di libertà, prima di tutto.

Artiste

Marilla Battilana, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Irma Blank, Anna Boschi, Francesca Cataldi, Betty Danon, Chiara Diamantini, Neide Dias de Sá, Lia Drei, Anna Esposito, Fernanda Fedi, Ileana Florescu, Coco Gordon, Elisabetta Gut, Marianna Karava, Susanne Kessler, Maria Lai, Rosanna Lancia, Liliana Landi, Ketty La Rocca, Carolina Lombardi, Virginia Lorenzetti, Sara Lovari, Lucia Marcucci, Gisella Meo, Patrizia Molinari, Aurèlia Muñoz, Elly Nagaoka, Riri Negri, Francesca Nicchi, Giulia Niccolai, Antonietta Orsatti, Luana Perilli, Astra Papachrisodoulou, Renata Prunas, Betty Radin, Franca Rovigatti, Anna Maria Sacconi, Giovanna Sandri, Alba Savoi, Marilena Scavizzi, Evelina Schatz, Greta Schödl, Maria Jole Serreli, Franca Sonnino, Giulia Spernazza, Chima Sunada, Dora Tass, Salette Tavares, Anna Torelli, Anna Uncini.

Museo Universitario delle Arti e Culture contemporanee di Cagliari (MUAAC)

Cagliari | 05/12/2024 – 28/03/2025

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Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo

25 martedì Feb 2025

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Adriano Spatola, Aldo Mondino, Alighiero Boetti, Arte Contemporanea, Carla Accardi, Contemporary Art, Gino De Dominicis, Giosetta Fioroni, Giuseppe Chiari, Ketty La Rocca, Lia Drei, Lucia Marcucci, MAMbo, Maurizio Cattelan, Michelangelo Pistoletto, Mirella Bentivoglio, Nanni Balestrini, Piero Manzoni, Poesia Visiva, Tomaso Binga, Vincenzo Agnetti, Visual Poetry

La dimensione ironica carica di potere immaginativo di Bruno Munari, l’irriverenza di Piero Manzoni, la vertigine del paradosso di Gino De Dominicis. L’ironia si intreccia con la sfera politica con Piero Gilardi e Michelangelo Pistoletto, la sfida agli stereotipi femminili di Tomaso Binga e Mirella Bentivoglio, la sperimentazione linguistica del nonsense di Adriano Spatola e Giulia Niccolai. Con Maurizio Cattelan, Paola Pivi e Francesco Vezzoli l’accostamento contraddittorio tra soggetti e situazioni sfrutta l’ironia per svelare le incongruenze del presente, mentre Chiara Fumai e Italo Zuffi con le loro opere smascherano le regole non scritte del sistema dell’arte. E poi ancora il duo artistico Eva e Franco Mattes che, attingendo al linguaggio dei meme diffusi in modo massivo sul web, rivelano una forma umoristica che caratterizza oggi la rete.

Pensata per gli spazi della Sala delle Ciminiere, con più di 100 opere e documenti d’archivio di oltre 70 artisti, l’esposizione attraversa un arco di tempo di circa settant’anni – dagli anni Cinquanta a oggi – proponendosi di ripercorrere la storia dell’arte italiana tramite il tema dell’ironia.

Già nel mondo antico con la figura di Socrate, l’ironia è “l’arte di fare domande”: uno strumento del tutto unico, che permette all’essere umano di avere uno sguardo più lucido e disincantato sulla realtà, poiché in grado di svelarne anomalie e contraddizioni. Tramite giochi umoristici, parodie e battute di spirito l’ironia diventa anche antidoto, alternativa divertente e arguta per proteggere l’essere umano da ciò che lo affligge.

Ironico di per sé, il titolo della mostra richiama infatti l’apparente semplicità del fenomeno svelandone al contempo l’intrinseca complessità. Una contraddizione che diventa gioco a tutti gli effetti e che invita il pubblico a interrogarsi sulla natura del linguaggio, sui luoghi comuni che lo accompagnano e, allo stesso tempo, sul modo in cui questi influenzano la nostra osservazione e interpretazione del mondo che ci circonda.

Artiste e artisti italiani di più generazioni hanno condiviso una strategia estetica ed esistenziale anti-tragica che abbraccia lo “scherzo cosmico” della realtà.
Questo contesto critico e immaginativo è raccontato in mostra dallo sviluppo di macro-aree tematiche, utili nell’illustrare le diverse declinazioni dell’ironia e la trans-storicità del fenomeno: il paradosso, il suo legame con il gioco, l’ironia come arma femminista di criticaal patriarcato e all’ordine sociale italiano, la sua relazione con la mobilitazione politica, l’ironia come forma di critica istituzionale, come pratica di nonsense e infine come dark humor.

Artiste e artisti in mostra
Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Enrico Baj, Nanni Balestrini, Riccardo Baruzzi, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Luther Blissett, Alighiero Boetti, Monica Bonvicini, Benni Bosetto, Marcella Campagnano, Maurizio Cattelan, Guendalina Cerruti, Giuseppe Chiari, Daniela Comani, Roberto Cuoghi, Giorgio De Chirico, Giuseppe De Mattia, Gino De Dominicis, Antonio Donghi, Donne/Immagine/Creatività, Lia Drei, Pablo Echaurren, Roberto Fassone, Lara Favaretto, Giosetta Fioroni, Chiara Fumai, Alberto Garutti, Aldo Giannotti, Piero Gilardi, Piero Golia, Gruppo XX, Ketty La Rocca, Sergio Lombardo, Arrigo Lora Totino, Lina Mangiacapre, Piero Manzoni, Lucia Marcucci, Eva Marisaldi, Eva & Franco Mattes, Fabio Mauri, Maurizio Mercuri, Marisa Merz, Aldo Mondino, Liliana Moro, Bruno Munari, Giulia Niccolai, Valerio Nicolai, Giancarlo Norese, Luigi Ontani, Rosa Panaro, Clemen Parrocchetti, Pino Pascali, Diego Perrone, Cesare Pietroiusti, Marinella Pirelli, Michelangelo Pistoletto, Paola Pivi, Lisa Ponti, Emilio Prini, Carol Rama, Silvia Rosi, Cinzia Ruggeri, Salvo, Alberto Savinio, Greta Schödl, Lorenzo Scotto di Luzio, Enrico Scuro, Davide Sgambaro, Adriano Spatola, Aldo Spoldi, Alessandra Spranzi, Valentina Tanni, Federico Tosi, Franco Vaccari, Francesco Vezzoli, Patrizia Vicinelli, Italo Zuffi.

A cura di Lorenzo Balbi e Caterina Molteni

Galleria d’Arte Moderna di Bologna – MAMbo | Bologna | 6/02/2025 – 7/10/2025

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Global Visual Poetry: traiettorie transnazionali nella Poesia Visiva

25 martedì Feb 2025

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Achille Bonito Oliva, Alain Arias-Misson, Betty Danon, Contemporary Art, Emilio Isgrò, Eugenio Miccini, Giuseppe Chiari, Jean-François Bory, Lamberto Pignotti, Lucia Marcucci, Luciano Caruso, Luciano Ori, Luigi Tola, Maria Lai, Michele Perfetti, Poesia Visiva, Raffaella Perna, Rodolfo Vitone, Sarenco, Tomaso Binga, Visual Poetry

a cura di Raffaella Perna

La mostra Global Visual Poetry 1950-1980 è concepita per porre in luce il carattere transnazionale della Poesia Visiva, una tra le correnti artistiche più incisive del secondo Novecento, che ha saputo raccogliere l’eredità delle prime avanguardie per aprirsi, sin dall’esordio, al dialogo tra culture e paesi diversi, superando barriere geografiche e identitarie nella prospettiva di un’arte inclusiva e socialmente impegnata. Con oltre duecento opere, l’esposizione propone uno sguardo trasversale sulla ricerca di esponenti legati alle diverse sperimentazioni verbo-visive emerse, su scala globale, a partire dal secondo dopoguerra dalla Poesia Concreta alla Poesia Visiva, dalla Poesia oggettuale alla Nuova Scrittura con l’obiettivo di evidenziare l’affinità e la coerenza di poetica di artisti e artiste attivi in questo filone di ricerca in varie regioni del mondo, al di fuori del canone eurocentrico. La poesia concreta, come affermava, Max Bense nel 1965, “non separa le lingue, ma le unisce, le mescola”, ed è per tale ragione che sin dalle origini questa corrente si è diffusa sul piano internazionale in modo capillare e ha attratto autori operanti in Sud e Nord America, in Germania, Francia, Italia, Svizzera, Portogallo, Cecoslovacchia o Giappone. La mostra pone l’accento, in particolare, sul ruolo cruciale e pionieristico della Poesia Visiva, nelle sue varie declinazioni, nel dibattito sugli effetti sociali prodotti dalla cultura di massa ai tempi del boom economico e sulla posizione critica assunta dai poeti visivi nei confronti del consumismo e delle derive del capitalismo. La precoce attenzione verso l’ambiente e la questione ecologica, le convinzioni apertamente pacifiste, la denuncia della condizione marginale della donna, la critica nei confronti del colonialismo e dell’egemonia dell’Occidente, l’interesse verso gli squilibri economici e sociali legati al miracolo economico sono questioni al cuore della Poesia Visiva, che contribuiscono alla sua attualità e alla sua odierna e crescente fortuna critica. Partendo dalla realtà locale dei propri paesi di origine, gli artisti attivi in questa corrente non hanno mancato di misurarsi con i problemi sollevati dalla globalizzazione e di guardare oltre i confini nazionali, schierandosi contro la guerra in Vietnam o denunciando le condizioni di povertà vissute da popoli oppressi. L’esposizione indaga il carattere interdisciplinare e gli sconfinamenti verbo-visuali sviluppati da questa tendenza: nella Poesia Visiva infatti la parola si fa spazio, immagine e corpo, entra in una dimensione ibrida, basata sull’incrocio tra la qualità visiva, ottico-percettiva, tattile e sonora della parola, al fine di risignificare il linguaggio e offrire nuovi possibili modi di guardare la realtà. L’attitudine sperimentale e l’urgenza di uscire dagli steccati disciplinari sono tratti peculiari della Poesia Visiva, che avvicinano i percorsi dei tanti artisti attivi in Italia a quelli di autori presenti in altri Paesi del mondo all’interno della complessa e ramificata galassia verbo-visuale.

Lucia Marcucci – Pax (1979)


Le istanze decoloniali e pacifiste, insieme all’attenzione per l’ambiente e alla critica al consumismo, sono i temi centrali della mostra: questioni, queste ultime, che nell’orbita della Poesia Visiva vanno di pari passo con la scelta di praticare un’arte della leggerezza, fatta di mezzi semplici, quotidiani, “poveri”, con opere spesso di piccolo formato, facili da disseminare e capaci, anche in virtù di questo, di oltrepassare i canali elitari dell’arte e di sottrare il linguaggio al logorio dell’abitudine per rivivificarlo.

Il percorso espositivo si articola attraverso tre grandi sezioni che, pur intersecandosi tra loro, rispondono alle diverse traiettorie emerse nella più ampia costellazione della Poesia Visiva: la ricerca di matrice tipografico-concreta, dove la lettera si fa materia plastica per costruire complesse architetture grafiche e fitte tessiture di lettere e segni alfabetici; la sperimentazione sul montaggio e il collage, intesa come pratica per criticare, dall’interno, la comunicazione mass-mediatica attraverso l’ironia e lo straniamento; la scrittura-corpo, dove la parola è la traccia palpabile del gesto dell’autore e, come un sismografo, registra l’andamento dei movimenti e le vibrazioni della scrittura manuale. Benché diverse dal punto di vista stilistico ed estetico, queste tre direttrici s’intrecciano, sino talvolta a sovrapporsi, perché condividono lo stesso slancio utopico, teso a riformulare il linguaggio per avvicinarlo alle urgenze della collettività e per sfidare il senso di vuoto proposto dalla ‘società dello spettacolo’. Nella Poesia Visiva, affermava Eugenio Miccini, c’è “una forza che le viene dalla sua utopia, dalla sua previsione ideologica di una nuova dimensione antropologica, dal tentativo, quindi, di riavvicinare e ricongiungere – agendo sulla coscienza dell’uomo – l’estetica e la vita”. Ed è in questo serrato dialogo tra poesia, immagine e utopia sociale che la Poesia Visiva lascia oggi l’eredità forse più preziosa.

(testo di Raffaella Perna)

18 febbraio – 15 giugno 2025

Dicastero per la Cultura e l’Educazione | piazza Pio XII, 3/3 | Città del Vaticano

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IL VOLTO SINISTRO DELL’ARTE

22 sabato Lug 2023

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Dadamaino, Giosetta Fioroni, Grazia Varisco, Libera Mazzoleni, Lucia Marcucci, Lucia Pescador, Marina Apollonio, Mirella Bentivoglio, Nanda Vigo, Poesia Visiva, Renata Boero, Romana Loda, Sandra Sandri, Stephanie Oursler, Suzanne Santoro, Tomaso Binga, Valentina Berardinone, Verita Monselles, Visual Poetry

IL VOLTO SINISTRO DELL’ARTE (1977) | Galleria De Amicis Arte Moderna | Firenze

A cura di Romana Loda. Artiste in mostra: Marina Apollonio, Mirella Bentivoglio, Valentina Berardinone, Tomaso Binga, Renata Boero, Dadamaino, Giosetta Fioroni, Lucia Marcucci, Libera Mazzoleni, Verita Monselles, Stephanie Oursler, Lucia Pescador, Sandra Sandri, Suzanne Santoro, Grazia Varisco, Nanda Vigo.

Il volto sinistro dell’arte (1977)

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Occasioni del tempo. Opere della Collezione Filiberto e Bianca Menna

22 giovedì Giu 2023

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Antonello Tolve, Arte Contemporanea, Contemporary Art, Filiberto Menna, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Stefania Zuliani, Tomaso Binga, Visual Poetry

Occasioni del tempo

Nell’ambito del progetto del PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea, la Fondazione Filiberto e Bianca Menna presieduta da Letizia Magaldi e il Lavatoio Contumaciale presieduto da Tomaso Binga, sono liete di annunciare Occasioni del tempo. Opere della Collezione Filiberto e Bianca Menna, l’importante esposizione che si terrà nella sede romana della Fondazione, già Archivio Tomaso Binga, in via dei Monti di Pietralata 16 e presso il Lavatoio Contumaciale, in Piazzetta Perin del Vaga 4, dal 12 aprile al 10 luglio 2023.

Lucia Marcucci – Senza titolo (1990)

Occasioni del tempo è una esposizione che nasce dal desiderio di mostrare un nucleo delle 270 opere che Tomaso Binga (al secolo Bianca Pucciarelli Menna) ha deciso di donare alla Fondazione Filiberto e Bianca Menna, destinandole al patrimonio pubblico con l’idea di far nascere a Salerno un museo d’arte contemporanea e di offrire dunque alla città d’origine un polo delle arti. Si tratta nello specifico di un cospicuo gruppo di opere che attraversa periodi e climi artistici differenti, dalle Avanguardie Storiche e dai grandi movimenti di primo Novecento all’Arte Cinetica e Programmata, dalla Pop Art all’Arte Povera, dalla Poesia Visiva alla Pittura Analitica, dall’Astrazione Povera teorizzata dallo stesso Filiberto Menna ad alcune sfumature della galassia postmoderna. Nel suo insieme, si tratta di un nucleo organico, denso e interdipendente, che rispecchia appieno il gusto dei coniugi Menna, la loro storia, la loro avventura umana e culturale.

A cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani

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BOOKS AS ART

15 giovedì Giu 2023

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Alba Savoi, Anna Boschi, Anna Esposito, Anna Maria Sacconi, Anna Torelli, Anna Uncini, Arte Contemporanea, Aurelia Munoz, Betty Radin, Chiara Diamantini, Chima Sunada, Contemporary Art, Elisabetta Gut, Elly Nagaoka, Evangelía Biza, Fernanda Fedi, Franca Sonnino, Francesca Cataldi, Gisella Meo, Giulia Niccolai, Giulia Spernazza, Gramma_Epsilon Gallery, Greta Schödl, Irma Blank, Lia Drei, Lucia Marcucci, Maria Jole Serreli, Maria Lai, Marilena Scavizzi, Marilla Battilana, Mirella Bentivoglio, Paolo Cortese, Patrizia Molinari, Paula Claire, Poesia Visiva, Renata Prunas, Rosanna Lancia, Saletta Tavares, Susanne Kessler, Tomaso Binga, Virginia Lorenzetti, Visual Poetry

“Il libro è senza dubbio il più stupefacente tra gli strumenti costruiti dall’uomo. Gli altri sono estensione del suo corpo: il microscopio, il telescopio sono estensioni della sua vista, il telefono e la radio estensioni della sua voce, l’aratro, la fionda e il missile estensioni del braccio; ma il libro è un’estensione della memoria e dell’immaginazione” (Jorge Luis Borges)

Gramma_Epsilon – Books as Art (Athens)

Dal 15 Giugno al 20 Ottobre 2023 si tiene presso la Galleria Gramma_Epsilon di Atene una mostra dal titolo “Books as Art” a cura di Paolo Cortese.
In questa rassegna, dedicata la libro come forma di arte, sono messi a confronto lavori di artiste di diverse generazioni e nazionalità. Lavori concretisti e verbo-visuali risalenti agli anni ’60 sono messi in relazione a lavori di artiste di generazioni successive che continuano ad esplorare le molteplici possibilità del libro come espressione della loro arte.
Nella terminologia istituita da Mirella Bentivoglio lungo gli anni Ottanta e Novanta nel corso di numerose rassegne dedicate a questa particolare branca dell’espressione, si fa riferimento al “librista” come all’artista produttore di libri-oggetto, ossia un artista che si ispira alla forma e al significato del libro. Si sommano in sé due universi: quello del Logos, il linguaggio, che rappresentano nella loro forma, e quella di Mater, la materia, che celebrano nella loro sostanza. Due contrapposte dimensioni, che si fondono in singolari, comunicative e silenziose testimonianze poetiche.
“In quest’era del computer, in cui il libro sta per tramontare come medium di comunicazione verbale, la sua simbolicità incisa nell’inconscio lo porta a divenire un nuovo convenuto veicolo di comunicazione globale. Così il libro-oggetto ha veramente rotto tutte le consuetudini e non si sa più se è un tema, una tecnica, un supporto o un movimento. In modo partecipe e interrogativo esso sembra indicare una generale presa di coscienza di una nuova iconografia del logos, nella quale si riconosce e comunica l’uomo del nostro tempo.” scrive Mirella Bentivoglio nel 1990 presentando una storica mostra dedicata al “Librismo” presso la Galleria Art Duchamp a Cagliari. E ancora “Sono volumi nei due sensi della parola; volumi considerati nella loro fisicità. Non più meri veicoli del linguaggio, sono libri simboli del libro; scavano nel profondo della psiche e vi ritrovano l’archetipo delle tavole della legge. Libri che subiscono trasformazioni a livello di forma, struttura, materia, dando luogo a corto circuitazioni plastico-poetiche. Oggetti linguistici, che per associazione spostano l’opera dal piano dell’arte al piano improvvisamente complementare della poesia.”
Saranno in esposizione ad Atene opere tridimensionali ispirate al libro e alla pagina di oltre trenta artiste internazionali esponenti dell’area concettuale, verbo visuale e della fiber art di paesi e generazioni diverse. Opere captanti, comunicative, realizzate in materiali diversi, capaci di sposare con immediatezza il mondo della parola all’universo dell’esistenza.

Brooks as Art

Molte opere di questa mostra sono esempi storici e sono stati esposti nelle più prestigiose sedi museali. Per la maggior parte sono pezzi unici, ma insieme ad esemplari di stretta numerazione.

Lucia Marcucci – Afasia (1992)

Artiste in mostra: Marilla Battilana, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Evangelía Biza, Irma Blank, Anna Boschi, Francesca Cataldi, Chiara Diamantini, Lia Drei, Anna Esposito, Elisabetta Gut, Fernanda Fedi, Susanne Kessler, Maria Lai, Rosanna Lancia, Virginia Lorenzetti, Lucia Marcucci, Gisella Meo, Patrizia Molinari, Aurelia Muñoz, Elly Nagaoka, Giulia Niccolai, Renata Prunas, Betty Radin, Anna Maria Sacconi, Alba Savoi, Marilena Scavizzi, Greta Schödl, Maria Jole Serreli, Franca Sonnino, Giulia Spernazza, Chima Sunada, Saletta Tavares, Anna Torelli, Anna Uncini, Carla Vasio.

A cura di Paolo Cortese

Gramma_Epsilon Gallery, Atene, 15 Giugno – 20 Ottobre, 2023

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L’EREDITÀ DELLO SCAMBIO. SEGNO, PAROLA, IMMAGINE

10 mercoledì Mag 2023

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Betty Danon, Giacomo Zaza, Giuseppe Chiari, Ketty La Rocca, Lamberto Pignotti, Lucia Marcucci, Luciano Caruso, Luciano Ori, Magdalo Mussio, Mirella Bentivoglio, Nanni Balestrini, Poesia Visiva, Stephanie Oursler, Tomaso Binga, Ugo Carrega

L’eredità dello scambio. Segno, parola, immagine – Milano, 2023

La Fondazione Mudima inaugura la mostra dal titolo L’eredità dello scambio. Segno, parola, immagine a cura di Giacomo Zaza, che inaugura martedì 9 maggio alle ore 18:00, con opere di Nanni Balestrini, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Ugo Carrega, Luciano Caruso, Giuseppe Chiari, Betty Danon, Ketty La Rocca, Lucia Marcucci, Magdalo Mussio, Luciano Ori, Stephanie Oursler, Lamberto Pignotti, Berty Skuber. Il titolo della mostra fa riferimento agli scambi perpetui che dagli anni Cinquanta in poi hanno caratterizzato una certa produzione artistica che afferisce al linguaggio, alla poesia, alla letteratura, e che ha generato degli spostamenti tra l’immagine, il segno e la parola, creando spazi e tempi dalla valenza polisemantica. In questo senso, puntuale è un assunto relativo al linguaggio pensato e scritto da Cesare Brandi: “Testo letterario e testo figurativo si pongono naturalmente come due formazioni parallele, indipendentemente dal fatto che insistano o no su uno stesso genotipo o per dirlo in modo meno formale ma più corrente, sullo stesso contenuto”. Ed è proprio da qui che parte la riflessione sull’idea di opera d’arte come “linguaggio oggetto” che si sviluppa nella produzione di un gruppo di artisti e poeti attivi da diverse decadi, che fanno del linguaggio elemento chiave del loro operato, sia dal punto di vista del significante che da quello del significato. Quello entro cui lavora ognuno degli artisti in mostra è un ambito di confine, in cui la parola assume un ruolo centrale. La PAROLA non ha solo un valore etico, legato al significato e al messaggio che esso trasferisce, ma ha anche un valore estetico legato all’aspetto, alla sua forma, al contesto entro il quale si colloca. Essa si dispiega sulla superficie come graphè e phonè, linguaggio e voce, dichiarando la natura ibrida e “meta – orfica” del segno. A volte entra in simbiosi con un’immagine “iconica” (tratta dai media) per produrre nuovi rapporti e discorsi. Un processo di intersezione dai risvolti decisamente performativi. L’idea della mostra insiste su opere che possono essere valutate sul piano dell’espressione e sul piano del contenuto. Gli artisti e le artiste presenti sono spesso anche poeti e poetesse e in questo senso i confini linguistici scompaiono o quantomeno si assottigliano ulteriormente in favore di nuovi territori. La parola rimane tale o diventa segno, ma continua a farsi portatrice di significati e di visioni (immagini che a loro volta sono altresì contenuto e forma).

a cura di Giacomo Zaza

Fondazione Mudima, Via Tadino 26, Milano

10 maggio – 1 giugno 2023

© Riproduzione riservata

RI-MATERIALIZZAZIONE DEL LINGUAGGIO. 1978-2022

01 sabato Ott 2022

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Andrea Viliani, Anna Esposito, Anna Oberto, Arte Contemporanea, Cristiana Perrella, Elisabetta Gut, Fondazione Antonio Dalle Nogare, Gisella Meo, Irma Blank, Ketty La Rocca, Lia Drei, Lucia Marcucci, Maria Lai, Mirella Bentivoglio, Patrizia Vicinelli, Poesia Visiva, Silvia Mejía, Tomaso Binga, Visual Poetry, Vittoria Pavesi

La mostra Materializzazione del linguaggio, curata dall’artista e poetessa Mirella Bentivoglio, fu inaugurata il 20 settembre 1978 presso i Magazzini del Sale, nell’ambito della XXXVIII Biennale di Venezia. Nella sua molteplicità di immagini e parole, di pratiche individuali e collettive, essa comprendeva le ricerche verbo-visuali di 90 artiste e poetesse internazionali che, raccontando il “rapporto fra la donna e il linguaggio”, materializzavano un linguaggio inteso come modalità di comunicazione non condizionata, incorporando un’espressione identitaria trasgressiva, al contempo poetica e critica, di radicale rifiuto del linguaggio patriarcale.

Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022

Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022 – in cui è presentata un’ampia selezione delle opere originariamente esposte, insieme ad altre coeve e a materiali di documentazione – si propone come il primo tentativo di ricostruzione filologica di una mostra divenuta nel frattempo un punto di riferimento per le ricerche artistiche femminili e femministe, ma anche come la riattivazione contemporanea delle sue istanze storiche. Ispirato alle opere stesse, l’allestimento parte dalla matrice dell’alfabeto quale grado zero del linguaggio, e dal rapporto opera/documento, mostra/libro, muro/vetrina, invitandoci a continuare a reinventare il linguaggio che ci è stato imposto, così da poterci riappropriare del modo più autentico e personale in cui desideriamo esprimerci e comunicare.

La mostra è presentata in occasione del centenario della nascita di Mirella Bentivoglio (Klagenfurt am Wörthersee, 1922 – Roma, 2017).

Lucia Marcucci – Aa, Bb, Cc (1977)

Artiste in mostra: Annalisa Alloatti; Mirella Bentivoglio; Cathy Berberian; Tomaso Binga; Irma Blank; Monica Bonvicini; BRACHA (Bracha L. Ettinger); Blanca Calparsoro; Françoise Canal; Paula Claire; Rochella Cooper; Betty Danon; Sonia Delaunay; Agnes Denes; Chiara Diamantini; Neide Dias de Sá; Lia Drei; Anna Esposito; Amelia Etlinger; Sylvie Fauconnier; Maria Ferrero Gussago; Mona Fillières; Gisela Frankenberg; Luisa Gardini; Ilse Garnier; Rimma Gerlovina; Natalia Goncharova; Pat Grimshaw; Bohumila Grögerová; Shasha Guiga; Elisabetta Gut; Micheline Hachette; Ana Hatherly; Annelies Klophaus; Janina Kraupe; Christina Kubisch; Ketty La Rocca; Katalin Ladik; Maria Lai; Liliana Landi; Sveva Lanza; Paola Levi Montalcini; Laura Marcheschi; Lucia Marcucci; Benedetta Marinetti; Silvia Mejía; Gisella Meo; Aurèlia Muñoz; Giulia Niccolai; Anna Oberto; Anésia Pacheco Chaves; Anna Paci; Anna Paparatti; Jacqueline Phanelleux; Jennifer Pike; Marguerite Pinney; Betty Radin; Regina; Olga Rozanova; Giovanna Sandri; Anne Sauser-Hall; Evelina Schatz; Mira Schendel; Greta Schödl; Eleanor Schott; Berty Skuber; Mary Ellen Solt; Marlise Staehelin; Varvara Fyodorovna Stepanova; Wendy Stone; Chima Sunada; Jacqueline Tarkieltaub; Salette Tavares; Biljana Tomić; Jean Trevor; Nora Turato; Janie Van Den Driessche; Carla Vasio; Tatiana Vladimirova Vechorka; Patrizia Vicinelli; Florence Villers; Simona Weller; Francine Widmer; e alcune pratiche artistiche e di ricerca anonime.

A cura di Cristiana Perrella, Andrea Viliani, Vittoria Pavesi.

Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano,
02.10.2022 – 03.06.2023

VITA NUOVA: NEW ISSUES FOR ART IN ITALY 1960-1975

12 giovedì Mag 2022

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Alighiero Boetti, Arte Contemporanea, Carla Accardi, Contemporary Art, Gianfranco Baruchello, Giosetta Fioroni, Hélène Guenin, Ketty La Rocca, Lucia Marcucci, MAMAC, Maria Lai, Mario Ceroli, Mario Schifano, Michelangelo Pistoletto, Poesia Visiva, Pop Art, Tomaso Binga, Valérie Da Costa, Vincenzo Agnetti, Visual Poetry

For the first time in France since 1981, the MAMAC of the city of Nice presents a major project dedicated to the Italian art scene between 1960 and 1975. Bringing together 130 works by 60 artists, “Vita Nuova” offers an unprecedented perspective on a major art scene.

“Vita Nuova. New issues for art in Italy 1960-1975” aims to uncover the extraordinary vivacity of artistic creation in Italy between 1960 and 1975, whose diversity remains very little known in France – with the exception of the works of Arte Povera artists. Between the early 1960s and mid 1970s, Italy experienced a particularly fertile and exceptional period, inextricably linked to the richness of cinema and literature of the period. Paradoxically, since the exhibition held at the Centre Pompidou National Museum of Modern Art (Paris) in 1981 – “Identité italienne. L’art en Italie depuis 1959”, curated by Germano Celant (1940-2020) – there has been no major overview of this remarkable art scene in France. Between the early 1960s and mid 1970s, Italy experienced a particularly fertile and exceptional period, inextricably linked to the richness of cinema and literature of the period. Paradoxically, since the exhibition held at the Centre Pompidou National Museum of Modern Art (Paris) in 1981 – “Identité italienne. L’art en Italie depuis 1959”, curated by Germano Celant (1940-2020) – there has been no major overview of this remarkable art scene in France. Curated by Valérie Da Costa, art historian, specialist in Italian art, “Vita Nuova. New issues for art in Italy 1960-1975” makes up for this historical gap, offering an unprecedented take on these fifteen years of creation from 1960 – which corresponds to the first exhibitions of a new generation of artists (born between the years 1920 and 1940) active in Genoa, Florence, Milan, Rome and Turin – to 1975, a year marked by the tragic death of the writer, poet and director Pier Paolo Pasolini (1922-1975). The year 2022 marks the centenary of his birth.

This generation of artists offered up new ways of understanding and making art: they illustrated a form of vita nuova (“new life”) – a title borrowed from Dante’s eponymous book (Vita Nova) which, while serving as an ode to love, asserts a new way of writing – marking Italian art in this period and contributing to its international recognition. During the 1960s and 1970s, Italy’s transformation (industrialism, consumer society, political instability, etc.) resulted in new modes of representation. It is this historical and political context that forms the background of this exhibition. This exhibition adopts on a resolutely thematic approach and is organised around three key topics: A society of images, Reconstructing nature and The body’s memory, all considered in a porous and cross-cutting nature, in order to demonstrate the circulation of artists, forms and ideas between visual, ecological and corporeal issues. The exhibition aims to present a diverse, non-exhaustive artistic landscape, composed of a selection of artists – some of whom have been forgotten in the world of Italian art (particularly with regard to female artists) – whose work is exhibited for the first time in France and has been recently rediscovered in their own country. Developed as a multidisciplinary exhibition, “Vita Nuova” explores the links that have been established simultaneously between visual creation, design and cinema. The exhibition aims to present a diverse, non-exhaustive artistic landscape, composed of a selection of artists – some of whom have been forgotten in the world of Italian art (particularly with regard to female artists) – whose work is exhibited for the first time in France and has been recently rediscovered in their own country. The exhibition presents 60 artists, including many women artists, through a selection of 130 works and archival documents from Italian and French, public and private collections.

A SOCIETY OF IMAGES

During the 1960s and 1970s, Italy’s transformation (economic miracle, industrialism, consumer society, political instability, etc.) resulted in new modes of representation. Italian cinema was in its golden age. With the Cinecittà studios, Rome was nicknamed “Hollywood on the Tiber”. Cinema stars entered the world of the canvas, while artists used cinema in their works. The image of the woman, advertising, television, cinem a and the artistic heritage of Antiquity and the Renaissance, together with the contemporary city and questions of sexuality and gender, all became subjects to be explored. This effervescence would be counterbalanced at the end of the 1960s by increased political a nd social tensions (events in the spring of 1968, strikes in the autumn of 1969, the attack on the Piazza Fontana in December 1969, the Borghese coup d’état in 1970, etc.), eliciting a significant reaction among artists.

Vincenzo Agnetti, Franco Angeli, Gianfranco Baruchello & Alberto Griffi, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Alighiero Boetti, Marisa Busanel, Lisetta Carmi, Luciano Fabro, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Rosa Foschi, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo, Ugo Nespolo, Renato Mambor, Lucia Marcucci, Titina Maselli, Fabio Mauri, Pier Paolo Pasolini, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Cesare Tacchi.

Lucia Marcucci – Miss Viaggio (1965)

RECONSTRUCTION NATURE

The theme of the “reconstruction of nature” (“ricostruzione della natura”) is borrowed from Pino Pascali, who affirmed its free interpretation in his works. In this highly industrialised world, the time had come to raise awareness about the excesses of our consumer society. Here, nature is represented as a resource and a central subject for certain artists who, seeking a form of degrowth, use it in their creations. As such, they develop various filmed actions that interact with natural elements (wind, sun, earth, sand and water), or even interpret it via primary and artificial materials to design sculptures and installations that recreate nature in its strictest elementarity. During these years, artists and desi gners shared a common interest in the forms of nature explored; this practice was all about bringing art into life.

Giovanni Anselmo, Archizoom, Pier Paolo Calzolari, Mario Ceroli, Piero Gilardi, Pietro Derossi con Giorgio Ceretti e Riccardo Rosso, Gino De Dominicis, Laura Grisi, Maria Lai, Mario Merz, Gina Pane, Luca Maria Patella, Claudio Parmiggiani, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Marinella Pirelli, Ettore Spalletti.

THE BODY’S MEMORY

“That which always speaks in silence is the body” (“Ciò che sempre parla in silenzio è il corpo”), wrote is memory Alighiero Boetti. The sculpture the trace of the body just as painting is movement. In Italy in the early 1970s, many artists used their bodies as an element of reference, measurement, distortion and performance, rather than as a single material with which to interact in contrast with the spectacular and exhibitionist themes of body art. These works are born from the body or evoke its memory from a more conceptual perspective. The body is also a political object that questions gender and history through a performative approach, whether personal or collective. For some artists, this participatory experience opens itself up to the public space, thereby rendering it a form of social art.

Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Giovanni Anselmo, Irma Blank, Claudio Cintoli, Giorgio Griffa, Paolo Icaro, Ketty La Rocca, Eliseo Mattiacci, Franco Mazzucchelli, Fabio Mauri, Marisa Merz, Ugo Nespolo, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Luca Maria Patella, Carol Rama, Gilberto Zorio.

Curated by Valérie Da Costa

Project Manager: Laura Pippi-Détrey

Director of MAMAC: Hélène Guenin

Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain (MAMAC) – Nice (France) 14 May 2022 – 2 October 2022

© Riproduzione riservata

PORTA PORTESE

24 mercoledì Nov 2021

Posted by Lucia Marcucci in Eventi

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Gaia Bobò, Lamberto Pignotti, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Tomaso Binga, Visual Poetry

L’artist-run space SPAZIOMENSA conclude la stagione espositiva 2021 con la mostra collettiva Porta Portese, a cura di Gaia Bobò. Il progetto si propone come una riflessione sul dispositivo del mercato, inteso come luogo di trasmissione e transito degli oggetti e delle immagini, crocevia di diverse coordinate geografiche e temporali. La suggestione di uno spazio culturale effimero, ciclicamente performato dagli individui che lo percorrono, enfatizza la dimensione rituale, irrazionale e magica che ha determinato il magnetismo di questa prassi sociale attraverso il tempo. Partendo da un’indagine fortemente legata alla città di Roma, la mostra guarda alle possibili evoluzioni verso una dimensione accelerata e globale dei processi di scambio, offrendo una suggestione sulle dinamiche culturali, sociali e antropologiche connesse all’idea stessa di mercato in quanto luogo di condivisione e scoperta.

Articolata in tre sezioni, la mostra raccoglie opere di artisti emergenti e affermati della scena artistica italiana e internazionale.

La prima sezione vede la partecipazione di Tomaso Binga, Lucia Cristiani, Auriea Harvey, Jonas Lund, Giulia Mangoni, Meletios Meletiou, Diego Miguel Mirabella, Jacopo Rinaldi, Agnese Spolverini, The Cool Couple, Elo Vega, Alessandro Vizzini e Benyamin Zolfaghari.

La seconda, dedicata ai linguaggi della stampa e del libro d’artista, riunisce le opere e i progetti editoriali di Alessia Armeni, Georges De Canino, Quentin Lefranc, Lucia Marcucci, Lamberto Pignotti e Sergio Sarra (in collaborazione con Emilio Prini). La stessa si arricchirà di focus sui materiali appartenenti a importanti punti di riferimento per la cultura editoriale e grafica di Roma: la Litografia Bulla, la Collezione Giuseppe Garrera e lo Studio Bibliografico Marini.

Lucia Marcucci – La fede (1972)

Nell’ultima sezione della mostra sarà presentato un progetto del collettivo Gli Impresari (Edoardo Aruta, Marco Di Giuseppe e Rosario Sorbello), realizzato con i contributi di oltre 40 artiste e artisti.
La suggestione metaforica del mercato di Porta Portese, a sua volta elemento cardine della cultura visuale romana, è evocata in una meta-riflessione sul suo display, piattaforma installativa per esplorare le tematiche situate al confine tra pratiche artistiche contemporanee e indagine sui patrimoni immateriali. Tra queste, il concetto di archivio collettivo, la ricerca sull’archeologia dei media, i processi di trasmissione e diffusione delle immagini e il rapporto con lo spazio pubblico.

SPAZIOMENSA – Roma, 27 novembre – 18 dicembre 2021

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Lucia Marcucci – Poesia Visiva

La mia poetica consiste, attraverso la parola e il segno, nella rielaborazione letteraria e pittorica, ma soprattutto critica, dei mass media (immagini, slogans, linguaggi variamente persuasori e mistificatori del sistema sociale contemporaneo).

My poetics consists, through the word and the sign, in the literary and pictorial, but above all critical, reworking of the mass media (images, slogans, variously persuasive and mystifying languages ​​of the contemporary social system).

Ma poétique consiste, à travers le mot et le signe, dans le remaniement littéraire et pictural, mais surtout critique, des médias de masse (images, slogans, langages diversement persuasifs et mystifiants du système social contemporain).

Meine Poetik besteht mittels Wort und Zeichen aus der literarischen und bildnerischen, vor allem aber kritischen Aufarbeitung der Massenmedien (Bilder, Parolen, unterschiedlich überzeugende und mystifizierende Sprachen des zeitgenössischen Gesellschaftssystems).

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