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LUCIA MARCUCCI

LUCIA MARCUCCI

Archivi tag: Maria Lai

BOOKS AS ART – I libri, le artiste

27 giovedì Feb 2025

Posted by Lucia Marcucci in Eventi

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Anna Esposito, Arte Contemporanea, Betty Danon, Contemporary Art, Elisabetta Gut, Franca Sonnino, Francesca Cataldi, Gisella Meo, Irma Blank, Ketty La Rocca, Lia Drei, Lucia Marcucci, Maria Lai, Mirella Bentivoglio, MUAAC, Paolo Cortese, Poesia Visiva, Tomaso Binga, Visual Poetry

La mostra BOOK AS ART. I libri, Le artiste, terza tappa di un progetto pluriennale promosso dal MUACC, Museo universitario delle arti e delle culture contemporanee di Cagliari in collaborazione con la Gramma_Epsilon Gallery di Atene, indaga la centralità assunta dal libro – inteso nella sua dimensione sia formale sia concettuale – nella ricerca artistica delle donne a partire dagli anni Settanta del Novecento, in particolare dalla seminale esposizione Materializzazione del linguaggio, curata da Mirella Bentivoglio nell’ambito della Biennale di Venezia del 1978. Nel titolo ideato da Bentivoglio vengono avvicinati, fondendosi, due universi, quello del Logos, il linguaggio, e quello di Mater, la materia: due contrapposte dimensioni dialoganti in singolari testimonianze poetiche.

BOOK AS ART. I libri, Le artiste

BOOK AS ART. I libri, Le artiste, a cura di Simona Campus e Paolo Cortese presenta opere di Ketty La Rocca,  Mirella Bentivoglio, Maria Lai, Elisabetta Gut, Gisella Meo,  e molte altre imprescindibili autrici della storia dell’arte contemporanea.  Le opere storiche, esposte nel tempo in alcune delle più autorevoli sedi museali nazionali e internazionali, vengono messe in relazione a realizzazioni più recenti e ai lavori di artiste di generazioni successive che continuano ad esplorare le molteplici possibilità del libro come espressione della loro arte e dell’interazione tra codice visivo e codice verbale.

Lucia Marcucci – Imago Imago (1991)

Si snoda, lungo il percorso espositivo, un ricco palinsesto di piccoli-grandi capolavori, che muove dalla fine degli anni Sessanta e i primissimi anni Settanta – al 1971 data In Principio Erat, di Ketty La Rocca, le cui immagini sono linguaggio fotografico e performativo insieme – per giungere alla più stretta contemporaneità. Molte delle opere sono fondative di un alfabeto teso a spezzare i lacci e le insidie del patriarcato, come Tempo presente, di Tomaso Binga, del 1977. Alcune furono in mostra a Venezia, nel 1978: è il caso di Leviatan, libro-scultura di Gisella Meo, e Iperipotenusa di Lia Drei. Del 1978 è il Libro scalpo di Maria Lai, elaborato a partire dal Volume-oggetto, anch’esso esposto in “Materializzazione del Linguaggio”. Del 1991 è Imago Imago, straordinario libro di Lucia Marcucci, pioniera della Poesia Visiva, rappresentata anche dal quasi coevo Afasia (1992). Altre opere, più recenti, testimoniano la vitalità delle ricerche delle autrici storiche lungo il corso del tempo, come nel caso di Francesca Cataldi e Franca Sonnino, che tornano entrambe al MUACC, Sonnino con Il Libro della Guerra, datato 2024, emblematicamente riferito al drammatico scenario internazionale dei nostri giorni. Le autrici storiche sono messe a confronto con le artiste delle più recenti generazioni e di differenti nazionalità – tra loro Astra Papachristodoulou, Maria Jole Serreli, Giulia Spernazza – esponenti dell’area concettuale, verbo-visiva e della fiber art, che continuano a esplorare, da differenti punti di vista e coerentemente con le proprie scelte di poetica, le infinite potenzialità del libro come forma di relazione, come presa di posizione e rivendicazione. Una rivendicazione di libertà, prima di tutto.

Artiste

Marilla Battilana, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Irma Blank, Anna Boschi, Francesca Cataldi, Betty Danon, Chiara Diamantini, Neide Dias de Sá, Lia Drei, Anna Esposito, Fernanda Fedi, Ileana Florescu, Coco Gordon, Elisabetta Gut, Marianna Karava, Susanne Kessler, Maria Lai, Rosanna Lancia, Liliana Landi, Ketty La Rocca, Carolina Lombardi, Virginia Lorenzetti, Sara Lovari, Lucia Marcucci, Gisella Meo, Patrizia Molinari, Aurèlia Muñoz, Elly Nagaoka, Riri Negri, Francesca Nicchi, Giulia Niccolai, Antonietta Orsatti, Luana Perilli, Astra Papachrisodoulou, Renata Prunas, Betty Radin, Franca Rovigatti, Anna Maria Sacconi, Giovanna Sandri, Alba Savoi, Marilena Scavizzi, Evelina Schatz, Greta Schödl, Maria Jole Serreli, Franca Sonnino, Giulia Spernazza, Chima Sunada, Dora Tass, Salette Tavares, Anna Torelli, Anna Uncini.

Museo Universitario delle Arti e Culture contemporanee di Cagliari (MUAAC)

Cagliari | 05/12/2024 – 28/03/2025

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Global Visual Poetry: traiettorie transnazionali nella Poesia Visiva

25 martedì Feb 2025

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Achille Bonito Oliva, Alain Arias-Misson, Betty Danon, Contemporary Art, Emilio Isgrò, Eugenio Miccini, Giuseppe Chiari, Jean-François Bory, Lamberto Pignotti, Lucia Marcucci, Luciano Caruso, Luciano Ori, Luigi Tola, Maria Lai, Michele Perfetti, Poesia Visiva, Raffaella Perna, Rodolfo Vitone, Sarenco, Tomaso Binga, Visual Poetry

a cura di Raffaella Perna

La mostra Global Visual Poetry 1950-1980 è concepita per porre in luce il carattere transnazionale della Poesia Visiva, una tra le correnti artistiche più incisive del secondo Novecento, che ha saputo raccogliere l’eredità delle prime avanguardie per aprirsi, sin dall’esordio, al dialogo tra culture e paesi diversi, superando barriere geografiche e identitarie nella prospettiva di un’arte inclusiva e socialmente impegnata. Con oltre duecento opere, l’esposizione propone uno sguardo trasversale sulla ricerca di esponenti legati alle diverse sperimentazioni verbo-visive emerse, su scala globale, a partire dal secondo dopoguerra dalla Poesia Concreta alla Poesia Visiva, dalla Poesia oggettuale alla Nuova Scrittura con l’obiettivo di evidenziare l’affinità e la coerenza di poetica di artisti e artiste attivi in questo filone di ricerca in varie regioni del mondo, al di fuori del canone eurocentrico. La poesia concreta, come affermava, Max Bense nel 1965, “non separa le lingue, ma le unisce, le mescola”, ed è per tale ragione che sin dalle origini questa corrente si è diffusa sul piano internazionale in modo capillare e ha attratto autori operanti in Sud e Nord America, in Germania, Francia, Italia, Svizzera, Portogallo, Cecoslovacchia o Giappone. La mostra pone l’accento, in particolare, sul ruolo cruciale e pionieristico della Poesia Visiva, nelle sue varie declinazioni, nel dibattito sugli effetti sociali prodotti dalla cultura di massa ai tempi del boom economico e sulla posizione critica assunta dai poeti visivi nei confronti del consumismo e delle derive del capitalismo. La precoce attenzione verso l’ambiente e la questione ecologica, le convinzioni apertamente pacifiste, la denuncia della condizione marginale della donna, la critica nei confronti del colonialismo e dell’egemonia dell’Occidente, l’interesse verso gli squilibri economici e sociali legati al miracolo economico sono questioni al cuore della Poesia Visiva, che contribuiscono alla sua attualità e alla sua odierna e crescente fortuna critica. Partendo dalla realtà locale dei propri paesi di origine, gli artisti attivi in questa corrente non hanno mancato di misurarsi con i problemi sollevati dalla globalizzazione e di guardare oltre i confini nazionali, schierandosi contro la guerra in Vietnam o denunciando le condizioni di povertà vissute da popoli oppressi. L’esposizione indaga il carattere interdisciplinare e gli sconfinamenti verbo-visuali sviluppati da questa tendenza: nella Poesia Visiva infatti la parola si fa spazio, immagine e corpo, entra in una dimensione ibrida, basata sull’incrocio tra la qualità visiva, ottico-percettiva, tattile e sonora della parola, al fine di risignificare il linguaggio e offrire nuovi possibili modi di guardare la realtà. L’attitudine sperimentale e l’urgenza di uscire dagli steccati disciplinari sono tratti peculiari della Poesia Visiva, che avvicinano i percorsi dei tanti artisti attivi in Italia a quelli di autori presenti in altri Paesi del mondo all’interno della complessa e ramificata galassia verbo-visuale.

Lucia Marcucci – Pax (1979)


Le istanze decoloniali e pacifiste, insieme all’attenzione per l’ambiente e alla critica al consumismo, sono i temi centrali della mostra: questioni, queste ultime, che nell’orbita della Poesia Visiva vanno di pari passo con la scelta di praticare un’arte della leggerezza, fatta di mezzi semplici, quotidiani, “poveri”, con opere spesso di piccolo formato, facili da disseminare e capaci, anche in virtù di questo, di oltrepassare i canali elitari dell’arte e di sottrare il linguaggio al logorio dell’abitudine per rivivificarlo.

Il percorso espositivo si articola attraverso tre grandi sezioni che, pur intersecandosi tra loro, rispondono alle diverse traiettorie emerse nella più ampia costellazione della Poesia Visiva: la ricerca di matrice tipografico-concreta, dove la lettera si fa materia plastica per costruire complesse architetture grafiche e fitte tessiture di lettere e segni alfabetici; la sperimentazione sul montaggio e il collage, intesa come pratica per criticare, dall’interno, la comunicazione mass-mediatica attraverso l’ironia e lo straniamento; la scrittura-corpo, dove la parola è la traccia palpabile del gesto dell’autore e, come un sismografo, registra l’andamento dei movimenti e le vibrazioni della scrittura manuale. Benché diverse dal punto di vista stilistico ed estetico, queste tre direttrici s’intrecciano, sino talvolta a sovrapporsi, perché condividono lo stesso slancio utopico, teso a riformulare il linguaggio per avvicinarlo alle urgenze della collettività e per sfidare il senso di vuoto proposto dalla ‘società dello spettacolo’. Nella Poesia Visiva, affermava Eugenio Miccini, c’è “una forza che le viene dalla sua utopia, dalla sua previsione ideologica di una nuova dimensione antropologica, dal tentativo, quindi, di riavvicinare e ricongiungere – agendo sulla coscienza dell’uomo – l’estetica e la vita”. Ed è in questo serrato dialogo tra poesia, immagine e utopia sociale che la Poesia Visiva lascia oggi l’eredità forse più preziosa.

(testo di Raffaella Perna)

18 febbraio – 15 giugno 2025

Dicastero per la Cultura e l’Educazione | piazza Pio XII, 3/3 | Città del Vaticano

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BOOKS AS ART [English version]

15 giovedì Giu 2023

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Alba Savoi, Anna Boschi, Anna Esposito, Anna Maria Sacconi, Anna Torelli, Anna Uncini, Arte Contemporanea, Aurelia Muñoz, Betty Radin, Carla Vasio, Chiara Diamantini, Chima Sunada, Contemporary Art, Elisabetta Gut, Elly Nagaoka, Evangelía Biza, Fernanda Fedi, Franca Sonnino, Francesca Cataldi, Gisella Meo, Giulia Niccolai, Giulia Spernazza, Gramma_Epsilon Gallery, Greta Schödl, Irma Blank, Lia Drei, Lucia Marcucci, Maria Jole Serreli, Maria Lai, Marilena Scavizzi, Marilla Battilana, Mirella Bentivoglio, Paolo Cortese, Patrizia Molinari, Poesia Visiva, Renata Prunas, Rosanna Lancia, Saletta Tavares, Susanne Kessler, Virginia Lorenzetti, Visual Poetry

“Of all man’s instruments, the most wondrous, no doubt, is the book. The other instruments are extensions of his body. The microscope, the telescope, are extensions of his sight; the telephone is the extension of his voice; then we have the plow and the sword, extensions of the arm. But the book is something else altogether: the book is an extension of memory and imagination.”
(Jorge Luis Borges)

Gramma_Epsilon – Books as Art (Athens)

From June 15th to October 20th, Gramma_Epsilon Gallery in Athens presents the group exhibition “Books as Art” curated by Paolo Cortese. The exhibition, dedicated to the book as a form of art, showcases works of female artists from different generations and nationalities. Concrete and verbo-visual works that date back to the 1960s are placed in a dialogue with works by artists of later generations who continue to explore the multiple possibilities of the book as an expression of their art.

In the terminology established by Mirella Bentivoglio in the 1980s and 1990s during numerous group exhibitions dedicated to this particular form of artistic expression, ‘librista’  is used as a term that describes an artist who produces book-objects, the artist who is inspired by the form and the meaning of the book. Two universes are being put together: that of Logos, the language, which the works represent through their form, and that of the Mater, the matter, which the works celebrate through their substance. Two opposing dimensions that emerge in singular, communicative and silent poetic testimonies. 

“In this era of the computer, in which the book has declined as a medium of verbal communication, its symbolism engraved in the subconscious renders it a new vehicle for global communication. In such a way the book-object has truly broken all customs and it is not known anymore whether it is a theme, a technique, a support or a movement. In a participatory and questioning way, it seems to indicate a general awareness of a new iconography of the Logos, which the human of our time recognizes and communicates”, writes Mirella Bentivoglio in 1990 when presenting a historical exhibit dedicated to ‘Librismo’ at the Art Duchamp Gallery in Cagliari. Furthermore, “they are volumes in both senses of the word; volumes considering their physicality. No longer vehicles of language, the books are symbols of the book; they dig deep into the psyche and find the archetype of the tables of the law. Books that undergo transformation in terms of form, structure, matter, giving rise to plastic-poetic circuits. Linguistic objects which by association move the work from the field of art to the suddenly complementary field of poetry”.

Brooks As Art

The works exhibited in Athens are three-dimensional, inspired by the book and the page, created by more than thirty international female artists from the area of conceptual, verbal, visual and fiber art of different countries and generations. Captivating and communicative works, realized in diverse materials, which are capable of bringing together with immediacy the world of the words with the universe of the materiality. Many works in this exhibition are historical examples and have been exhibited in the most prestigious museum venues. For the most part, they are unique pieces, together with examples of special editions.

Lucia Marcucci – Afasia (1992)

During the opening, Maria Jole Serreli, a fiber artist from Sardinia, will realize her performance ‘The Forever Books’: ten books, containers of word and real stories, dressed in dreams, will be sealed forever preserving the memory of the intimate story of whoever owned them.

Artists: Marilla Battilana, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Evangelía Biza, Irma Blank, Anna Boschi, Francesca Cataldi, Chiara Diamantini, Lia Drei, Anna Esposito, Elisabetta Gut, Fernanda Fedi, Susanne Kessler, Maria Lai, Rosanna Lancia, Virginia Lorenzetti, Lucia Marcucci, Gisella Meo, Patrizia Molinari, Aurelia Muñoz, Elly Nagaoka, Giulia Niccolai, Renata Prunas, Betty Radin, Anna Maria Sacconi, Alba Savoi, Marilena Scavizzi, Greta Schödl, Maria Jole Serreli, Franca Sonnino, Giulia Spernazza, Chima Sunada, Saletta Tavares, Anna Torelli, Anna Uncini, Carla Vasio.

Curated by Paolo Cortese

Gramma_Epsilon Gallery, Athens, 15th June – 20th October, 2023

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BOOKS AS ART

15 giovedì Giu 2023

Posted by Lucia Marcucci in Eventi

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Alba Savoi, Anna Boschi, Anna Esposito, Anna Maria Sacconi, Anna Torelli, Anna Uncini, Arte Contemporanea, Aurelia Munoz, Betty Radin, Chiara Diamantini, Chima Sunada, Contemporary Art, Elisabetta Gut, Elly Nagaoka, Evangelía Biza, Fernanda Fedi, Franca Sonnino, Francesca Cataldi, Gisella Meo, Giulia Niccolai, Giulia Spernazza, Gramma_Epsilon Gallery, Greta Schödl, Irma Blank, Lia Drei, Lucia Marcucci, Maria Jole Serreli, Maria Lai, Marilena Scavizzi, Marilla Battilana, Mirella Bentivoglio, Paolo Cortese, Patrizia Molinari, Paula Claire, Poesia Visiva, Renata Prunas, Rosanna Lancia, Saletta Tavares, Susanne Kessler, Tomaso Binga, Virginia Lorenzetti, Visual Poetry

“Il libro è senza dubbio il più stupefacente tra gli strumenti costruiti dall’uomo. Gli altri sono estensione del suo corpo: il microscopio, il telescopio sono estensioni della sua vista, il telefono e la radio estensioni della sua voce, l’aratro, la fionda e il missile estensioni del braccio; ma il libro è un’estensione della memoria e dell’immaginazione” (Jorge Luis Borges)

Gramma_Epsilon – Books as Art (Athens)

Dal 15 Giugno al 20 Ottobre 2023 si tiene presso la Galleria Gramma_Epsilon di Atene una mostra dal titolo “Books as Art” a cura di Paolo Cortese.
In questa rassegna, dedicata la libro come forma di arte, sono messi a confronto lavori di artiste di diverse generazioni e nazionalità. Lavori concretisti e verbo-visuali risalenti agli anni ’60 sono messi in relazione a lavori di artiste di generazioni successive che continuano ad esplorare le molteplici possibilità del libro come espressione della loro arte.
Nella terminologia istituita da Mirella Bentivoglio lungo gli anni Ottanta e Novanta nel corso di numerose rassegne dedicate a questa particolare branca dell’espressione, si fa riferimento al “librista” come all’artista produttore di libri-oggetto, ossia un artista che si ispira alla forma e al significato del libro. Si sommano in sé due universi: quello del Logos, il linguaggio, che rappresentano nella loro forma, e quella di Mater, la materia, che celebrano nella loro sostanza. Due contrapposte dimensioni, che si fondono in singolari, comunicative e silenziose testimonianze poetiche.
“In quest’era del computer, in cui il libro sta per tramontare come medium di comunicazione verbale, la sua simbolicità incisa nell’inconscio lo porta a divenire un nuovo convenuto veicolo di comunicazione globale. Così il libro-oggetto ha veramente rotto tutte le consuetudini e non si sa più se è un tema, una tecnica, un supporto o un movimento. In modo partecipe e interrogativo esso sembra indicare una generale presa di coscienza di una nuova iconografia del logos, nella quale si riconosce e comunica l’uomo del nostro tempo.” scrive Mirella Bentivoglio nel 1990 presentando una storica mostra dedicata al “Librismo” presso la Galleria Art Duchamp a Cagliari. E ancora “Sono volumi nei due sensi della parola; volumi considerati nella loro fisicità. Non più meri veicoli del linguaggio, sono libri simboli del libro; scavano nel profondo della psiche e vi ritrovano l’archetipo delle tavole della legge. Libri che subiscono trasformazioni a livello di forma, struttura, materia, dando luogo a corto circuitazioni plastico-poetiche. Oggetti linguistici, che per associazione spostano l’opera dal piano dell’arte al piano improvvisamente complementare della poesia.”
Saranno in esposizione ad Atene opere tridimensionali ispirate al libro e alla pagina di oltre trenta artiste internazionali esponenti dell’area concettuale, verbo visuale e della fiber art di paesi e generazioni diverse. Opere captanti, comunicative, realizzate in materiali diversi, capaci di sposare con immediatezza il mondo della parola all’universo dell’esistenza.

Brooks as Art

Molte opere di questa mostra sono esempi storici e sono stati esposti nelle più prestigiose sedi museali. Per la maggior parte sono pezzi unici, ma insieme ad esemplari di stretta numerazione.

Lucia Marcucci – Afasia (1992)

Artiste in mostra: Marilla Battilana, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Evangelía Biza, Irma Blank, Anna Boschi, Francesca Cataldi, Chiara Diamantini, Lia Drei, Anna Esposito, Elisabetta Gut, Fernanda Fedi, Susanne Kessler, Maria Lai, Rosanna Lancia, Virginia Lorenzetti, Lucia Marcucci, Gisella Meo, Patrizia Molinari, Aurelia Muñoz, Elly Nagaoka, Giulia Niccolai, Renata Prunas, Betty Radin, Anna Maria Sacconi, Alba Savoi, Marilena Scavizzi, Greta Schödl, Maria Jole Serreli, Franca Sonnino, Giulia Spernazza, Chima Sunada, Saletta Tavares, Anna Torelli, Anna Uncini, Carla Vasio.

A cura di Paolo Cortese

Gramma_Epsilon Gallery, Atene, 15 Giugno – 20 Ottobre, 2023

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RI-MATERIALIZZAZIONE DEL LINGUAGGIO. 1978-2022

01 sabato Ott 2022

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Andrea Viliani, Anna Esposito, Anna Oberto, Arte Contemporanea, Cristiana Perrella, Elisabetta Gut, Fondazione Antonio Dalle Nogare, Gisella Meo, Irma Blank, Ketty La Rocca, Lia Drei, Lucia Marcucci, Maria Lai, Mirella Bentivoglio, Patrizia Vicinelli, Poesia Visiva, Silvia Mejía, Tomaso Binga, Visual Poetry, Vittoria Pavesi

La mostra Materializzazione del linguaggio, curata dall’artista e poetessa Mirella Bentivoglio, fu inaugurata il 20 settembre 1978 presso i Magazzini del Sale, nell’ambito della XXXVIII Biennale di Venezia. Nella sua molteplicità di immagini e parole, di pratiche individuali e collettive, essa comprendeva le ricerche verbo-visuali di 90 artiste e poetesse internazionali che, raccontando il “rapporto fra la donna e il linguaggio”, materializzavano un linguaggio inteso come modalità di comunicazione non condizionata, incorporando un’espressione identitaria trasgressiva, al contempo poetica e critica, di radicale rifiuto del linguaggio patriarcale.

Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022

Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022 – in cui è presentata un’ampia selezione delle opere originariamente esposte, insieme ad altre coeve e a materiali di documentazione – si propone come il primo tentativo di ricostruzione filologica di una mostra divenuta nel frattempo un punto di riferimento per le ricerche artistiche femminili e femministe, ma anche come la riattivazione contemporanea delle sue istanze storiche. Ispirato alle opere stesse, l’allestimento parte dalla matrice dell’alfabeto quale grado zero del linguaggio, e dal rapporto opera/documento, mostra/libro, muro/vetrina, invitandoci a continuare a reinventare il linguaggio che ci è stato imposto, così da poterci riappropriare del modo più autentico e personale in cui desideriamo esprimerci e comunicare.

La mostra è presentata in occasione del centenario della nascita di Mirella Bentivoglio (Klagenfurt am Wörthersee, 1922 – Roma, 2017).

Lucia Marcucci – Aa, Bb, Cc (1977)

Artiste in mostra: Annalisa Alloatti; Mirella Bentivoglio; Cathy Berberian; Tomaso Binga; Irma Blank; Monica Bonvicini; BRACHA (Bracha L. Ettinger); Blanca Calparsoro; Françoise Canal; Paula Claire; Rochella Cooper; Betty Danon; Sonia Delaunay; Agnes Denes; Chiara Diamantini; Neide Dias de Sá; Lia Drei; Anna Esposito; Amelia Etlinger; Sylvie Fauconnier; Maria Ferrero Gussago; Mona Fillières; Gisela Frankenberg; Luisa Gardini; Ilse Garnier; Rimma Gerlovina; Natalia Goncharova; Pat Grimshaw; Bohumila Grögerová; Shasha Guiga; Elisabetta Gut; Micheline Hachette; Ana Hatherly; Annelies Klophaus; Janina Kraupe; Christina Kubisch; Ketty La Rocca; Katalin Ladik; Maria Lai; Liliana Landi; Sveva Lanza; Paola Levi Montalcini; Laura Marcheschi; Lucia Marcucci; Benedetta Marinetti; Silvia Mejía; Gisella Meo; Aurèlia Muñoz; Giulia Niccolai; Anna Oberto; Anésia Pacheco Chaves; Anna Paci; Anna Paparatti; Jacqueline Phanelleux; Jennifer Pike; Marguerite Pinney; Betty Radin; Regina; Olga Rozanova; Giovanna Sandri; Anne Sauser-Hall; Evelina Schatz; Mira Schendel; Greta Schödl; Eleanor Schott; Berty Skuber; Mary Ellen Solt; Marlise Staehelin; Varvara Fyodorovna Stepanova; Wendy Stone; Chima Sunada; Jacqueline Tarkieltaub; Salette Tavares; Biljana Tomić; Jean Trevor; Nora Turato; Janie Van Den Driessche; Carla Vasio; Tatiana Vladimirova Vechorka; Patrizia Vicinelli; Florence Villers; Simona Weller; Francine Widmer; e alcune pratiche artistiche e di ricerca anonime.

A cura di Cristiana Perrella, Andrea Viliani, Vittoria Pavesi.

Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano,
02.10.2022 – 03.06.2023

ATTRAVERSO L’ARTE. La galleria IL GABBIANO 1968-2018. Cinquant’anni di ricerca artistica

24 martedì Mag 2022

Posted by Lucia Marcucci in Eventi

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Arte Contemporanea, CAMeC, Contemporary Art, Emilio Isgrò, Eugenio Miccini, Fluxus, Gillo Dorfles, Giuseppe Chiari, Il Gabbiano, Ketty La Rocca, Lamberto Pignotti, Lucia Marcucci, Maria Lai, Mario Commone, Mimmo Rotella, Mirella Bentivoglio, Nanni Balestrini, Poesia Visiva, Sarenco, Visual Poetry

Il CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia rende omaggio alla storica galleria Il Gabbiano che, in cinquant’anni di ricerca artistica e con oltre 500 mostre, ha portato in città le eccellenze dell’arte contemporanea italiana e internazionale, con approfondimenti dedicati alla Poesia visiva, a Fluxus, all’Arte concettuale, alla Body Art e alle esperienze legate alla musica e al suono.

L’esposizione “Attraverso l’arte. La galleria Il Gabbiano 1968-2018“, in programma dal 27 maggio al 25 settembre 2022 al secondo piano del Museo e nella project room, è curata da Mario Commone in dialogo con Mara Borzone, Francesca Cattoi, Cosimo Cimino, Lara Conte e Marta Manini, ideatrice del progetto grafico e di allestimento; la direzione del progetto è affidata ad Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati, conservatrici del Centro.

Il Gabbiano ha avuto il merito di porre al centro del suo percorso la figura dell’artista, attenzione posta fin dagli esordi probabilmente perché la galleria, attiva dal 1968 al 2018, è stata sempre condotta da soli artisti, spinti dalla necessità di avere tra di loro e con il pubblico uno spazio di dialogo e di confronto. Ci sono comunque state nel corso degli anni fruttuose collaborazioni con critici e storici dell’arte, nonché galleristi, che hanno contribuito a ramificare sempre più la rete di contatti e conoscenze che ha reso la galleria nota a livello nazionale e con numerosi contatti anche all’estero.

La galleria Il Gabbiano nasce alla Spezia nel 1968 per volontà di una dozzina di artisti. Un’esigenza probabilmente scaturita dalla mancanza in città di situazioni analoghe ed essendo venuto meno da pochi anni anche il Premio del Golfo, rassegna periodica di pittura di rilevanza nazionale.

Gli interessi del Gabbiano – nel frattempo gli artisti che compongono il circolo si riducono a quattro (Fernando Andolcetti, Cosimo Cimino, Mauro Manfredi e Clara Milani) – si orientano poi verso le ricerche d’avanguardia che si affiancano al concettuale, quali la Poesia visiva e Fluxus, in particolare grazie ai rapporti con artisti importanti come, ad esempio, Mirella Bentivoglio, che ha contribuito a mettere in relazione tutta una serie di altri artisti che lavoravano secondo un linguaggio legato sia alla parola che all’immagine fotografica, quindi alla loro connessione. Altro artista e teorico importante che ha stretto una ininterrotta collaborazione fino agli ultimi anni è Lamberto Pignotti, tra i padri della Poesia visiva, con lui Lucia Marcucci, Eugenio Miccini e Giuseppe Chiari, tutti protagonisti di collaborazioni e mostre personali alla galleria Il Gabbiano.

Lucia Marcucci – Logopatia (2006)

Negli anni quindi Il Gabbiano ha visto passare opere di numerosissimi artisti, oltre a quelli già citati, ad esempio, la spezzina Ketty La Rocca – contribuendo a far conoscere il suo importante lavoro -, Mimmo Rotella, Ugo Nespolo, Richard Smith, Ben Vautier, Philip Corner, Takako Saito, Jiri Kolář, Emilio Isgrò, Ben Patterson, Sarenco, Rodolfo Vitone, Maria Lai, Gillo Dorfles, Nanni Balestrini, Pietro Grossi.

Un capitolo a parte merita il sodalizio con il pittore Edo Murtić, che a partire dal 1970 ha realizzato numerose mostre personali, lavorando praticamente in esclusiva e producendo litografie inedite per Il Gabbiano.

Il progetto espositivo ripercorre la cinquantennale vicenda della galleria attraverso una silloge di oltre centocinquanta opere. Nella project room è inoltre proposta un’installazione corale, che riprende le dinamiche espositive della galleria, caratterizzate sovente da mostre collettive e tematiche, per le quali i partecipanti, in formazione variabile, erano chiamati a inviare un’opera secondo le indicazioni richieste, creando delle vere e proprie collane che avevano anche uno sviluppo editoriale. Per l’occasione, cinquanta artiste e artisti, che nel corso degli anni hanno esposto al Gabbiano, sono stati invitati a dare un contributo-omaggio alla mostra sotto forma di bandiera. La bandiera diventa così simbolo di libertà e leggerezza, elementi che hanno sempre contraddistinto l’identità del Gabbiano.

A cura di Mario Commone
In collaborazione con Mara Borzone, Francesca Cattoi, Cosimo Cimino, Lara Conte, Marta Manini
Direzione del progetto: Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati

CAMeC La Spezia: 27 maggio – 25 settembre 2022

© Riproduzione riservata

VITA NUOVA: NEW ISSUES FOR ART IN ITALY 1960-1975

12 giovedì Mag 2022

Posted by Lucia Marcucci in Eventi

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Alighiero Boetti, Arte Contemporanea, Carla Accardi, Contemporary Art, Gianfranco Baruchello, Giosetta Fioroni, Hélène Guenin, Ketty La Rocca, Lucia Marcucci, MAMAC, Maria Lai, Mario Ceroli, Mario Schifano, Michelangelo Pistoletto, Poesia Visiva, Pop Art, Tomaso Binga, Valérie Da Costa, Vincenzo Agnetti, Visual Poetry

For the first time in France since 1981, the MAMAC of the city of Nice presents a major project dedicated to the Italian art scene between 1960 and 1975. Bringing together 130 works by 60 artists, “Vita Nuova” offers an unprecedented perspective on a major art scene.

“Vita Nuova. New issues for art in Italy 1960-1975” aims to uncover the extraordinary vivacity of artistic creation in Italy between 1960 and 1975, whose diversity remains very little known in France – with the exception of the works of Arte Povera artists. Between the early 1960s and mid 1970s, Italy experienced a particularly fertile and exceptional period, inextricably linked to the richness of cinema and literature of the period. Paradoxically, since the exhibition held at the Centre Pompidou National Museum of Modern Art (Paris) in 1981 – “Identité italienne. L’art en Italie depuis 1959”, curated by Germano Celant (1940-2020) – there has been no major overview of this remarkable art scene in France. Between the early 1960s and mid 1970s, Italy experienced a particularly fertile and exceptional period, inextricably linked to the richness of cinema and literature of the period. Paradoxically, since the exhibition held at the Centre Pompidou National Museum of Modern Art (Paris) in 1981 – “Identité italienne. L’art en Italie depuis 1959”, curated by Germano Celant (1940-2020) – there has been no major overview of this remarkable art scene in France. Curated by Valérie Da Costa, art historian, specialist in Italian art, “Vita Nuova. New issues for art in Italy 1960-1975” makes up for this historical gap, offering an unprecedented take on these fifteen years of creation from 1960 – which corresponds to the first exhibitions of a new generation of artists (born between the years 1920 and 1940) active in Genoa, Florence, Milan, Rome and Turin – to 1975, a year marked by the tragic death of the writer, poet and director Pier Paolo Pasolini (1922-1975). The year 2022 marks the centenary of his birth.

This generation of artists offered up new ways of understanding and making art: they illustrated a form of vita nuova (“new life”) – a title borrowed from Dante’s eponymous book (Vita Nova) which, while serving as an ode to love, asserts a new way of writing – marking Italian art in this period and contributing to its international recognition. During the 1960s and 1970s, Italy’s transformation (industrialism, consumer society, political instability, etc.) resulted in new modes of representation. It is this historical and political context that forms the background of this exhibition. This exhibition adopts on a resolutely thematic approach and is organised around three key topics: A society of images, Reconstructing nature and The body’s memory, all considered in a porous and cross-cutting nature, in order to demonstrate the circulation of artists, forms and ideas between visual, ecological and corporeal issues. The exhibition aims to present a diverse, non-exhaustive artistic landscape, composed of a selection of artists – some of whom have been forgotten in the world of Italian art (particularly with regard to female artists) – whose work is exhibited for the first time in France and has been recently rediscovered in their own country. Developed as a multidisciplinary exhibition, “Vita Nuova” explores the links that have been established simultaneously between visual creation, design and cinema. The exhibition aims to present a diverse, non-exhaustive artistic landscape, composed of a selection of artists – some of whom have been forgotten in the world of Italian art (particularly with regard to female artists) – whose work is exhibited for the first time in France and has been recently rediscovered in their own country. The exhibition presents 60 artists, including many women artists, through a selection of 130 works and archival documents from Italian and French, public and private collections.

A SOCIETY OF IMAGES

During the 1960s and 1970s, Italy’s transformation (economic miracle, industrialism, consumer society, political instability, etc.) resulted in new modes of representation. Italian cinema was in its golden age. With the Cinecittà studios, Rome was nicknamed “Hollywood on the Tiber”. Cinema stars entered the world of the canvas, while artists used cinema in their works. The image of the woman, advertising, television, cinem a and the artistic heritage of Antiquity and the Renaissance, together with the contemporary city and questions of sexuality and gender, all became subjects to be explored. This effervescence would be counterbalanced at the end of the 1960s by increased political a nd social tensions (events in the spring of 1968, strikes in the autumn of 1969, the attack on the Piazza Fontana in December 1969, the Borghese coup d’état in 1970, etc.), eliciting a significant reaction among artists.

Vincenzo Agnetti, Franco Angeli, Gianfranco Baruchello & Alberto Griffi, Gianfranco Baruchello, Tomaso Binga, Alighiero Boetti, Marisa Busanel, Lisetta Carmi, Luciano Fabro, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Rosa Foschi, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo, Ugo Nespolo, Renato Mambor, Lucia Marcucci, Titina Maselli, Fabio Mauri, Pier Paolo Pasolini, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Cesare Tacchi.

Lucia Marcucci – Miss Viaggio (1965)

RECONSTRUCTION NATURE

The theme of the “reconstruction of nature” (“ricostruzione della natura”) is borrowed from Pino Pascali, who affirmed its free interpretation in his works. In this highly industrialised world, the time had come to raise awareness about the excesses of our consumer society. Here, nature is represented as a resource and a central subject for certain artists who, seeking a form of degrowth, use it in their creations. As such, they develop various filmed actions that interact with natural elements (wind, sun, earth, sand and water), or even interpret it via primary and artificial materials to design sculptures and installations that recreate nature in its strictest elementarity. During these years, artists and desi gners shared a common interest in the forms of nature explored; this practice was all about bringing art into life.

Giovanni Anselmo, Archizoom, Pier Paolo Calzolari, Mario Ceroli, Piero Gilardi, Pietro Derossi con Giorgio Ceretti e Riccardo Rosso, Gino De Dominicis, Laura Grisi, Maria Lai, Mario Merz, Gina Pane, Luca Maria Patella, Claudio Parmiggiani, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Marinella Pirelli, Ettore Spalletti.

THE BODY’S MEMORY

“That which always speaks in silence is the body” (“Ciò che sempre parla in silenzio è il corpo”), wrote is memory Alighiero Boetti. The sculpture the trace of the body just as painting is movement. In Italy in the early 1970s, many artists used their bodies as an element of reference, measurement, distortion and performance, rather than as a single material with which to interact in contrast with the spectacular and exhibitionist themes of body art. These works are born from the body or evoke its memory from a more conceptual perspective. The body is also a political object that questions gender and history through a performative approach, whether personal or collective. For some artists, this participatory experience opens itself up to the public space, thereby rendering it a form of social art.

Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Giovanni Anselmo, Irma Blank, Claudio Cintoli, Giorgio Griffa, Paolo Icaro, Ketty La Rocca, Eliseo Mattiacci, Franco Mazzucchelli, Fabio Mauri, Marisa Merz, Ugo Nespolo, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Luca Maria Patella, Carol Rama, Gilberto Zorio.

Curated by Valérie Da Costa

Project Manager: Laura Pippi-Détrey

Director of MAMAC: Hélène Guenin

Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain (MAMAC) – Nice (France) 14 May 2022 – 2 October 2022

© Riproduzione riservata

Libertà sulla parola

20 domenica Dic 2020

Posted by Lucia Marcucci in Eventi

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Tag

Arte Contemporanea, Contemporary Art, Fluxus, Giuseppe Chiari, Irma Blank, Ketty La Rocca, Lamberto Pignotti, Lucia Marcucci, Maria Lai, Michele Perfetti, Mirella Bentivoglio, Poesia Visiva, Sarenco, Visual Poetry

Libertà sulla parola: conosciuta anche come “Parole”, nel diritto di molti paesi, può essere concessa al detenuto dopo un periodo di carcere, a fronte del suo comportamento esemplare. La libertà sulla parola è atto di fiducia e rigida regolamentazione, permesso aleatorio (verba volant), oppure, attraverso uno spostamento di senso, campo di apertura alle infinite possibilità della parola. 

Osart Gallery è lieta di presentare una selezione di opere, datate a partire dagli anni Sessanta, legate all’uso della parola in alcuni degli ambiti di ricerca più fertili delle Seconde Avanguardie: poesia visiva, arte concettuale e Fluxus.

La commistione tra scrittura e arti visive, oltre al riuso di supporti che acquisiscono significati autonomi, trova fertile interpretazione in una molteplicità di gruppi artistici, confermando quanto segnalava Mirella Bentivoglio: “molti artisti, accanto ai nuovi poeti, hanno cercato di abbattere a colpi di materia la turris eburnea della letterarietà, coinvolgendo nel concetto stesso di linguaggio la semiologia dei materiali”.

Sono rappresentate in mostra parte delle ricerche Fluxus, in cui la relazione tra media diversi e le operazioni a cavallo tra parole e immagini sono costitutive. Tra gli artisti del gruppo, sono esposti Roberti Filliou, Ken Friedman, Nam June Paik, e Giuseppe Chiari.

Tra gli artisti legati all’arte concettuale internazionale che hanno indagato la relazione tra linguaggio e immagine coinvolgendo media diversi, si trovano Peter Hutchinson, Vincenzo Agnetti, Maurizio Nannucci, Salvo, Emilio Prini, Claudio Parmiggiani, Gianfranco Baruchello, Antonio Dias, Jiri Valoch. 

Le sperimentazioni verbovisuali, che si sono sviluppate in una moltitudine di tendenze e gruppi, sono qui ricordate tramite la presenza di alcuni esponenti del fiorentino Gruppo 70: Lucia Marcucci e Ketty La Rocca (in cui si rintraccia la commistione di parola e rappresentazione del corpo), Lamberto Pignotti, Sarenco e Michele Perfetti. Tali sperimentazioni sono testimoniate poi dalla scrittura come registrazione onirica in Magdalo Mussio, e dall’operazione di sottrazione tramite cancellatura di Isgrò. La polimatericità degli approcci verbovisuali è propria delle ricerche di Mirella Bentivoglio, Maria Lai, Amelia Etilinger, Franca Sonnino e Anna Veruda, mentre vanno nella direzione della forte attenzione alla scrittura come gesto e segno Irma Blank, Betty Danon Chima Sunada e Marilla Battilana.

Ogni raggruppamento risulta fallace e gli artisti rappresentati si situano tra gli insiemi, nello spazio ibrido fra parola e immagine; le loro ricerche vanno nelle infinite direzioni di una assoluta Libertà sulla parola.

Una selezione di artiste “che hanno esposto nelle numerose mostre curate da Loda, in spazi pubblici e privati o nella sua galleria, e che con lei hanno condiviso progetti artistici e spesso esperienze di vita. Ma che soprattutto, come lei, hanno avvertito l’urgenza di impegnarsi fino in fondo nel mondo dell’arte, in un momento storico in cui in Italia essere donna e artista, come confida Ketty La Rocca a Lucy Lippard nel 1975, era ancora «di una difficoltà incredibile»”.

Osart Gallery

Milano 16 dicembre 2020 — 20 marzo 2021

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Lucia Marcucci – Poesia Visiva

La mia poetica consiste, attraverso la parola e il segno, nella rielaborazione letteraria e pittorica, ma soprattutto critica, dei mass media (immagini, slogans, linguaggi variamente persuasori e mistificatori del sistema sociale contemporaneo).

My poetics consists, through the word and the sign, in the literary and pictorial, but above all critical, reworking of the mass media (images, slogans, variously persuasive and mystifying languages ​​of the contemporary social system).

Ma poétique consiste, à travers le mot et le signe, dans le remaniement littéraire et pictural, mais surtout critique, des médias de masse (images, slogans, langages diversement persuasifs et mystifiants du système social contemporain).

Meine Poetik besteht mittels Wort und Zeichen aus der literarischen und bildnerischen, vor allem aber kritischen Aufarbeitung der Massenmedien (Bilder, Parolen, unterschiedlich überzeugende und mystifizierende Sprachen des zeitgenössischen Gesellschaftssystems).

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