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LUCIA MARCUCCI

LUCIA MARCUCCI

Archivi autore: Lucia Marcucci

Penso che…

18 venerdì Feb 2022

Posted by Lucia Marcucci in Opere

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Visual Poetry

Penso che… (1972) | tempera e collage su cartoncino | cm 36×25

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© Riproduzione riservata

La Poesia Visiva / The Visual Poetry

08 martedì Feb 2022

Posted by Lucia Marcucci in Scrittura

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Dal 1964 ad oggi si è scritto molto sul «fenomeno» Poesia Visiva: dopo un primo momento di smarrimento dei critici ufficiali (é pittura?, é poesia? o cos’altro?), sulla scia di pochi coraggiosi – Gillo Dorfles, Vincenzo Accame, Luciano Cherchi – e degli stessi poeti visivi, si sono poi, verificate straordinarie rincorse di partecipazioni critiche. Ma la Poesia Visiva è un fenomeno scomodo e continua ad esserlo. Nata da un’esigenza di «minuscolo», cioè di un mezzo artistico più vicino al pubblico, di un linguaggio comune e di un rapporto con i mezzi di comunicazione in uso (prelievo e ritorsione dei messaggi per mirare a connotazioni ideologiche, filosofiche, politiche per un’azione immunizzatrice e di denuncia del negativo nel contesto sociale attraverso l’elaborazione di immagini e di slogans estratti dalla stampa, dalla pubblicità, dai giornali sportivi, dal linguaggio politico, ecc.) è approdata a un vero e proprio genere, autonomo, «nuovo». La programmazione culturale e i piani estetici sono stati sconvolti, nonostante che il sistema abbia tentato più volte di emarginarla e di ridurla al silenzio. La Poesia Visiva ha realizzato un accordo, un’osmosi con i prodotti dei mass-media, privilegiando l’aspetto iconico su quello grafico-tipografico: per la poesia lo strumento gutenberghiano si era già da tempo dimostrato insufficiente, per la visione iconografica la tela dipinta non «teneva» più, occorreva trovare altri spazi, nuove dimensioni, un nuovo linguaggio comprensivo dei due ambiti. L’aspetto iconico ha indubbiamente più presa, incide emozionalmente e coinvolge, penetra e riaffiora nella memoria, si ripropone nel tempo, sulle lunghe distanze: di qui, il privilegio. E l’«osmosi» coi mass-media è in effetti una carica di esplosivo, che, ad un’attenta lettura si rivela minante il Sistema. Il «fenomeno scomodo» continua, oggi, la sua critica alle abitudini, al conformismo e all’anti-conformismo; stimola ad una presa di coscienza del momento storico altamente negativo e altamente positivo (aspetti questi che emblematicamente ed evidentemente si concretizzano nel quotidiano), cerca di esorcizzare il mito e il futuribile rito computeristico (come tenta di fare il mio lavoro odierno, anche attraverso un linguaggio risalente agli antichi segni dell’uomo). La decifrazione del fenomeno e del suo codice si fa più ardua, non può e non vuole essere più garante di una rapida decriptazione, ha necessità di una attenta lettura; la sua scomodità è programmata a garanzia, appunto, di una non banalità, di una difficoltà e serietà di ricerca anche tecnica, manuale. Negli ultimi anni troppi sono stati gli imitatori, troppe le contraffazioni (le facili contraffazioni!): il vuoto, la superficialità andavano dilagando a scapito della stessa Poesia Visiva. E troppe anche le maniere o i modi di denominazione che via, via, hanno disorientato e sviato il lettore-fruitore bombardato dalle tante mostre di «visuale», «linguaggio e scrittura», «scrittura», «nuova scrittura», «poesia visuale», ecc. La Poesia Visiva é e resta un fenomeno autonomo, a se stante; una nuova forma d’arte, non un qualcosa di ibrido o d’intermedio. Non può essere più confinata nello sperimentalismo – come alcuni continuano erratamente a sostenere – che tenterebbe di darle un ruolo inefficace, non é, ormai fortunatamente, neppure avanguardia. Il suo codice di comunicazione è ora nello spazio costitutivo dell’arte.

Settembre 1984

Lucia Marcucci

From 1964 to today, much has been written about the “phenomenon” Visual Poetry: after an initial moment of bewilderment by the official critics (is it painting?, is it poetry? Or what else?), In the wake of a few brave people – Gillo Dorfles, Vincenzo Accame, Luciano Cherchi – and of the visual poets themselves, there have been extraordinary chases of critical participations. But Visual Poetry is an uncomfortable phenomenon and continues to be. Born from a need for “minuscule”, that is, an artistic medium closer to the public, a common language and a relationship with the means of communication in use (collection and retaliation of messages to aim at ideological, philosophical, political connotations for an immunizing action and denouncing the negative in the social context through the processing of images and slogans extracted from the press, advertising, sports newspapers, political language, etc.) has landed in a real genre, autonomous , “new”. The cultural programming and the aesthetic plans have been upset, despite the fact that the system has tried several times to marginalize it and reduce it to silence. Visual Poetry has achieved an agreement, an osmosis with the products of the mass media, favoring the iconic aspect over the graphic-typographic one: for poetry the Gutenbergian instrument had already proved insufficient for some time, for the iconographic vision the canvas painted no longer “held”, it was necessary to find other spaces, new dimensions, a new language inclusive of the two areas. The iconic aspect undoubtedly has more hold, affects emotionally and involves, penetrates and resurfaces in the memory, recurs over time, over long distances: hence the privilege. And the “osmosis” with the mass media is in fact a charge of explosives, which, upon careful reading, proves to undermine the system. The “uncomfortable phenomenon” continues today its critique of habits, conformism and anti-conformism; stimulates an awareness of the highly negative and highly positive historical moment (these aspects that emblematically and evidently materialize in everyday life), tries to exorcise the myth and the future computeristic rite (as my work today tries to do, also through a language dating back to the ancient signs of man). The deciphering of the phenomenon and its code becomes more difficult, it cannot and does not want to be the guarantee of a rapid decryption, it needs a careful reading; its inconvenience is programmed to guarantee, in fact, a non-banality, a difficulty and seriousness of research, including technical, manual. In recent years there have been too many imitators, too many counterfeits (easy counterfeits!): Emptiness, superficiality were spreading to the detriment of Visual Poetry itself. And too many manners or ways of naming that way, way, have confused and misled the reader-user bombarded by the many exhibitions of “visual”, “language and writing”, “writing”, “new writing”, “visual poetry”, etc. Visual Poetry is and remains an autonomous phenomenon, in its own right; a new form of art, not something hybrid or intermediate. It can no longer be confined to experimentalism – as some continue to erroneously maintain – which would try to give it an ineffective role, it is fortunately not even avant-garde by now. Its communication code is now in the constitutive space of art.

September 1984

© Riproduzione riservata

Blu, rosso, verde

29 sabato Gen 2022

Posted by Lucia Marcucci in Opere

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Visual Poetry

Blu, rosso, verde (1963) | collage su cartoncino | cm 25×36

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© Riproduzione riservata

Pugni, pistole e baci

22 sabato Gen 2022

Posted by Lucia Marcucci in Opere

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lamberto Pignotti, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Visual Poetry

Pugni, pistole e baci (1966) | cinepoesia | 16mm | 3’59”

Lucia Marcucci e Lamberto Pignotti

Film-collage che utilizza l’editing non lineare chiamato “Cinepoesia”

Film-collage using nonlinear editing called “Cinepoesia”

© Riproduzione riservata

MIXED MEDIA: LUCIA MARCUCCI / ANGELA WASHKO

15 sabato Gen 2022

Posted by Lucia Marcucci in Eventi

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Angela Washko, Arte Contemporanea, Gaia Bobò, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Temple University, Visual Poetry

La Gallery of Art della Temple University Rome è lieta di presentare la mostra Mixed Media: Lucia Marcucci / Angela Washko, che vede riunite in un dialogo inedito le opere di Lucia Marcucci (Firenze, 1933) e Angela Washko (Reading, Pennsylvania, 1986). L’esposizione, a cura di Gaia Bobò, traccia una linea ideale che connette due diverse esperienze di ricerca, lontane nel tempo e nello spazio, che riflettono sull’interazione tra tematiche femministe ed evoluzione dei media e degli strumenti di comunicazione. Lo sguardo femminile, inteso come forza propulsiva e termometro sociale capace di rovesciare gli stereotipi, scardinare le logiche di potere e costruire le fondamenta per un nuovo linguaggio, si pone così come soggetto centrale di investigazione.

Figura pioneristica della Poesia Visiva e della Neoavanguardia italiana, parte del Gruppo ’70, Lucia Marcucci ha condotto nei decenni un’incessante sperimentazione poetica, indagando e rovesciando il sistema di valori e i paradigmi del linguaggio pubblicitario. Lucia Marcucci è stata tra le prime artiste in Italia a focalizzarsi sul fenomeno della mercificazione della figura femminile, prelevando le immagini della cultura di massa e ricomponendole mediante la tecnica del collage.

Il lavoro di Angela Washko, artista americana e attivista femminista, esplora la trasformazione delle urgenze e delle sfide presentate oggi dalla condizione femminile. L’artista si impegna a raccontare storie complesse e non convenzionali sui media che consumiamo aggredendoli da prospettive insolite, indagando il modo in cui il primato patriarcale si sia ramificato in un nuovo vocabolario artistico, radicandosi nella dimensione immateriale del web. Lavorando con il linguaggio del game, del video e dell’intelligenza artificiale, Washko costruisce anomalie architettoniche virtuali per esporre dinamiche di genere politicamente cariche e limitazioni binarie all’interno del design del gioco. Washko disinnesca le minacce di questa innovazione tecnologica, per creare cortocircuiti visivi che mettono in discussione la sintassi stessa di questi linguaggi.

Lucia Marcucci – Poesia auditiva (1970)

The Gallery of Art of Temple University Rome is pleased to present the exhibition Mixed Media: Lucia Marcucci / Angela Washko, placing in dialogue the works of Lucia Marcucci (Florence, 1933) and Angela Washko (Reading, Pennsylvania, 1986).

The exhibition, curated by Gaia Bobò, traces a connection between the very different artistic experiences of the two artists, distant in time and space, as they reflect on the interaction between feminist themes, and the evolution of the media and of the instruments of communication. The female glance, intended as a driving force and as a social barometer able to overturn stereotypes, demolish power struggles and build the foundations of a new language, is here presented as the topic of investigation.

A pioneering figure in the Italian Neo-Avantgarde and Visual Poetry, and a member of the Gruppo ’70, Lucia Marcucci has demonstrated over the course of many decades an incessant poetic experimentation, investigating and overturning the value system and the advertising paradigm. Lucia Marcucci was among the first artists in Italy to focus on the phenomenon of the commodification of the female figure, appropriating the images of mass culture and reworking them through the technique of collage.

The work of Angela Washko, an American artist and feminist activist, explores the transformation of the urgencies and the challenges presented today by the female condition. The artist is committed to telling complex and unconventional stories about the media we consume from unusual perspectives as she investigates how the patriarchal primacy has branched out into a new artistic vocabulary, rooting itself in the immaterial dimension of the web. Working with the language of gaming, video and artificial intelligence, Washko constructs virtual architectural anomalies to expose politically charged gender dynamics and binary limitations within the game’s design. Washko defuses the threats of this technological innovation, to create visual short circuits that question the very syntax of this expression.

Curated by Gaia Bobò

Director of Exhibitions: Shara Wasserman

Gallery of Art, Temple University Rome, 18 gennaio – 2 febbraio 2022

LA POESIA VISIVA COME NUOVA FORMA DI LINGUAGGIO / VISUAL POETRY AS A NEW FORM OF LANGUAGE

06 giovedì Gen 2022

Posted by Lucia Marcucci in Opere, Scrittura

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

La poesia visiva come nuova forma di linguaggio è scaturita dall’incitazione al consumo delle comunicazioni di massa, da tutte le costrizioni della nostra società capitalista, dal cumulo di informazioni che bombardano senza tregua e che schiavizzano attraverso forme e abitudini imposte. La creazione di questo nuovo linguaggio che si è riappropriato dei moduli magmatici e alienanti per contrapporre, per fare guerriglia intorno, dentro e contro, ha permesso di riprendere coscienza della realtà in modo critico e attraverso un’operazione politica. Il mio lavoro è iniziato manipolando immagini e slogans tratti dai rotocalchi, creando nello stile dei manifesti murali dei contro-manifesti, scrivendo sulle pagine dei giornali o sulle «civette» dei medesimi (negli anni ’66, ’67) esclamazioni prese a prestito dal linguaggio dei fumetti. Spesso, nelle mie opere, le immagini femminili venivano usate, cambiate di segno, nella maniera più irritante agli occhi del fruitore, abituato ad assumere la riproduzione della donna come consumo di bellezza. In seguito ho continuato la stessa operazione servendomi di immagini di sculture classiche, magari rovinate dal tempo e quasi decomposte, di incisioni gotiche usurate apponendovi una frase ironica o appellativa per decontestualizzarle e creare un messaggio stupefatto.

Poi collage, impronta del corpo femminile e scrittura: impronta come feticcio o come mito nel mondo delle impurità e/o delle purezze tecnologiche; interventi di scrittura come revival di poesia impropria, contaminazione e compromesso con tutti i «ricordi» della cultura data e acquisita. L’impronta del corpo è inquietudine, ansia e malessere dell’ingombro materiale e naturale che possediamo e che dobbiamo spostare e inserire ovunque. La presenza corporea dell’artista nel contesto politico della massa, del pubblico: la sua testimonianza incolta, rozza, tale e quale, in rapporto alla costruzione culturale dell’ambiente che lo circonda. Il corpo e gli archi di trionfo, il corpo e il grattacielo, il corpo e il libro, il corpo e la scultura, il corpo e il simbolo politico, il corpo e la fotografia del corpo, il corpo e l’eroe, il corpo e il paesaggio modificato dall’«animale culturale»: l’uomo e la tecnologia. Il messaggio è formulato attraverso un nuovo codice, attraverso l’iterazione di elementi che hanno necessità di coesistere: la materia, l’immaginazione e la tecnica. L’opera di poesia visiva dunque non nasce dalla letteratura o dalla pittura ma come opera autonoma del conflitto dell’uomo con i mezzi di comunicazione di massa.

Lucia Marcucci – Elevatio (1977)

Visual poetry as a new form of language arose from the incitement to the consumption of mass communications, from all the constraints of our capitalist society, from the accumulation of information that they relentlessly bombard and enslave through imposed forms and habits. The creation of this new language that has re-appropriated the magmatic and alienating modules to contrast, to wage warfare around, inside and against, has made it possible to regain awareness of reality in a critical way and through a political operation. My work began by manipulating images and slogans taken from magazines, creating counter-posters in the style of wall posters, writing on the pages of newspapers or on the “owls” of the same (in the ’66, ’67) exclamations borrowed from comic language. Often, in my works, female images were used, changed in sign, in the most irritating way in the eyes of the viewer, accustomed to assuming the reproduction of women as a consumption of beauty. Later I continued the same operation using images of classical sculptures, perhaps ruined by time and almost decomposed, of worn Gothic engravings, adding an ironic phrase or appellation to decontextualize them and create an astonished message.

Then collage, imprint of the female body and writing: imprint as a fetish or as a myth in the world of impurities and/or technological purities; writing interventions as a revival of improper poetry, contamination and compromise with all the “memories” of the given and acquired culture. The imprint of the body is restlessness, anxiety and discomfort of the material and natural encumbrance that we possess and that we must move and insert everywhere. The bodily presence of the artist in the political context of the mass, of the public: the testimony of him uncultivated, rough, as it is, in relation to the cultural construction of the environment that surrounds him. The body and the triumphal arches, the body and the skyscraper, the body and the book, the body and the sculpture, the body and the political symbol, the body and the photography of the body, the body and the hero, the body and the landscape modified by the “cultural animal”: man and technology. The message is formulated through a new code, through the iteration of elements that need to coexist: matter, imagination and technique. The work of visual poetry therefore does not arise from literature or painting but as an autonomous work of man’s conflict with the mass media.

© Riproduzione riservata

Volerà nel ’70

30 giovedì Dic 2021

Posted by Lucia Marcucci in Opere

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Antonio Bueno, Arte Contemporanea, Contemporary Art, Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Visual Poetry

Volerà nel ’70 (1965) | cinepoesia | 16mm | 7’27”

Gruppo ’70 (Antonio Bueno, Lucia Marcucci, Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti)

Film-collage che utilizza l’editing non lineare chiamato “Cinepoesia”

Film-collage using nonlinear editing called “Cinepoesia”

© Riproduzione riservata

IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 38

24 venerdì Dic 2021

Posted by Lucia Marcucci in Scrittura

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

All’improvviso si manifestarono strani fenomeni: il cielo giallo e verde, le nuvole a pois, niente alito di vento, tutto immobile, raggi di luce uscivano dai punti neri delle nubi ed erano plumbei, violacei, a tratti di un rosso accecante. Pochi uccelli volavano spaventati, le loro ombre disegnavano sui prati marroni particolari forme, fantasmatiche e orride. I picchi dei monti si stagliavano sul colore insolito; nelle valli, per gli spettrali sentieri, Frankenstein poteva apparire da un momento all’altro; di certo non dovevano mancare, in lontananza, castelli gotici dai sotterranei profondi e panciuti frati neri che stavano rincorrendo, ansimando, candide fanciulle fuggitive. Mary Shelley se ne stava seduta vicino alla finestra guardando perdutamente il paesaggio, i suoi giovani anni non le permettevano razionali meditazioni ma improvvise passioni che le arrossavano il discreto visetto; nel mentre scriveva alcune frasi erotiche s’infiammava violentemente e subito scoloriva al pensiero tormentoso degli amori di suo marito con Byron; componeva, spezzava e ricomponeva la sua macabra creatura con pezzi di cadaveri che forse le ricordavano i suoi sogni e i suoi desideri: i due amanti peccaminosi già decomposti nei sudari. Teneva rancore, molto rancore: la gelosia l’attanagliava ma consapevole della sua inadeguatezza non aveva di meglio che sfogarsi con l’immaginazione… Walpole era stato il suo maestro, dunque per Mary era ancora molto gustoso rievocare brani del The Castle of Otranto, i corridoi bui e le scale a chiocciola con enormi ragnatele le erano oltremodo familiari, i misteri e i fantasmi avevano allietato e nutrito la sua infanzia ed ora metteva a frutto tutto ciò. Esorcizzava così l’inappagato appetito sessuale.

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Il corpo

18 sabato Dic 2021

Posted by Lucia Marcucci in Opere

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Il corpo (2012) | collage e acrilici su cartoncino | cm 50×36

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IN FIERI (Il volo della Sciamana) – 37

11 sabato Dic 2021

Posted by Lucia Marcucci in Scrittura

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Arte Contemporanea, Contemporary Art, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

Allo scrittore presto si manifesta un’urgentissima voglia di pubblicare ciò che ha scritto sino al giorno stesso in cui questa patologia si profila con tutta la sua veemenza. Malissimo! Mal gliene incoglie!! Il cassetto dove, tanti anni addietro, si riponevano i manoscritti, non esiste più: ora c’è il computer con il suo svelto contenitore dei doc.; clicchi e viene fuori, in bella vista e confortato dai sistemi più sofisticati, il testo facilmente correggibile, spostabile, buttabile, manipolabile, inviabile. Il bianchetto è lontano nel tempo remoto, idem la carta carbone. Lo scritto aumenta di giorno in giorno, diventa malloppo virtuale ma sempre malloppo, si versa nel CD perché potrebbe essere attaccato da un virus e si tiene lì. Arriverà il giorno che la libido editoriale si farà sentire aspramente e allora saranno guai! La ricerca, non sempre a buon fine, della eventuale casa editrice, la trattativa, le bozze da correggere, le scocciature varie, la spedizione, il pacco che arriva o non arriva, la presentazione, i critici, gli omaggi, le dediche! Meglio il sentierino nel bosco pieno di serpi e ragnoloni, con qualche sparuto fungo in qua e in là, la rugiada che bagna le scarpe e il volo dei fagiani spaventati. Anche programmando un testo interminabile, viene pur sempre la tentazione di darlo alla luce con magari scritto, al posto di fine, continua. Quanti alibi, quanti sotterfugi, quante bugie eludenti! Tentare di tutto, ingannarsi su tutto: il letterato insonne apre il file e si rilegge, rilegge, rilegge in continuazione fino all’estenuazione furiosa…

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Lucia Marcucci – Poesia Visiva

La mia poetica consiste, attraverso la parola e il segno, nella rielaborazione letteraria e pittorica, ma soprattutto critica, dei mass media (immagini, slogans, linguaggi variamente persuasori e mistificatori del sistema sociale contemporaneo).

My poetics consists, through the word and the sign, in the literary and pictorial, but above all critical, reworking of the mass media (images, slogans, variously persuasive and mystifying languages ​​of the contemporary social system).

Ma poétique consiste, à travers le mot et le signe, dans le remaniement littéraire et pictural, mais surtout critique, des médias de masse (images, slogans, langages diversement persuasifs et mystifiants du système social contemporain).

Meine Poetik besteht mittels Wort und Zeichen aus der literarischen und bildnerischen, vor allem aber kritischen Aufarbeitung der Massenmedien (Bilder, Parolen, unterschiedlich überzeugende und mystifizierende Sprachen des zeitgenössischen Gesellschaftssystems).

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