Poesia Visiva Internazionale (1972) | Studio Brescia | Brescia
Mostra di Poesia Visiva a cura di Rossana Apicella. Artisti in mostra: Alain Arias-Misson, Jean-François Bory, Herman Damen, Paul de Vree, Lucia Marcucci, Eugenio Miccini, Luciano Ori, Michele Perfetti, Sarenco.
Nel tutto non vi è niente che non sia tutto! La crisi comincia da qui: tutto è stato detto, riempito, decifrato, colmato, analizzato, consumato, rievocato, riconosciuto, distrutto, negato, applaudito. Ma non basta. Possiamo anche parlare di palinsesti occultati che invece vengono immediatamente riconosciuti con grave disappunto del creatore, ridicolissimo, umile e introverso, perennemente alla ricerca del misterioso, dell’evento inispiegabile, del paranormale, dell’apparizione, delle tracce, della macchie di sangue, di quello che c’è e di quello che, anche a strizzarsi il cervello, non c’è. Presuntuoso e saccente il creatore afferma, dichiara, ribadisce, giura e spergiura; umilmente deferente, ripiegato in se stesso e su se stesso trova sempre platee gremite di ascoltatori ingenui che si spellano le mani calorosamente plaudenti. Ma dal tutto così intrecciato e incasinato ecco che scaturisce un succo concentrato al massimo, profumato o graveolente non importa, scaturisce ed è quello che conta. Cosa è nessun lo sa ma al contempo si battono le solite mani e i saggi si interrogano sul da farsi.
Gruppo ’70 /La poesia visiva italiana (1971) | Manifestazioni Artistiche Fiorentine | Chalet “I Tigli” – Parco delle Cascine | Firenze
Volume realizzato in occasione della mostra “La Poesia Visiva italiana” nell’ambito del programma Manifestazioni Artistiche Fiorentine a cura di A. Armidelli, E. Miccini, A. Picchi (Centro Tèchne).
“Il Gruppo ’70 nasce ufficialmente nel maggio 1963 a Firenze, con un convegno internazionale sul tema Arte e comunicazione. Il Gruppo ’70 si richiama al futuro prossimo degli anni ’70 ed è composto di poeti, pittori e musicisti che attenti ai fenomeni delle odierne comunicazioni di massa sperimentano generi artistici di viva attualità: essi mirano a collocare le loro opere nella presente società tecnologica, di massa”.
Tante sono le occasioni favorevoli, tante quelle sfavorevoli, occasioni d’oro, fortùite, accidentali, sarebbe stato molto meglio non si fossero presentate… occasioni di merda, occasioni fantasma, occasioni del sottobosco, occasioni incasinate; ancora peggio quelle predestinate! Che razza di situazioni, che confusione, che caos! Occasioni meravigliose, da prendere al volo, che cambiano la vita, la fanno tutta d’oro, non t’incasini più, sei libero, voli leggero, occasioni incantevoli, occasioni ammalianti, da sogno, madonna mia che pacchia! Nessun guaio, mai. Tutto liscio: ah, ah, le opportunità. Alcune passano di striscio sul fianco, lasciano una sensazione di calore intenso e basta, altre come ghiaccio intorpidiscono la parte che non ha più sensibilità, è come morta stecchita. Occasione, caso, evento, circostanza: arte imprevista? Con un po’ di fortuna ci sta che venga a concretizzarsi il capolavoro.
E’ un grande profluvio di molteplici sensazioni che m’investe quasi all’improvviso non sempre però al termine dell’opera ma più spesso nel suo decorso, forse nel momento in cui il furor è al suo culmine. E’ lì che avviene la magia della bellezza, il pieno assoluto, il momento della connessione con il tutto, il tocco divino, la ierofania, l’apparizione dell’arte, magia magia, la commozione. La conclusione è vicina, il termine inevitabile. Sento l’opera compiuta come un distacco, la catarsi avvenuta… lascio il mio rimpianto, oramai è il passato, il futuro mi aspetta d’innanzi: avanti verso la nuova avventura, verso il rinnovo dell’estasi, verso la probabile bellezza dell’armonia, attraverso il nuovo stato superando il terrore iniziale. La tela bianca, il foglio bianco, l’incipit e l’ebbrezza, il primo progetto, la prima linea, la prima parola e via via a un’altra conclusione, a un altro brivido, al pieno di splendore, a un’altra e a un’altra, un’altra… così la mia vita scorre nel plenum della illusione di esorcizzare le penurie, le miserie e i trabocchetti. Una vita d’artista?
Lucia Marcucci
It is a great flood of multiple sensations that invades me almost suddenly, but not always at the end of the work but more often in its course, perhaps at the moment the furor is at its peak. It is at that point the magic of beauty occurs, the absolute fullness, the moment of connection with everything, the divine touch, the hierophany, the appearance of art, magic magic, emotion. The end is near, the deadline inevitable. I feel the finished work as a detachment, the catharsis has taken place… I leave my regret, now it is the past, the future awaits me ahead: forward towards the new adventure, towards the renewal of ecstasy, towards the probable beauty of harmony, through the new state overcoming the initial terror. The blank canvas, the blank sheet, the incipit and the intoxication, the first project, the first line, the first word and so on to another conclusion, to another thrill, to the fullness of splendor, to another and to another, another… so my life flows in the plenum of the illusion of exorcising the hardships, the miseries and the pitfalls. A life as an artist?