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LUCIA MARCUCCI

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Archivi tag: la battana

POESIE E NO

16 giovedì Mar 2023

Posted by Lucia Marcucci in Performances

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Tag

Antonio Bueno, Arte Contemporanea, Contemporary Art, Emilio Isgrò, Enrico Sirello, Eugenio Miccini, Giuseppe Chiari, Ketty La Rocca, la battana, Lamberto Pignotti, Lucia Marcucci, Luciano Ori, Poesia Visiva, Poesie e no, Sylvano Bussotti, Teresa Spignoli, Visual Poetry

POESIE E NO (1964-1967)

Autori principali: Lucia Marcucci, Lamberto Pignotti, Antonio Bueno, Ketty La Rocca, Eugenio Miccini, Giuseppe Chiari, Luciano Ori, Emilio Isgrò (1964-1967)

Lo spettacolo Poesie e no fu presentato per la prima volta il 4 aprile 1964 al Gabinetto Scientifico Letterario «G.P. Vieusseux». Esso prevedeva la lettura di poesie di Giovanni Giudici, Angelo Guglielmi, Francesco Leonetti, Eugenio Miccini, Elio Pagliarani, Lamberto Pignotti, Giovanni Raboni, Roberto Roversi, Gianni Toti, accompagnate dalle musiche di Sylvano Bussotti e Giuseppe Chiari. Nello stesso anno fu messo in scena al Piccolo Teatro Città di Livorno, dal Centro artistico Il Grattacielo, con cui in quel periodo collaborava Lucia Marcucci. Secondo quanto indicato dal volantino, lo spettacolo andò in scena sabato 23 maggio, domenica 24 maggio, mercoledì 27 maggio, giovedì 28 maggio, sabato 30 maggio e domenica 31 maggio, con la regia di Enrico Sirello, e i seguenti attori: Marcella Aurili, Aldo Bagnoli, Alberta Morelli, Giancarlo Santerini, Mario Sassetti. Il copione era composto da testi di Giudici, Guglielmi, Leonetti, Miccini, Pagliarani, Pignotti, Raboni, Roversi, Toti, Vivaldi, cui si aggiungevano brani da autori classici come Esopo e Shakespeare, liberamente combinati con “estratti” prelevati da riviste e quotidiani («Il Corriere della Sera», «L’Espresso») e dal «Codice della strada», oltre a filmati (uno spezzone tratto da “La vita di Hitler”), canzoni di moda, e quattro brani musicali di Sylvano Bussotti e Giuseppe Chiari.

Centro artistico “Il Grattacielo”, Livorno (1964)

Dopo queste due prime rappresentazioni lo spettacolo fu messo in scena direttamente dai componenti del Gruppo ’70 (Lamberto Pignotti, Eugenio Miccini, Lucia Marcucci), cui si aggiunsero anche Antonio Bueno ed Emilio Isgrò, che parteciparono alla manifestazione tenutasi alla libreria Feltrinelli di Roma nel 1965, con il titolo di Poesie e no 3. A quest’altezza cronologica, Poesie e no si struttura come uno spettacolo multimediale nel quale vengono attivati sinergicamente differenti linguaggi artistici, mescolati per lo più a materiali di provenienza bassa, con effetto comico e straniante. Alla lettura di testi di Pignotti e Miccini, si alterna la declamazione di notizie giornalistiche e sportive, di articoli del codice della strada, di slogan di vario tipo, e di brani di romanzi rosa o fantascientifici, ricombinati in un insieme volto a provocare e stravolgere lo spettatore; a ciò si accompagna l’esecuzione delle partiture di Giuseppe Chiari registrate su nastro magnetico a cui si frappongono spezzoni di canzonette popolari, e suoni concreti. Sulla scena vengono eseguite contemporaneamente alcune azioni pittoriche realizzate da Lucia Marcucci che nel corso dello spettacolo affigge manifesti da lei creati, per poi strapparli, e vengono proiettati film sperimentali; inoltre alla tecnica cinematografica si richiama esplicitamente il montaggio dei differenti materiali, eseguito attraverso sovrapposizioni, dissolvenze, sequenze, riprese.

copione “POESIE E NO 3”

Oltre alle prime rappresentazione del 1964, si segnalano alcune sedi e date della manifestazione, alla cui realizzazione contribuirono in vario modo e in tempi diversi, Lamberto Pignotti, Eugenio Miccini, Lucia Marcucci, Ketty La Rocca, Luciano Ori, Emilio Isgrò, Antonio Bueno, Giuseppe Chiari:

1965:

  • Firenze, Libreria Feltrinelli
  • Empoli, Biblioteca Comunale
  • Abbazia (Croazia), Convegno della rivista “La Battana”
  • Palermo, Festival del Gruppo 63
  • Roma, Libreria Feltrinelli
  • Napoli, Libreria/Galleria Guida
Libreria Feltrinelli, Firenze (1966)

1966:

  • La Spezia, Festival del Gruppo 63
  • Firenze, Libreria Feltrinelli
  • Milano, Università l’Umanitaria
  • Venezia, Teatro Universitario di Ca’ Foscari
Teatro Universitario di Ca’ Foscari, Venezia (1966)

1967:

  • Spoleto, Festival dei Due Mondi
  • Firenze, Circolo García Lorca
  • Gallarate, Milano
Circolo García Lorca, Firenze (1967)

Si ricorda che Poesie e no fu trasmesso dal Terzo programma della RAI nel 1967. Uno dei copioni dello spettacolo è stato pubblicato da Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, Poesie e no n. 4, «Nuova Corrente», n. 39-40, 1966.

I manifesti realizzati da Lucia Marcucci durante lo spettacolo tenutosi ad Abbazia, sono pubblicati con il titolo Poesie visive-manifesti, sulla rivista “La Battana”, Fiume, marzo 1965.

Lucia Marcucci – L’offesa (1964)

[testo di Teresa Spignoli, tratto dal progetto di ricerca online VERBA PICTA, Università degli Studi di Firenze]

© Riproduzione riservata

Letteratura e pubblico – Dibattito del II Convegno di Abbazia

26 giovedì Ago 2021

Posted by Lucia Marcucci in Scrittura

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Tag

Arte Contemporanea, Contemporary Art, la battana, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Scrittura, Visual Poetry

È forse un caso che in molti paesi ci si ponga contemporaneamente il problema di cambiare i veicoli tradizionali della poesia? Sugli ultimi sviluppi della situazione si organizzano dibattiti e mostre, convegni e tavole rotonde. Nel corso di uno di questi incontri si è chiesto se il fine di queste operazioni di avanguardia fosse per caso il museo: è stato ribattuto che questo non è un problema, o meglio, non è il “vero problema”.

Infatti c’è una viva agitazione in giro, che non fa certamente pensare a quel tipo di collocazione. Anzi l’impostazione del problema si pone proprio all’opposto e cioè la possibile funzionalità dell’arte nell’attuale contesto. E’ ovvio che l’istituzione del museo ne ha deviato, isolando, da più di un secolo, la sua naturale e reale funzione, favorendone semmai la riproducibilità e il consumo a livelli di élite e spostandone il linguaggio referenziale.

Siamo ora di fronte a una vera e propria crisi del sistema che va superata attraverso concrete riforme del settore.

Una delle difficoltà della situazione presente è costituita dalla peculiarità di talune affermazioni e di talune sperimentazioni che possono deviare l’attenzione e spostare il problema verso soluzioni e ricerche convenzionali di analisi linguistica.

Tra gli interessi che alcune avanguardie dimostrano di affrontare sincronicamente, per una non rigida compartimentazione delle discipline estetiche e del linguaggio, mi pare che possa essere considerato più vicino alle attuali esigenze di consumo e di comunicazione il fenomeno della poesia tecnologica.

La Battana, numero 9-10 (1966)

E’ un’operazione di trapianto e come ben sappiamo tali operazioni sono fra le più delicate. Infatti il grande ostacolo in genere è costituito dalla reazione che l’istituzione mette in atto per respingere ogni materia alloctona. Dunque non resterebbe altro che aspettare la naturale assimilazione? Ma c’è una alternativa: rafforzare i piani di rilancio e di potenziamento; da un lato la qualificazione dell’offerta, ossia la capacità di comunicazione attraverso un impegno più vivo e coordinato di tutti gli operatori di poesia, dall’altro il rafforzamento della capacità di competizione sul piano nazionale internazionale mediante azioni propagandistiche.

E anche: visto e considerato che l’arte è sottoposta come ogni altra cosa alle variazioni del mercato e di conseguenza i linguaggi, essendo composti da una pluralità di segni, variano a seconda del plusvalore da essi acquistato in relazione a un certo numero di interpreti, si può considerare che il veicolo capace di assumerne l’esemplificazione deve per forza passare attraverso le forme più significative della civiltà attuale, cioè deve fare i conti con i progressi tecnologici e con tutti i canali della comunicazione di massa.

Saltate le categorie logiche e etiche convenzionali che riflettono la fiducia nell’oggettivo esistere del mondo, della sua conoscibilità, nel sicuro esigere un ordinamento morale e sociale, l’ultimo atto di affermazione possibile non è che un sistema di linguaggio poetico, dove si realizzi senza residui l’esperimento e giunga a capovolgersi, quindi a esemplificarsi, il senso generale, paradossale del vivere umano.

Ora una particolarità di queste operazioni sta nella minuziosità dell’osservazione, da parte del poeta, delle vicende tecniche, da trattato specializzato, che non può essere tacciata di “deviazione professionale” ma semplicemente di accorgimento agli eventi.

E’ prevedibile infatti che l’esponibilità di un’opera d’arte venga sempre più ridotta se non continuamente aggiornata alle possibilità tecnologiche in divenire. E, se l’arte è scandalo, non è da poco scandalizzare oggi il fruitore!

Se la libertà dell’uomo è nel possesso dei mezzi produttivi, la libertà del poeta è nel possesso degli stessi mezzi relazionati.

Il contrasto tra le scienze è diventato l’argomento di fondo della nostra cultura, ma è forse un contrasto tra la conservazione e il progresso?

Un modo soggettivo di vedere le cose e la trascuratezza per la scienza e la tecnologia: è il paraocchi di molti di noi.

Lucia Marcucci

La Battana, numero 9-10 – Fiume, ottobre 1966

© Riproduzione riservata

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Lucia Marcucci – Poesia Visiva

La mia poetica consiste, attraverso la parola e il segno, nella rielaborazione letteraria e pittorica, ma soprattutto critica, dei mass media (immagini, slogans, linguaggi variamente persuasori e mistificatori del sistema sociale contemporaneo).

My poetics consists, through the word and the sign, in the literary and pictorial, but above all critical, reworking of the mass media (images, slogans, variously persuasive and mystifying languages ​​of the contemporary social system).

Ma poétique consiste, à travers le mot et le signe, dans le remaniement littéraire et pictural, mais surtout critique, des médias de masse (images, slogans, langages diversement persuasifs et mystifiants du système social contemporain).

Meine Poetik besteht mittels Wort und Zeichen aus der literarischen und bildnerischen, vor allem aber kritischen Aufarbeitung der Massenmedien (Bilder, Parolen, unterschiedlich überzeugende und mystifizierende Sprachen des zeitgenössischen Gesellschaftssystems).

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