Il tramonto infinito (1991) | acquerelli su cartoncino | cm 35×25

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05 giovedì Ago 2021
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Il tramonto infinito (1991) | acquerelli su cartoncino | cm 35×25

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29 giovedì Lug 2021
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Nel racconto spesso si cela il rifugio del vagabondare in cretini aforismi e sentenze mascherate da ironia banale. Come ci caschiamo non c’è detto, ci caschiamo, ed è tutto qui. Se non indulgi nella narrativa, gira e rigira non sai come cavartene, è un grosso guaio: difficile uscirne. Il serpente si morde la coda; spesso e volentieri, la contraddizione è perennemente dietro l’angolo (che noia quest’angolo). Quale sotterfugio lo scribacchino può escogitare? Stare senza scrivere: banale! Oppure scrivere e subito cancellare. La narrativa notturna prevale per ore ma svanisce al far del giorno. In poche righe è citato due volte il serpente, l’ironia, il banale, l’angolo: perché mai? La stasi è palude e sabbia mobile, è come affondare piano piano, con tutta la consapevolezza del non ritorno.
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23 venerdì Lug 2021
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Tag
Antonio Bueno, Arte Contemporanea, Contemporary Art, Eugenio Miccini, Gillo Dorfles, Lamberto Pignotti, Lucia Marcucci, Poesia Visiva, Visual Poetry
Forse è l’ironia – questa impareggiabile virtù – a rendere più significativa e duratura tutta l’opera di Lucia Marcucci; a far sì che le diverse tappe della stessa siano legate da un comune denominatore non soggetto alle mode e alle oscillazioni del gusto.

It may be irony – this incomparable virtue – to make all Lucia Marcucci’s works more significant and enduring; to have her different stages linked by a common denominator that does not depend on fashion or changing tastes.
Gillo Dorfles, 1993, Ed. Spaziotempo
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23 venerdì Lug 2021
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La vita vera (2011) | acrilici su tela stampata | cm 164×117

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16 venerdì Lug 2021
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La banalità della frase “il rumore del silenzio” è quasi lapalissiana ma calza a pennello quando riesci a uscire da un incessante strepitio e sprofondi nella più assoluta calma e assenza di suoni. Magicamente un sottofondo leggero di vibrazioni solletica l’udito, ali di farfalle sonore recitano frasi colorate, il pulviscolo delicato di microscopici peletti pizzica nei lobi tesi all’ascolto. Si sente una frase: l’intuizione è il seme, la pianta è il regalo del destino. C’è molta retorica, anche presunzione… ma pensando e ripensando ciò è quasi una preveggenza, con un po’ di umorismo si passa ad altro e il gioco è fatto. Nella totale assenza di suoni il colore del cielo può diventare grigio, i boschi sono plumbei e il vento non spira. Riprende l’incalzante brusio della folla, il rumore si fa assordante; ora la nave potrebbe salpare piena di matti e andare alla deriva accompagnata da grida sempre più alte, stridule, insopportabili. La ricchezza interiore è solitudine gioiosa, in completo abbandono l’estasi è consuetudine. Bisogna però capire se non è solo sentimento consolatorio, molto spesso privo d’ironia, il sorriso è forzato, le idee si rincorrono in ouroboros e allora è solo caos. Il privato è depressione, non ci sono alibi. L’isolamento non è solo mentale, la fisicità è dietro l’angolo… Non ci rimane altro che il rifugio nella Terra del Fuoco: Erik il Rosso o Pigafetta?
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09 venerdì Lug 2021
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Untitled (Screening) (1999) | acrilici su tela stampata | cm 165×118

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03 sabato Lug 2021
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Il sesso è tutto o non è tutto? Meta dell’età puberale poi metà del tempo vissuto. Ogni notte e ogni giorno miliardi di coppie scopano, omosessuali compresi. Il movimento è assicurato: Shiva vincente balla perennemente. Come l’universo niente è immobile, il TUTTO freme e vortica senza requie, la vita e la morte sono in divenire. La morte è anch’essa un moto frenetico. L’ala della farfalla muove un vento che diventa impetuoso a distanza , il soffio della vita è turbine continuo. Un artista del Kazakistan ha filmato il vento in un video straordinario: donne nude sono percorse incessantemente dal freddo sospiro della steppa; tengono nelle mani, sacralmente, crani scarnificati e i loro capelli le avvolgono in spire; nello sfondo strane tombe che mimano pericolanti castelli medievali irti di merlature. Zoccoli di cavalli sono resti di laute cene, messi in quattro su piedistalli sembra che ancora scalpitino. Lo stallone è salvato per la riproduzione e fornica da mattina a sera. Il grosso pene entra e esce dalla giumenta di turno, incessantemente, fra nitriti e getti di sperma e di urina. Nulla è stasi, può essere una sensazione momentanea ma subito si annulla; quasi un’ossessione tutto gira intorno a noi e in noi, il moto perpetuo diventa pazzia, la visione del sesso in perenne movimento eccita e, nello stesso tempo, abolisce il desiderio. Il cervello diviene un masso erratico, più niente lo ferma, all’infinito vaga; la calma scompare.
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25 venerdì Giu 2021
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Conservo il mio posto… (1972) | tempera e collage su cartoncino | cm 36×25

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19 sabato Giu 2021
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Ai vertici del potere i giochi vengono fatti, tanti, tantissimi e in segreto… finché dura! Cambiano gli uomini ma il sistema è sempre lo stesso, se è marcio così continua all’infinito, nessuno si dà la briga di cambiarlo, sarebbe troppo rischio anche per il più coraggioso! La domanda che possiamo porci è questa: “Dove potremmo trovare la bacchetta fatata tale da dare a tutti una vita soddisfacente e fare piazza pulita di tutti gli inganni, di tutti i sotterfugi, di tutte le connivenze malverse?” Forse su un altro pianeta. Che stupidaggine! L’illusione è enorme. Eppure ci dovrebbe essere il modo di educare sveltamente (non c’è più tempo) gli umani a fare tutti il proprio dovere. Il delitto è odierno e reiterato, delitto su qualsiasi fronte, su qualsiasi cosa grande e piccola, su qualsiasi persona. Si pena a concepire ma così è ed è terrificante. Ci vuole forse un dittatore a livello mondiale con uno straordinario esercito di robot programmati all’onestà e alla giustizia? Il genere umano soccomberebbe tutto. Che stupidaggine! No, non può essere perfetto, la perfezione è gelida, monotona, uniforme: tutto sarebbe terribilmente scontato, banale, programmato. Il bello viene dalla contraddizione, dalla suspense, dall’imprevisto, dalla disperazione e dalla voglia di riscatto. Dall’abisso risalire con fatica, è in ciò la scala dello sciamano, l’arcobaleno da raggiungere, il sub-limen come fine ultimo. O l’abisso come suicidio.
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05 sabato Giu 2021
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Il carisma è evidentemente maschile: l’aspetto fisico imponente completo di corpulenza e di barba fluente, i capelli lunghi, il ghigno serio, mai un sorriso ma solo tenebre e tragedia, l’umor nero proclamato con ogni gesto, gesto lento e teatrale, le parole parche, dette con voce profonda; così anche le sciocchezzuole acquistano un loro significato. Tutto ciò è negato alla donna a meno che… Marguerite Yourcenar insegna: lesbica, brutta, corpulenta, orsa. Come comportarsi se ciò non abbiamo? Il cervello scoppia nella cassa bellina che lo contiene, scoppia di rabbia, di ingiustizia conclamata, di pensieri trans ma troppe cose dovrebbero essere mutate: impossibile. Non resta che il volo sciamanico, ogni notte sul manico di scopa. Di giorno la poesia in alternativa: s’intende la poesia visiva! Questa sì che lascia moltissimo spazio, moltissima libertà di movimento, per il poeta visivo (F) tutto ciò che la civiltà dei consumi usa per imbonire il fruitore è buono per rispedirlo al mittente con un sonoro schiaffo. Attraverso questa poetica il cervello della bellina ha scoppiato bene: certi botti hanno generato opere molto significanti e interessanti. Con tenacia la bellina ha combattuto tutta la vita per pareggiare il suo valore, non si è mai sentita inferiore all’altro sesso, quello del carisma; la sua guerra è stata vincente su quasi tutta la linea. Il quasi si riferisce al denaro che a tutt’ora è, nella maggior parte, monopolizzato dal maschio.
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