Panorama (1984) | matite su tela | cm 100×100

© Riproduzione riservata
06 sabato Mar 2021
Posted in Opere
Panorama (1984) | matite su tela | cm 100×100

© Riproduzione riservata
27 sabato Feb 2021
Posted in Scrittura
I fenomeni naturali quali le piogge, il vento, le albe, i tramonti, la neve, il gelo, il sole splendente e le nubi alte, stratificate, mutanti in strane figure dove ognuno può vedere e immaginarsi qualsiasi vicenda, qualsiasi rappresentazione proto-filmica perché continuamente variante, sono questi gli spettacoli meravigliosi a cui rivolgersi per lenire le ferite della vita. Anche le guglie dei grattacieli, le distese dei mulini eolici, i canali artificiali e i viluppi degli svincoli autostradali hanno un loro fascino, l’avanzata tecnologia edifica monumenti avveniristici fascinosi, degni di incanto. L’uomo subisce incosciente quell’ammaliamento tanto che si vedono greggi di turisti con i nasi per aria e le bocche aperte per le streets di New York, non meno per le altre città siano esse europee, giapponesi, coreane, cinesi, indonesiane, chi più ne ha, più ne metta. Sempre, costantemente vediamo i nasi all’insù, l’occhio dietro l’obiettivo, l’orecchio sul cellulare, il dito pronto a spippolare, scattare, scattare o girare, girare. Quanto questi ominidi capiscano ed elaborino è ancora da verificare, sembra che ben poco venga percepito in modo tale da costruire un’esperienza su cui basare uno stile di vita, una prassi, tantoméno un’etica. Il più delle volte gli stimoli non raggiungono che il vuoto e sul vuoto non si può edificare il benché minimo complesso. I rapporti con l’immaginazione e la razionalità della natura sono i soli condivisibili perché in fondo facilitano l’infinita progettazione della mente.
© Riproduzione riservata
20 sabato Feb 2021
Posted in Opere
Poeta su poesia (1994) | acrilici su cartoncino | cm 50×35

© Riproduzione riservata
13 sabato Feb 2021
Posted in Scrittura
E’ oltremodo periglioso scansare gli argomenti e i fatti drammatici scaturiti da strategie (sic) politiche che si rivelano anche banali e ripetitive nonostante gli errori evidenti agli occhi di tutti gli uomini pressoché un poco ragionevoli. Ma così è e, a quanto sembra, non si può far niente: gli sbagli sono continui, persistenti, innegabilmente anche volontari. Alle tragedie succedono tragedie, ai conflitti i conflitti, alle ingiustizie continuano ingiustizie. Che fare? (fu il titolo di una interessante rivista d’avanguardia degli anni sessanta). Ci domandiamo ciò molto spesso ma la domanda rimane senza risposta. Resta l’ironia, anche il sarcasmo, ma è meglio l’umorismo, insomma niente da fare: così è. Si potrebbe modificare l’indole della maggioranza degli uomini? Lasciamo correre tanto non si può, non hanno potuto gli dei, nemmeno Yahweh, nemmeno Cristo in croce o Maometto alla montagna, eppure ci hanno provato ma con nessun risultato, anzi forse sempre peggio… allora diamoci alle barzellette ché il sangue si ristora e il riso lo fa buono. In Cina perseguitano le religioni, qualsiasi, dal cristianesimo all’islamismo, dal buddismo al taoismo… tutto ciò che non è razionale è sospetto. Sono nel giusto? Non è strano che uccidano i feti femmina.
© Riproduzione riservata
06 sabato Feb 2021
Posted in Opere
Amore (1993) | acrilici su tela | cm 30×30

© Riproduzione riservata
29 venerdì Gen 2021
Posted in Scrittura
Rivalutiamo l’ozio, l’intervallo, il dolce far niente. Lasciarsi andare in un prato, guardare gli olivi, l’insalatina di campo (si può trovare anche a Versailles), scegliere le piantine più tenere, i piedi bagnati dall’erba ancora umida di rugiada, le tazzine delle fate (piccole ragnatele tessute durante la notte fra i fili d’erba) cosparse di goccioline microscopiche che le fanno diventare argentee, non pensare, non fare, respirare appena, piano piano e vedere, vedere. L’occhio si riposa perché lo sguardo è lungo, spazia quasi all’infinito, fra il verde e l’azzurro: ci sono ancora questi paradisi? Basta trovarli. Ci sono… volere è potere. Sembra strano ma non si possono spesso condividere, in pochissimi apprezzano ciò, la solitudine è l’unica condizione che può permettere questo piacere. Il naufragar m’è dolce… la solitudine è meravigliosa solo a tratti, poiché le relazioni sono vitali per confrontarsi, per scambiarsi nello specchio: vedersi l’uno nell’altro è splendido, ma solamente volere vedersi, non essere costretti, che è prigionia. Quanti per pigrizia si costringono nella pania di una convivenza squallida, mortale, trovando soltanto la soddisfazione di spargere veleno non solo sull’altro ma su tutti gli altri; di conseguenza su sé stessi implodendo nel pessimismo più infimo e idiota. Mancano totalmente del senso dell’ironia, sale della vita. Nei più è faticoso cercarlo, educarli a ciò diventa terribilmente difficile, forse non c’è la consapevolezza che possa essere l’unico modo per affrontare moltissimi momenti e crescite, buone o cattive, esperienze nuove o purtroppo ingenuamente ripetute e pagate carissimo. Enfasi e prosopopea al posto di un’umile volontà di conoscere e d’imparare. Ci vuole il momento di riflessione, di ozio appunto, d’intervallo per riprendersi la propria immagine con dentro il nous e conviverci felicemente e in modo indulgente. Altrimenti il rischio di diventare dei robot è reale. La schiavitù vissuta senza accorgimenti, senza reattività, anzi, subita tranquillamente come fosse naturale stato di vita, è un fatto di cui tutti i giorni siamo testimoni.
© Riproduzione riservata
22 venerdì Gen 2021
Posted in Opere
Poesia (1965) | pennarello su cartello stradale | cm 60 Ø

© Riproduzione riservata
16 sabato Gen 2021
Posted in Scrittura
Possiamo notare che la lettura è sempre più ostica per il grande pubblico, compriamo i giornali ma ci limitiamo, nel migliore dei casi, a leggere i titoli, la pagina della cultura si mette da parte riproponendoci di leggerla successivamente: illusione! Quei fogli si accumulano minacciosi su qualche sedia o sul tavolo facendoci avere sensi di colpa, mai riusciremmo a leggere tutto! Che storia è questa? Intanto i mostri s’impinguano sempre più di reclami, inserti, promozioni e regalacci che quantomeno pesano e infastidiscono; perché questo fastidio? Cosa è successo? La lettura è diventata un’attività torturante? C’è qualcosa che logicamente non torna: nell’era delle informazioni preferiamo evidentemente l’occhio del diovideo. Il tempo, Chronos, ci manca, o crediamo che ci manchi? Chronos è più breve: un breve, piccolo dio che ci mangia e sputa tutti i nostri ossicini, ci divora per lunghe ore nel traffico, per lunghe ore alla ricerca di un posto per il nostro costoso guscio che dobbiamo lasciare ogni qualvolta ci si debba recare in altri gusci più ampi, ci manca perché l’altro dio Eros ci divora anch’esso, per non parlare di Hermes dio del denaro e dei ladri! Le ore si riducono a pochi minuti, le notti si accorciano spaventosamente, i letti divengono nemici, il sonno è sogno d’angosce. La vita è bella e breve o è un terribile incubo? Cosa fanno tutte queste opportunità tecnologiche e pseudo se non caricarci impulsi suicidi? Leggere per dimenticare ma lo slogan è leggere per non dimenticare! E’ preferibile il primo: dimenticare l’ansia che ci stringe, lasciare scorrere Chronos senza dargli importanza, fantasticare sulle frasi o su ogni parola… sognare senza terrificanti oppressioni, scorrere le pagine di qualche libro di favole, di novelle, descrizioni di boschi abitati da tanti animali, colline, montagne, laghi e il mare…
© Riproduzione riservata
09 sabato Gen 2021
Posted in Opere
Plus poesia (1984) | matite su tela | cm 100×100

© Riproduzione riservata
02 sabato Gen 2021
Posted in Scrittura
Non possiamo fare a meno degli apocalittici “siamo avvelenati ogni giorno“: s’inizia dal dentifricio, avanziamo con il caffè, passiamo alle fette biscottate, il latte, la marmellata, non diciamo, ahimè, della brioché, delle patatine con l’aperitivo e i suoi coloranti, il grano come minimo è radioattivo, i pomodori transgenici, il pesce allevato con chissà cosa, magari con cadaveri di cani e di gatti, le verdure concimate chimicamente, la frutta cosparsa di anticrittogamici, il virus H5N1 del pollo aviario-ato, le uova peggio che mai, la carne è delittuoso mangiarla, il formaggio fatto con il latte delle mucche pazze che circolano indisturbate, il pane e la pasta (è bene ripeterlo) con grano avvelenato, la cioccolata confezionata dai bambini sfruttati, la lana è della povera pecora torturata, il mangime dei gatti fatto con le balene, quello dei cani anche, forse nei wurstel ci sono i ritagli delle piccole foche oltre che glutammati a iosa, il vino pieno di solfiti, le aranciate colorate con gli acrilici, i superalcolici micidiali, il caffè decaffeinato, il tè (non viene raccolto dai minori?) affumicato cancerogeno. Cosa ci dimentichiamo? Gli scarichi industriali, il metano, l’elettricità, i rifiuti, il vetro, la plastica, l’alluminio, il carbone, la benzina e l’uomo a quattro ruote che poi va a impinguare le palestre. Le caverne erano più ecologiche, l’ominide non era avvelenato e moriva sanissimo a vent’anni. L’aria e l’acqua pure, limpide; qualche vulcano mandava, a periodi, fumi velenosi… erano veleni ecologici. Non esistevano i vaccini! La beata età dell’uomo è oramai trascorsa, milioni di anni ci dividono: gli apocalittici ci proteggano! Forse il buco dell’ozono è l’occhio di dio che ogni tanto lo allarga per guardarci eppoi gli si ristringe e lo chiude dalla rabbia.
© Riproduzione riservata