Possiamo notare che la lettura è sempre più ostica per il grande pubblico, compriamo i giornali ma ci limitiamo, nel migliore dei casi, a leggere i titoli, la pagina della cultura si mette da parte riproponendoci di leggerla successivamente: illusione! Quei fogli si accumulano minacciosi su qualche sedia o sul tavolo facendoci avere sensi di colpa, mai riusciremmo a leggere tutto! Che storia è questa? Intanto i mostri s’impinguano sempre più di reclami, inserti, promozioni e regalacci che quantomeno pesano e infastidiscono; perché questo fastidio? Cosa è successo? La lettura è diventata un’attività torturante? C’è qualcosa che logicamente non torna: nell’era delle informazioni preferiamo evidentemente l’occhio del diovideo. Il tempo, Chronos, ci manca, o crediamo che ci manchi? Chronos è più breve: un breve, piccolo dio che ci mangia e sputa tutti i nostri ossicini, ci divora per lunghe ore nel traffico, per lunghe ore alla ricerca di un posto per il nostro costoso guscio che dobbiamo lasciare ogni qualvolta ci si debba recare in altri gusci più ampi, ci manca perché l’altro dio Eros ci divora anch’esso, per non parlare di Hermes dio del denaro e dei ladri! Le ore si riducono a pochi minuti, le notti si accorciano spaventosamente, i letti divengono nemici, il sonno è sogno d’angosce. La vita è bella e breve o è un terribile incubo? Cosa fanno tutte queste opportunità tecnologiche e pseudo se non caricarci impulsi suicidi? Leggere per dimenticare ma lo slogan è leggere per non dimenticare! E’ preferibile il primo: dimenticare l’ansia che ci stringe, lasciare scorrere Chronos senza dargli importanza, fantasticare sulle frasi o su ogni parola… sognare senza terrificanti oppressioni, scorrere le pagine di qualche libro di favole, di novelle, descrizioni di boschi abitati da tanti animali, colline, montagne, laghi e il mare…
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