I tabù più macroscopici sono la negritudine, l’islamismo, il politically correct, il fondamentalismo cattolico, l’arte di sinistra, il cazzo del maschio, il culo dei gay, la maternità dell’ultra sessantenne, il meretricio dei politici, ecc., ecc. Non dimentichiamoci dei figli, dei nipoti e del loro futuro ecologico. Fanno venire tutti i sensi di colpa: il consumo pro capite dell’acqua, il petrolio, i frigoriferi, la schiuma dei saponi, una pallina di carta che non va dove deve andare, il cinghiale cacciato, il solito orbettino scambiato per una vipera, i fumi del metano, le caldaie tartassate, il buco maledetto dell’ozono che si apre e poi, chissà, ogni tanto si richiude ma solo nell’Artide ché nell’Antartide non c’è! Ci pensano i paesi sottosviluppati che mandano tutti i loro benedetti rifiuti e le benedettissime scorie delle nostre vecchie macchine, anche quelle rubate e rivendute, perché loro di nuove non ne hanno, bellamente e felicemente per aria, ma i poveretti non hanno altro per gioire, senza tener conto di quelli che per andare in paradiso si fanno esplodere: la colpa è nostra. I ghiacciai si stanno sciogliendo per colpa del riscaldamento globale… le nostre borghesi caldaie, le nostre stramaledette fabbriche e le nostre schifosissime auto magari anche blu! Non ci aspetta l’inferno nell’aldilà, è qui, caldo, caldissimo e tattile. Perché godiamo? Godiamo?! Siamo Zombi concentrici ed eccentrici. Chissà perché gli scienziati non spendono tutte le loro risorse per trovare il modo di riciclare tutte le spazzature (dal verbo spazzare! o da scopare… scopature) della terra e del cielo visto che fra aerei, satelliti e piattaforme spaziali i rifiuti si fanno anche lì. Perché i politici globali se ne fottono. “La possibilità di un’isola” un diario illuminante di Houellebecq, ci fa riflettere su ciò che è la condizione umana dell’oggi e del domani futuribile: una visione nichilista, tragica ma purtroppo reale.
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