Un premio per 5000 punti. Qual è quella cosa per cui non ti danno un aggancio? Buoni premio, punti premio, tesserine di sconto, telefonate gratis se fai un tot di spesa mensile, digitale a detrazione se fai un altro tot di risposte azzeccate… E’ un’idiozia commerciale che stressa, come i fascicoli in più nel giornale che ti pesano in mano o nella borsa: il giornalaio non li prende indietro perché ingombrano la piccola edicola. Nel supermercato è meglio: non visto puoi sfasciare la confezione e lasciare il malloppo nello scaffale. Molto spesso dentro le pagine c’è il buono per andare a un teatrucolo di periferia o per pagare un po’ meno certe cose che proprio non t’interessano; insomma ti vogliono programmare ogni mossa, ogni minuto, ogni passo, ogni pensiero… altrimenti sei un qualunquista o un anarchico. Nella cassetta della posta le lettere importanti sono nel bel mezzo delle reclami fitte fitte tutte infilate, anche a costo di fisico rigetto, in malo modo nell’angusto vano! Spesso pendono al di fuori con, magari, l’avviso della raccomandata o la bolletta del gas o qualche altra più importante missiva in pericolo di perdita per qualsiasi fortuito colpo di vento. Torniamo ai punti buono: la mazzetta dei tali è riposta in un cassetto, ogni volta che aggiungiamo dobbiamo ricontare il tutto, viene sempre la maligna voglia di buttarlo nel cassonetto ma, ogni volta desistiamo stupidamente confidando nel futuro premio. Che razza di condizionamento è questo? Perché soggioghiamo all’idiota occulto futuribile? Dov’è la scelta personale non eterodiretta? Non esiste più: tutto fa parte del condizionamento dei mass media, anche rendendosene conto non sfuggiamo: è quasi umanamente impossibile.
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